Silvio Berlusconi le regalò una casa da “1,7 milioni di euro“, perché “lui aiutava sempre quelli che gli stavano attorno”. È il racconto di Cristina Ravot, cantante di Sassari convocata come teste nel processo Ruby Ter dal legale dell’ex premier, l’avvocato Federico Cecconi. La difesa sostiene la teoria di “un processo alla generosità” di Berlusconi, come lo ha definito lo stesso Cecconi rispondendo ai cronisti al termine dell’udienza. Ravot si era esibita, come ha spiegato lei stessa, in alcune serate, “cene molto eleganti”, a Villa Certosa con Mariano Apicella. Fu lui a presentarla al leader di Forza Italia: fu indicata come una tra le possibili fidanzate dell’allora premier e dopo le esibizioni alle serate private di Berlusconi arrivarono anche le partecipazioni a programmi targati Mediaset e Rai.
Nel processo Ruby Ter, Berlusconi è imputato per corruzione in atti giudiziari: secondo l’accusa, l’ex premier pagò le ragazze per le loro deposizioni in aula sulle “cene eleganti” di Arcore durante i processo 1 e 2. Per la difesa, invece, dalle testimonianze di oggi di Cristina Ravot e di Carolina Marconi, che non erano mai state sentite negli altri processi sul caso Ruby, “si è avuta la dimostrazione – ha sostenuto l’avvocato Cecconi – che vi è un’ampia platea di persone che hanno avuto, a diverso titolo, utilità da Berlusconi in modo del tutto disinteressato“.
Ravot ha raccontato in Aula che Berlusconi “acquistò per me nel 2008 un appartamento a Roma del ‘700 in piazza Campo dè Fiori da 170 metri quadri” del valore di “1,7 milioni di euro”, perché “lui aiutava sempre quelli che stavano attorno a lui a comprare casa, perché secondo lui la casa era la cosa fondamentale, ci diceva, perché quando era piccolo aveva sofferto, aveva avuto dei problemi con la casa, non so bene di che genere, e quindi voleva vedere le persone tranquille“.
“La mia foto andò sui giornali come la nuova fidanzata di Berlusconi – ha aggiunto la musicista, che si è anche commossa durante la deposizione – e il mio nome fu impropriamente accostato allo scandalo Ruby, per effetto di questo non ho avuto il rinnovo di un contratto in tv“. L’immobile del ‘700, poi, “andava mantenuto e aveva spese importanti, e quindi gli dissi che dovevo venderlo, non riuscivo a mantenerlo. Quindi lui dal 2011 mi mandò un bonifico mensile da 2500 euro al mese e io ci pagavo le rate dell’Agenzia delle entrate per un accertamento che avevo avuto”.
Berlusconi in questi anni “ha pagato per me soldi che poi andavano all’Agenzia delle entrate, per togliere l’ipoteca dalla casa e per 10 anni ha sostenuto le spese legali, versava 20mila euro al mese”. Ora, ha proseguito, “per non chiedere altri aiuti, ho chiesto un finanziamento, so che lui me li darebbe ancora, ma per anni lo ha fatto per questa ingiustizia tributaria che ho subito e tutto è nato quando il mio nome è uscito per il processo Ruby, anche se io non ero coinvolta e l’accanimento è partito da lì”. E ancora: “Gli piacevo come bella donna – ha detto Ravot – un approccio può esserci stato, a lui piace corteggiare un po’ tutti, donne e uomini, io gli ho voluto molto bene“.