Germania e Francia avrebbero espresso la loro disponibilità ad escludere Mosca dal sistema di transazioni bancarie internazionale. Ma secondo Borrell "Non c'è ancora l'unanimità necessaria". Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha scritto su Twitter di aver ricevuto rassicurazioni dal collega italiano Luigi Di Maio sul fatto che l'Italia sosterrà l'esclusione di Mosca. Quelli di Francia e Italia sono i sistemi bancari più esposti verso la Russia in valore assoluto, circa 25 miliardi di euro a testa. Molto delicata anche la posizione dell'Austria (17 miliardi) con la sola banca Raiffeisen Bank che realizza in Russia il 39% dei suoi ricavi
In tema di sanzioni contro la Russia “non vi è alcuna richiesta di eccezione da parte dell’Italia”. Lo affermano fonti di Palazzo Chigi, sottolineando che la posizione italiana “è allineata a quella della Ue”. Poco fa il ministro dell’Economia Daniele Franco, al termine dell’Ecofin informale di Parigi, ha però affermato che “L’eventuale esclusione della Russia dal sistema di pagamenti Swift creerebbe un “problema” rispetto al pagamento delle forniture di gas destinate all’Italia e ad altri Paesi Ue”. Poco prima il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba aveva scritto su Twitter di aver ricevuto rassicurazioni dal collega italiano Luigi Di Maio sul fatto che l’Italia avrebbe sostenuto l’esclusione di Mosca. In serata l’Alto rappresentante alla Politica Estera Ue Josep Borrell ha però affermato che “è oggetto di discussione, al momento non c’è ancora l’unanimità necessaria“. “La nostra unità è e sarà sempre la risposta più forte. Manteniamo una posizione coesa e decisa” ha detto poco fa il presidente del Consiglio Mario Draghi nel suo intervento al vertice Nato del pomeriggio sulla crisi in Ucraina.
Alla misura, considerata la più incisiva tra quelle allo studio, avrebbero dato un assenso di massima a denti stretti Francia e Germania. Più convinta l’adesione della Spagna. Per Berlino “tutte le opzioni sono sul tavolo” e anche un’esclusione della Russia da Swift sarebbe pensabile, se i membri dell’Ue fossero insieme dell’idea che la pressione sulla Russia possa essere in questo modo rafforzata, ha detto il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner. Poco prima la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock aveva spiegato che le cautele su una messa al bando della Russia dal sistema Swift riguardano le conseguenze ampie di tale scelta, ricordando ad esempio che in Iran si è poi reso impossibile finanziare le missioni umanitarie. Sullo Swift è “importante mantenere la calma, introdurre sanzioni che abbiano un effetto mirato sul sistema” e “non che solo suonino come grandi”.
Anche l’apertura della Francia è puntellata di distinguo. “La Francia è favorevole ad escludere la Russia dal sistema Swift” ha detto il ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire che pure in altre dichiarazioni è parso più prudente. “Diciamo molto chiaramente che tutte le opzioni sono sul tavolo. Ma quando hai un’arma nucleare finanziaria come questa tra le mani devi riflettere prima di usarla. Alcuni Stati membri hanno espresso riserve. Ne teniamo conto. La Francia non fa parte di questi stati, tengo a dirlo. Valuteremo con la Bce, con la Commissione, le conseguenze di quest’arma nucleare finanziaria. Questa valutazione verrà fatta non nei prossimi giorni, ma nelle prossime ore”, ha affermato Le Maire.
Quelli di Francia e Italia sono i sistemi bancari più esposti verso la Russia in valore assoluto, circa 25 miliardi di euro a testa. Molto delicata anche la posizione dell’Austria (17 miliardi) con la sola banca Raiffeisen Bank che realizza in Russia il 39% dei suoi ricavi. Il paese conta per circa l’1,5% di tutte le transazioni che avvengono tramite Swift, tra queste anche i pagamenti per il gas gestiti per lo più dalla banca statale Sberbank, la più grande del paese, non inclusa nel bando alle istituzioni finanziare russe decise ieri dalla Gran Bretagna. Questa mattina l’ex presidente del Consiglio Ue Donald Tusk aveva indicato in Germania, Italia e Ungheria come i paesi che più si opponevano alla misura. Ieri sera il presidente statunitense Joe Biden ha affermato detto che l’esclusione rimane un’ipotesi ma che al momento “alcuni paesi” si oppongono.