L'utile netto di 23,4 miliardi è lievitato di quasi il 500% rispetto al 2020, quando aveva già impressionato per essere cresciuto del 48%. “Puntiamo al valore, non al volume: del resto siamo un brand premium”, ha sintetizzato l'amministratore delegato svedese del gruppo Ola Källenius, presentando il bilancio 2021
Soldi a palate. Per evitare le critiche di un anno fa, Mercedes-Benz aveva anticipato lo scorso dicembre l’intenzione di premiare i lavoratori tedeschi del gruppo con un bonus straordinario di 6.000 euro legato ai risultati dell’esercizio 2021. Oggi, presentando il suo bilancio, ha ufficializzato di voler gratificare gli azionisti con un dividendo lievitato del 270%: 5 euro contro l’1,35 del 2020 che era già del 50% superiore a quello del 2019. Le osservazioni erano nate perché i 500 milioni di euro stanziati a favore degli investitori costituivano una cifra analoga a quella che il costruttore aveva risparmiato grazie agli ammortizzatori sociali scattati per la pandemia. Settanta centesimi sono riconducibili alla Daimler Trucks, la spin-off per i veicoli industriali quotata in Borsa lo scorso dicembre che quindi riconoscerà la prima cedola l’anno prossimo.
Nel nuovo assetto societario, al neonato Mercedes-Benz Group fanno riferimento Mercedes-Benz Cars & Vans che comprende i marchi AMG, Maybach e smart (al 50%) nonché i pacchetti azionari di altri costruttori (le cinesi Denza e BAIC Motor e la britannica Aston Martin), la divisione Mercedes-Benz Mobility e la controllata Daimler Trucks.
I ricavi del gruppo, paragonabili a quelli presentati dalla Daimler AG lo scorso anno, sono stati di 168 miliardi (34,1 dai Trucks) contro i 154,3 dell’esercizio precedente (32,5 dai Trucks) con un risultato prima degli oneri finanziari (Ebit) rettificato di 19,2 miliardi (+123%). Il contributo della divisione Trucks è stato di 2,1 miliardi (0,7 un anno fa), mentre il resto arriva dagli altri rami d’azienda (da 8 a 17,2 miliardi). L’utile netto di 23,4 miliardi è lievitato di quasi il 500% rispetto al 2020, quando aveva già impressionato per essere cresciuto del 48%.
Ola Källenius, l’amministratore delegato svedese del gruppo, ha rivendicato i risultati ottenuti nei due anni e mezzo alla guida della casa di Stoccarda, ringraziando ripetutamente i lavoratori, peraltro scesi del 3% da quasi 160.000 a meno di 155.000 tra il 2019 e il 2021.
Nello stesso periodo i costi fissi sono stati limati del 16%, le spese in ricerca e sviluppo sono state ridotte del 5% (da 8,1 a 7,7 miliardi) e gli investimenti sulle fabbriche sono state sforbiciate addirittura del 35% (da 5,9 a 3,8 miliardi). Nel contempo i ricavi per auto sono lievitati del 26% e adesso sfiorano i 50.000 euro.
“Puntiamo al valore, non al volume: del resto siamo un brand premium”, ha sintetizzato il manager scandinavo, che ha sottolineato il posizionamento di Mercedes come marchio di lusso. La domanda non manca, ha ricordato, precisando come l’azienda sia impegnata assieme ai suoi fornitori a ridurre i tempi di attesa.
I risultati sono legati a “un buon mix di prodotto”, a “prezzi netti solidi”, alla “costante disciplina dei costi” e ai “risultati favorevoli delle auto usate” con un ritorno sulle vendite rettificato del 12,7% (6,9% lo scorso esercizio) per la divisione auto e veicoli commerciali, mentre il ROS del ramo Mobility è stato addirittura del 22%. Con 1,944 milioni di esemplari immatricolati, -7%, Mercedes ha ceduto il primato di brand premium a Bmw, che lo aveva perso nel 2016), ma il fatturato è cresciuto dell’11% a 109,6 miliardi con un Ebit rettificato di 13,9 miliardi (+105%).
La nuova pietra filosofale è non perdere clienti vendendo meno, non per scelta, ma per effetto della carenza di semiconduttori, mantenendo listini elevati. I modelli più esclusivi, come la GLS, la EQS, la Classe G, le gamme AMG e Maybach, sono stati venduti in 305.000 unità, il 30% in più rispetto al 2020, e i volumi delle elettrificate sono schizzati del 64% (272.000). Fra queste, le elettriche pure sono raddoppiate, da 47.000 a 90.000.
L’invasione russa in Ucraina potrebbe modificare le stime per l’anno in corso, durante il quale dovrebbe allentarsi la morsa sui semiconduttori. La previsione è per volumi in leggero aumento rispetto al 2021 e ritorni sulle vendite in calo per la divisione Mobility e stabili o in crescita per quelle Cars e Vans. La grande offensiva riguarderà la mobilità elettrica e mercati importanti come Cina e Stati Uniti.