Roma dice addio alla funivia che avrebbe dovuto collegare il quartiere Casalotti con la stazione Battistini della linea A della metropolitana, alla periferia ovest della città. È questa la principale modifica apportata al Piano urbano della mobilità sostenibile, il Pums, approvato dall’Assemblea capitolina con 27 voti favorevoli, 6 contrari e 8 astenuti, e che in larga parte conferma il tracciato del sistema trasportistico dei prossimi dieci anni nella Capitale così come impostato dalla precedente amministrazione guidata da Virginia Raggi del M5s. Le modifiche al Pums, contenute in un maxiemendamento di giunta, sono minimali perché “gli atti di pianificazione hanno già una loro concretezza precisa e nel momento in cui il Pums non è approvato in Aula le conseguenze sono difficili da gestire”, ha spiegato l’assessore ai Trasporti, Eugenio Patanè. Le variazioni non hanno risparmiato però il quadrante ovest della città il quale, trovandosi a ridosso del Vaticano, è considerato strategico in vista del Giubileo del 2025.
Intanto dal ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile è arrivata lunedì la conferma di uno stanziamento di 1,6 miliardi per il completamento della Metro C e della tranvia Tva, Termini-Vaticano-Aurelio, la linea che collegherà la principale stazione ferroviaria con la zona vicina al Vaticano e che nel 2025 sarà fortemente interessata dai flussi turistici. In realtà è su tutto il quadrante che, in vista dell’evento giubilare, il Pums voluto dal sindaco Roberto Gualtieri, opera diverse modifiche.
Viene espunto il progetto della funivia: al suo posto nel breve periodo ci sarà con un collegamento con navette bus express le quali, attraversando via Boccea, in parte su corsie preferenziali, metteranno in collegamento i quartieri Casalotti e Battistini in 21 minuti. Costo dell’operazione, 500mila euro a fronte dei 109 milioni della funivia. Tra le ipotesi in campo, al posto della funivia, sul medio periodo, invece, si sta ragionando su una tranvia oppure un people mover, una sorta di trenino leggero, sopraelevato, come ce ne sono in diverse città internazionali e in alcuni aeroporti. Accanto a questo si aggiunge lo sfioccamento della linea A, per collegare i quartieri Primavalle e Montespaccato: nascerà quindi una linea A2 che passerà anche per largo Millesimo e Monte Mario. Contestualmente, in via dell’Acquafredda, sarà realizzato un nodo di scambio a servizio dell’intersezione stradale tra la via Aurelia e il Grande raccordo anulare. Si conferma lo sviluppo della funivia che collegherà Villa Bonelli alla stazione Eur Magliana, come previsto nel vecchio Pums.
In difesa della funivia Casalotti, su cui pende uno stanziamento da 109 milioni del Mims, si è sollevato il M5s: “Una scelta ridicola. Rimango basita su come si possa dire ai cittadini che si cancella un’opera già finanziata per progetti su cui non ci sono risorse”, ha detto la capogruppo del M5s ed ex assessora alla Mobilità, Linda Meleo. “I soldi sono incamerati e non sono persi, per noi l’opera però non è prioritaria. Stiamo valutando altre tecnologie più efficaci e veloci per quel collegamento”, ha replicato il suo successore, l’assessore in carica Patané.
Intanto la Capitale, oltre che sul piano delle nuove infrastrutture, se non vuole essere impreparata in vista del 2025 deve procedere anche sulla manutenzione dell’esistente. Per questo, tra la primavera e l’estate, le linee A e B andranno incontro a chiusure anticipate alle 21. Da aprile a giugno il provvedimento interesserà la linea B, mentre sulla linea A si comincerà a giugno e si andrà avanti per 18 mesi. A luglio sospenderà le corse anche il tram 8, quello che collega piazza Venezia e Casaletto, sempre a ovest di Roma, per circa 6 mesi. Gli interventi di manutenzione riguarderanno gli armamenti, le banchinette e i sistemi antincendio. Il servizio nei mesi di sospensione sarà garantito da navette bus sostitutive. Resta invece problematica la situazione della linea C della metropolitana, per la quale l’assessore capitolino sta richiedendo al ministero una proroga “di almeno diciotto mesi sulla revisione dei treni“, la quale avrebbe dovuto essere stata già avviata lo scorso anno. Il rischio è quello di un blocco totale del servizio nei prossimi mesi.
Nell’immagine in alto: il people mover in funzione a Bologna (Foto Guido Calamosca/LaPresse)