La sospensione del nuovo statuto era disposta in via cautelare lo scorso 7 febbraio: i giudici avevano ritenuto che l'esclusione dal voto degli iscritti da meno di sei mesi fosse stata imposta in assenza di un regolamento approvato dal Comitato di Garanzia. Il M5S ha chiesto la revoca dell'ordinanza sostenendo l'esistenza di quel regolamento già dal 2018: proprio su questa base è stata convocata la nuova assemblea
Il Movimento 5 Stelle ha convocato un’assemblea degli iscritti il 10 e 11 marzo per ripetere la votazione sulle modifiche allo statuto tenuta il 2 e 3 agosto scorsi e annullata dal Tribunale di Napoli. Nella stessa occasione saranno approvate correzioni in tema di democrazia interna richieste dalla Commissione di garanzia degli statuti – un organo composto da cinque magistrati con sede alla Camera – per poter iscrivere il M5s al registro dei partiti politici, passaggio necessario per l’accesso ai rimborsi elettorali del 2xmille, deliberato dalla base lo scorso novembre.
La sospensione del nuovo statuto M5S e della nomina di Giuseppe Conte a presidente era disposta in via cautelare dal Tribunale di Napoli lo scorso 7 febbraio, in accoglimento del reclamo di un gruppo di attivisti contro una decisione precedente di segno opposto. I giudici avevano ritenuto che l’esclusione dal voto degli iscritti da meno di sei mesi fosse stata imposta – violando il vecchio statuto – in assenza di un regolamento approvato dal Comitato di Garanzia. In seguito, però, il Movimento ha scelto di reagire per via giudiziaria e ha chiesto la revoca dell’ordinanza di sospensione producendo, come anticipato dal fattoquotidiano.it, uno scambio di mail tra Vito Crimi e Luigi Di Maio che dovrebbe provare l’esistenza di quel regolamento fin dal novembre del 2018. L’udienza sulla causa è fissata al 1° marzo, prima della nuova assemblea, che è stata convocata considerando valido proprio il regolamento del 2018.