Oltre 200 lavoratori di Tim, arrivati da tutta la Lombardia, hanno manifestato questa mattina sotto il Palazzo della Regione Lombardia contro lo scorporo della rete e lo “spezzatino dell’azienda” nell’ambito dello sciopero proclamato da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom. In una nota Cisl Lombardia ricorda che sono circa 8mila i posti di lavoro che in Lombardia sarebbero coinvolti nelle scelte della dirigenza di Tim e del governo, tra dipendenti diretti e di aziende dell’indotto. “Lo spezzatino di Tim attraverso lo scorporo della rete porterebbe a un forte indebolimento di un’azienda che nel passato è stata punto di riferimento internazionale”, spiega Enzo Mesagna, segretario regionale Cisl Lombardia, intervenuto al presidio. “Questo progetto pone forti dubbi sulla continuità occupazionale e mette a rischio il destino di migliaia di lavoratori. Un rischio -ha aggiunto- che non possiamo permetterci e che non vogliamo correre in alcun modo. Occorre pensare a nuovo modello di riferimento per il sistema delle telecomunicazioni. Abbiamo chiesto al governo di intervenire, visto che lo Stato è il secondo azionista del Gruppo Tim e il primo della società Open Fiber. Non stiamo scioperando perché siamo contarti allo sviluppo, ma perché vogliamo una Tim forte, integrata, che torni ad essere punto di riferimento nel settore delle tlc”. Nel corso della manifestazione, animata anche da un flash mob che ha chiamato in causa il governo sollecitando un intervento urgente, una delegazione è stata ricevuta dall’assessore regionale al Lavoro, Melania Rizzoli. “Siamo soddisfatti – ha commentato Silvio Belleni, segretario generale Fistel Cisl Lombardia – l’assessore ha dimostrato attenzione ai problemi dell’azienda e si è impegnata ad aprire un tavolo di confronto permanente. Il tema è il futuro di Tim e più in generale lo sviluppo tecnologico del sistema Italia. Di questo il governo dovrà occuparsi quanto prima”.