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Inflazione, l’Anac a governo e Parlamento: “Per le materie prime aumenti esorbitanti. Urgente intervento per rivedere i prezzi negli appalti”

Secondo il presidente Busia, senza interventi "o le gare vanno deserte" o "favoriranno i "furbetti" che punteranno subito dopo l’aggiudicazione a varianti per l’aumento dei prezzi. Molto meglio stabilire dei meccanismi trasparenti e sicuri di indicizzazione, così da favorire un’autentica libera concorrenza e serietà in chi si aggiudica l’appalto"
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Il boom dei prezzi delle materie prime usate nei cantieri rischia di far fallire il Recovery plan. Il presidente dell’Anac Giuseppe Busia ha richiesto con una nota al governo e al Parlamento un “urgente intervento normativo sulla revisione dei prezzi negli appalti per far fronte agli esorbitanti incrementi delle materie prime nei contratti in corso di esecuzione riguardanti servizi e forniture”. In caso contrario “o le gare vanno deserte” o “favoriranno i “furbetti” che punteranno subito dopo l’aggiudicazione a varianti per l’aumento dei prezzi”, ha avvertito. “Molto meglio stabilire dei meccanismi trasparenti e sicuri di indicizzazione, così da favorire un’autentica libera concorrenza e apertura al mercato plurale, e serietà in chi si aggiudica l’appalto”. Senza interventi si rischia di “vanificare lo sforzo del Pnrr“, per cui resta “imprescindibile l’individuazione normativa della percentuale di scostamento, oltre che delle modalità operative e dei limiti della compensazione”.

Inoltre “l’Autorità sta aggiornando il bando tipo digitale per tutte le stazioni appaltanti prevedendo l’obbligo di inserimento nei bandi di gara delle clausole di revisione dei prezzi. Questo per recepire l’articolo 29 del dl 4/2022”, quello sul green pass. Anac, spiega una nota, ha effettuato anche la “verifica dei prezzi standard della Guida operativa (espressamente richiamati come riferimento per la revisione dei prezzi), che non risultano indicizzati, alcuni dei quali non sono aggiornati da anni. Ciò a vantaggio delle Stazioni appaltanti, applicando un’opportuna indicizzazione basata su dati Istat”. Per esempio: il lavanolo (fondamentale nel settore ospedaliero), fermo al 2013, con una rivalutazione oggi di +6,1%, i servizi di pulizia e disinfestazione, con una rivalutazione di +10,6% rispetto ai prezzi pubblicati nel 2013, e i servizi di ristorazione, con una rivalutazione di +4,4 per cento rispetto ai prezzi pubblicati nel 2016.

La nota di Anac è stata inviata ai ministri delle Infrastrutture Enrico Giovannini e dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti e al Presidente della Quinta Commissione del Senato Daniele Pesco. L’Autorità chiede che l’intervento normativo di adeguamento prezzi venga inserito nella conversione del decreto prevedendo espressamente all’articolo 29 un meccanismo di compensazione e non soltanto per i lavori pubblici, ma anche per servizi e forniture. “L’obiettivo dell’Autorità è quello di stabilire meccanismi che consentano di riguadagnare un equilibrio contrattuale, adeguando un aumento dei valori negli appalti per tenere conto dei costi reali”, spiega Busia. “In questo momento non dobbiamo guardare al risparmio immediato, ma riconoscere che bisogna avere clausole di adeguamento dei prezzi che tengano conto dei costi reali, indicizzando i valori inseriti nel bando di gara”.

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