È stato archiviato dal giudice per le indagini preliminari di Cremona il procedimento a carico della sindaca di Crema, Stefania Bonaldi. Era indagata per lesioni colpose a causa di quanto avvenuto nell’ottobre del 2020 in un asilo nido comunale della città: un bambino si era schiacciato le dita nel cardine di una porta tagliafuoco, senza riportare lesioni permanenti.
È stata la stessa sindaca a rendere nota l’archiviazione dell’inchiesta che aveva causato non poche polemiche: a Stefania Bonaldi era giunta la solidarietà dell’Anci ma anche quella bipartisan di numerosi amministratori pubblici.
Condividendo le argomentazioni del pm, il giudice afferma che nei confronti della sindaca “non è stata individuata alcuna condotta omissiva in rapporto causale con le lesioni subite dal piccolo”, né è stato possibile configurare in capo alla prima cittadina “una colpa specifica o generica, soprattutto considerato che, non essendo a conoscenza della concreta organizzazione degli spazi dell’asilo nido comunale, funzionali alla suddivisione in ‘bolle’ (e a fortiori della presenza di una porta tagliafuoco in una delle aule)”. In capo alla sindaca non era “prevedibile né evitabile quanto accaduto”.
La prima cittadina ha preso commentato così la decisione del gip: “Come ho ripetuto in numerose occasioni, la mia principale preoccupazione, come madre, era costituita dalle possibili conseguenze per la salute del bambino e per lo stato d’animo dei genitori” e ha proseguito: “Mi sono impegnata a denunciare, insieme ad Anci, Ali Autonomie ed i loro presidenti, Antonio Decaro e Matteo Ricci, che ringrazio di cuore, insieme ai tantissimi colleghi e colleghe che mi hanno espresso da subito solidarietà, il paradosso della responsabilità dei sindaci. I quali, appunto, in mancanza di una adeguata disciplina normativa e tutela giuridica, possono essere chiamati a rispondere per tutto ciò che accade nel perimetro del proprio Comune e del proprio Ente, solo in funzione del ruolo e prescindendo da un nesso di causalità reale con gli accadimenti”. Una denuncia, ha proseguito, “che, al di là delle dichiarazioni di intenti di tutto l’arco parlamentare, non ha ancora trovato una precisa e puntuale risposta normativa”. E ha chiuso: “Ciò che auspico è, quindi, che l’intervento del legislatore non tardi ad arrivare”.