di Francesca Andronico, psicologa e psicoterapeuta
Il Governo Draghi, dopo aver escluso il bonus psicologo dalla finanziaria 2022, ha preso coscienza grazie a una petizione popolare dell’importanza che la salute mentale riveste per il paese e per i cittadini. Il primo organo politico a mostrare sensibilità e conseguenti azioni concrete era stato la Regione Lazio che, in collaborazione con l’Ordine degli Psicologi del Lazio, già aveva mobilitato risorse economiche importanti a favore dei cittadini, riaprendo dopo circa 40 anni i concorsi per incrementare la presenza della figura dello Psicologo nel Ssn.
Come categoria professionale ci riteniamo sufficientemente soddisfatti di vedere come la coscienza collettiva sia sempre più consapevole della rilevanza che ha la salute psicologica nella vita delle persone. Dico “sufficientemente” non per corporativismo, ma perché la salute psicologica è un aspetto fondamentale che la politica deve prendere in considerazione per assolvere al proprio mandato di tutela della salute pubblica.
Ci si è finalmente resi conto di come la salute non sia semplicemente l’assenza di malattia ma, citando l’Oms (1948), essa rappresenti “Uno stato di completo benessere fisico, sociale e mentale degli individui nel proprio contesto”. Sono passati più di 70 anni da questa definizione, ed è stata necessaria una pandemia mondiale per far comprendere la stretta correlazione tra mente, corpo e società. La grande opportunità che questo bonus offre ai cittadini, infatti, è quella di combattere il pregiudizio circa l’accesso alla presa in carico psicologica, considerato solo come extrema ratio nella soluzione di problemi già evidenti.
Il limite del provvedimento sta nel fatto che sovrappone la figura dello psicologo a quella dello psicoterapeuta, non legittimando di fatto l’intervento del professionista psicologo nell’ambito della prevenzione e del sostegno, ma solo nella terapia. La legge 56/1989 che istituisce la nostra figura professionale è assolutamente esplicita in questo senso laddove nell’articolo 1 riporta esplicitamente come gli psicologi si occupino di prevenzione, diagnosi, abilitazione/riabilitazione, sostegno, ricerca e didattica in ambito psicologico. Lo Psicologo infatti assume un ruolo centrale sia nel veicolare stili di vita che favoriscono il benessere, sia nell’evitare che si instaurino stili di vita disfunzionali per il soggetto, sia andando a lavorare sulle false credenze che si instaurano nei soggetti circa le abitudini di vita, sia costituendosi come modello significativo, diverso da quello abituale.
L’incremento della presenza della figura professionale va dunque a impattare favorevolmente sulla popolazione evitando di medicalizzare il concetto di Salute che, in linea con il già citato principio dell’Oms e coerentemente con gli obiettivi della politica dell’Ue in materia di salute (Commissione Europea, 2013), comprende il benessere dell’individuo a 360 gradi nel suo contesto di vita. Promuovere interventi psicologici evita anche l’insorgenza e la cronicizzazione di determinate patologie organiche, riducendo dunque la richiesta di intervento sanitario-medico con conseguente risparmio economico, così come dimostrato da uno studio del “The European House-Ambrosetti”.
Ci auguriamo che questo provvedimento costituisca un apripista per l’accesso alla presa in carico psicologica dei cittadini. E che permetta loro non solo di uscire dagli effetti psicopatologici della pandemia, ma anche di acquisire uno stile di vita più funzionale e utile al raggiungimento di una maggiore consapevolezza nella gestione della propria quotidianità. In un’ottica di tutela della salute pubblica completa e integrata, in cui il supporto psicologico risulti riconosciuto e assimilabile a quello offerto dagli altri interventi di cure primarie.