L’avvio della procedura di licenziamento collettivo dei 189 lavoratori del sito di Jesi della Caterpillar Hydraulics Italia, che produce cilindri idraulici, avvenne con una condotta antisindacale. A stabilirlo, accogliendo il ricorso d’urgenza presentato dalla Fiom Cgil, è stato il Tribunale di Ancona. In particolare, il giudice contesta all’azienda – che aveva annunciato la chiusura della fabbrica – il fatto di aver dato avvio alla procedura lo scorso dicembre, nonostante utili e bilanci in attivo, senza aver adempiuto tempestivamente agli obblighi di informazione preventiva previsti dal contratto e dall’accordo integrativo aziendale firmato il 5 luglio di quattro anni fa.
La Fiom aveva contestato il provvedimento, mai annunciato nel corso degli incontri del 2021, e la necessità di chiudere a fronte di rassicurazioni del gruppo che aveva “prospettato possibilità di crescita con assunzione anche di una quota dei lavoratori interinali”. Caterpillar invece aveva respinto ogni addebito “sostenendo la piena legittimità del proprio operato” e precisando, si legge ancora nella decisione del Tribunale, “di aver fornito l’informazione relativa alla chiusura dello stabilimento allorquando ne aveva avuto contezza”. Né che vi fosse stato alcun danno all’immagine del sindacato “scaturente dalla lamentata condotta, che la violazione degli obblighi informativi in ogni caso non poteva inficiare la validità dell’avviata procedura di licenziamento collettivo”.
La decisione arriva all’indomani di una possibile svolta per i 189 lavoratori. A due giorni dalla deadline per il licenziamento collettivo, nel corso di un vertice al ministero dello Sviluppo economico a Roma, con i lavoratori in presidio fuori dal palazzo, è stato annunciato che la Imr di Carate Brianza, società italiana attiva nel settore automotive, ha avanzato una proposta di acquisizione. Caterpillar aveva quindi aperto la porta alla sospensione – per 15 giorni – della procedura di licenziamento collettivo per consentire la formalizzazione dell’accordo.
Mirco Rota della Fiom Cgil nazionale e Tiziano Beldomenico, segretario generale Fiom Cgil Marche, esprimono “soddisfazione per la sentenza” perché “riconosce ancora una volta e quindi con valore generale, l’importanza del diritto di informazione contenuto nei contratti nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori e ha condannato la Caterpillar a corrispondere alla Fiom, a titolo di risarcimento del danno, la somma di 50mila euro, di cui verrà decisa la destinazione”. La condotta antisindacale, sottolinea, “non revoca tuttavia la procedura di licenziamento collettivo”. Per questo, annunciano, “ci riserviamo di presentare nei tempi previsti opposizione alla sentenza”. Resta comunque, concludono, “una prima vittoria per i lavoratori, che in questi mesi hanno messo in campo una resistenza straordinaria”. Ora, concludono, “occorre dare seguito agli impegni presi per una soluzione industriale che garantisca la ripresa produttiva e la continuità occupazionale nello stabilimento di Jesi per tutti i lavoratori”.