La seconda generazione della monovolume bavarese cresce nelle dimensioni e nelle dotazioni tecnologiche, con un listino che parte da 34.600 euro. Ecco com'è e come va
Sette anni fa fu la prima BMW “tuttofare”, né berlina né sportiva né suv né familiare, e soprattutto, fu la prima BMW col motore davanti. Adesso, dalla moderna fabbrica pennellata dall’archistar Zaha Hadid in quel di Lipsia, nell’ex Germania Est, comincia a uscire la seconda generazione di quella sorprendente pioniera chiamata Serie 2 Active Tourer.
In sette anni il mondo in genere e in particolare quello delle quattro ruote, ha preso a galoppare – perlomeno a parole – verso la cosiddetta transizione energetica. In termini automobilistici, semplicemente, significa più elettricità. Al lancio, la Active Tourer edizione due parte con due motori termici puri – un diesel e un benzina – e due mild hybrid. A luglio, poi, toccherà alle versione ibride plug-in, accreditata di un’autonomia a emissioni zero fino a 90 km. La casa bavarese prevede che le ibride-con-la-spina potranno rappresentare il 30% delle vendite totali di una vettura che, con la prima generazione, si è fatta comprare da 35 mila italiani/italiane.
La nuova versione s’è fatta più grandina su tutti i lati, arrivando a 4,39 metri di lunghezza, 1,82 di larghezza e 1,58 di altezza. La spolverata di centimetri aggiuntivi regala un po’ di comodità in più ai passeggeri della seconda fila, accomodati sul divanetto 40/200/40 che, oltre a inclinarsi quasi come una sdraio da spiaggia, scorre di 13 cm avanti e indietro. Spazio nel bagagliaio ce n’è veramente tanto e il portellone ha l’apertura automatica di serie. Parecchi upgrade che prima si pagavano adesso la Active Tourer li monta pure sull’allestimento base. Così anche chi compra la meno costosa si sente meno taccagno. Ci sono anche optional a pagamento, tipo il riscaldamento dei sedili, che in realtà sono già a bordo ma vanno attivati. Una sfida probante per gli hacker di un certo livello…
Sotto il profilo estetico, la nuova generazione della Serie 2 Active Tourer appare meno “attapirata” nella vista laterale, dove non spiccano le maniglie (a filo), mentre davanti riusulta nettamente più aggressiva col gigantesco doppio rene.
Una volta entrati in macchina si è colpiti da due cose: la sensazione di comodità & spazio (la tuttofare s’è ispirata assai all’ammiraglia iX) e la scarsità di tasti e pulsanti sul cockpit e nei dintorni, caratterizzato dall’elegante curved display. Per governare la monovolume compatta tedesca è tutto un toccacciamento sul display e visivamente è come passare dall’immagine di una fisarmonica Organtone Dallapè made in Stradella, con la sua foresta di bottoncini, a quella dell’ukulele Fender suonato dai Train in “Hey, Soul Sister”, con le sue essenziali quattro corde. Il curvilineo pannello comandi è composto da due schermi, da 10,25” e 10,7” e ,sparita la tradizionale rotellona dal tunnel centrale, i tanti menù per gestire le tante funzionalità tecnico-edonistiche sono tutte sullo schermo di destra, che ha una grafica simile a quella degli smartphone. Non per niente il marketing BMW spinge sulla diarchia HiTech-HiTouch.
A proposito di pagamenti: il listino parte dai 34.600 euro della 218i (spinta dal tre cilindri a benzina da 136 cavalli). La più salata, in attesa delle plug-in, è la 223i xDrive, in allestimento Luxury, che viaggia oltre i 45 mila. La 223i col quattro cilindri di due litri abbinato al sistema elettrico ma “normale”, cioè senza trazione integrale, è la versione che abbiamo guidato dal centrissimo di Milano – la sciccosa BMW House appena aperta in via Verri a due passi da Montenapoleone – alle colline della Franciacorta, e ritorno.
Nei motori montati sulla Active Tourer 2022 il 90 per cento dei componenti è nuovo di zecca o modificato e sulla 223i debutta un nuovo sistema mild hybrid che complessivamente fornisce 218 cavalli di potenza: 204 dal quattro cilindri termico e 19 dal collega elettrico integrato nel cambio automatico a sette rapporti. Sia in autostrada che sul misto collinare, l’allegria del power-train, unito alla meticolosa insonorizzazione, permettono di viaggiare anche ben sopra i limiti autostradali ascoltando “Michelle” dei Beatles su Radio Rock con deferente ammirazione. I sistemi di assistenza alla guida di livello due ci sono tutti, a bordo, a studiarli ci penseranno gli acquirenti. Nel nostro test d’assaggio ci siamo concentrati sulla brillantezza del quattro cilindri, ricco di coppia già dai minimi e baldanzoso allorquando si passi alla mappatura Sport. Non siamo arrivati tuttavia ai 241 orari promessi dalla scheda tecnica, gli interessati potranno verificare sulle teutoniche autostrade o in pista.
Nella luccicante BMW House, nei giorni scorsi la casa bavarese ha organizzato degli incontri con i “Product Genius” di molte concessionarie. Il Product Genius è un figura professionale che da qualche anno si dedica a raccontare ai clienti la cosiddetta “esperienza di prodotto e di brand”, senza un diretto compito di vendita. Deve far emergere le aspettative del cliente, trasmettere emozione per il marchio, essere divertente-ma-competente. Insomma, il clima da instaurare con il potenziale acquirente deve profumare più di Tinder che di Amazon.