È quanto successo nelle scorse ore a una coppia di genitori della Bergamasca: i fatti risalgono alla serata di martedì 22 febbraio e a riferirli sono gli stessi all'Eco di Bergamo. Le scuse del Papa Giovanni XXIII di Bergamo in una nota
Erano tornati a casa da qualche ore con i loro gemellini appena nati, un maschio e una femmina, quando è arrivata la chiamata dell’ospedale che li avvisava che c’era stato uno scambio di culla e che la bimba non era in realtà la loro figlia. È quanto successo nelle scorse ore a una coppia di genitori della Bergamasca: i fatti risalgono alla serata di martedì 22 febbraio e a riferirli sono gli stessi all’Eco di Bergamo. Mamma e bimbi erano stati dimessi quello stesso pomeriggio dall’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo dove quattro giorni prima era avvenuto il parto: “Mi sono ricordata di quando avevo espresso dubbi – ha raccontato la donna – di quando mi ero stranita nel vedere capelli e ciglia scure. La mia bimba appena nata aveva colori chiari, come i miei. Ma quella che ho accudito sin dal giorno dopo il parto, invece, era mora. Non era lei. Siamo volati al Papa Giovanni martedì notte e lì abbiamo incrociato la mamma che, al posto nostro, aveva accudito per giorni la nostra bimba mentre noi cullavamo la sua”.
A confermare lo scambio di culla il braccialettino, che la donna aveva già tagliato e messo da parte per conservarlo come ricordo: portava scritto il nome e il cognome di un’altra bambina, nata a pochi minuti di distanza da sua figlia. “L’errore – ha fatto sapere l’ospedale in una nota – è stato favorito dal fatto che le bambine sono nate a poche ore di distanza, con peso sovrapponibile e una storia clinica molto simile. Si è trattato di una situazione eccezionale, mai verificatasi in precedenza – prosegue la nota – nel nostro punto nascita dove vengono alla luce più di 4mila bambini ogni anno, generata – presumibilmente – dal mancato rispetto della procedura in essere, che prevede la verifica dei braccialetti identificativi della coppia mamma/neonato al momento dell’arrivo del bambino nella stanza di degenza della mamma dopo essere transitato dal Nido”. Intanto è stata una commissione interna alla struttura che dovrà ricostruire quanto accaduto e accertare le responsabilità.