La corte d’assise di Torino ha condannato all’ergastolo Massimo Bianco, la guardia giurata di 49 anni che nel 2021, a Torino, aveva ucciso a colpi di pistola la moglie, dalla quale era separato. La vittima, Angela Dargenio, aveva 48 anni. La sentenza è stata pronunciata oggi e ha respinto la tesi della Procura che aveva chiesto 30 anni di pena ritenendo le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti. Bianco fu arrestato il giorno stesso dalla polizia: secondo la ricostruzione della polizia la aspettò sul pianerottolo di casa e, quando la vide uscire dall’ascensore con le borse della spesa, le sparò 8 colpi. Poi confessò e chiese perdono ai figli che oggi hanno 18 e 26 anni.
Contro la richiesta del pm di riduzione della pena si era dichiarato l’avvocato di parte civile Stefano La Notte, che rappresenta i due figli della coppia. “Sono contrario alle attenuanti generiche – aveva detto il legale in aula – Non è un momento di follia, non è il drammatico epilogo di una lite. È il prodotto di una cultura e di una mentalità di paese ancora molto presente in Italia: una donna non si deve separare”. La Notte ha parlato di “cultura maschilista e selvaggia”. “C’è una parte dell’Italia – osserva – che non ha ancora digerito l’idea che ci si possa separare. Sappiamo che la madre della vittima ha detto ‘meglio un tumore di una figlia che si separa’”.
In aula, ad ascoltare la sentenza, anche la figlia della vittima e dell’imputato, Eleonora: “Lui ci ha tolto la cosa più bella che avevamo. Noi ora gli togliamo la libertà. Per sempre” ha detto. A una domanda sull’atteggiamento della nonna materna, che aveva detto che la vittima “se l’era cercata“, ha risposto di provare “disgusto” sia “per la mentalità” sia “per non avere capito quale valore aveva la mia mamma”. “Li lascio – ha concluso – nella loro ignoranza”.