L’invasione russa dell’Ucraina ha spinto moltissime persone verso i confini di altri stati. Tra questi c’è la Romania dove in particolare al valico di frontiera di Porubne-Siret c’erano lunghissime code, anche di chilometri. I media riportano molti di casi di uomini che accompagnano alla frontiera mogli e figli e tornano indietro per combattere contro i russi. C’è chi poi affronta il viaggio per incontrare al confine i parenti che vivono in Occidente. Per questo al confine ungherese con la Romania c’è anche una quota di cittadini ucraini proveniente anche dall’Italia che attendono di poter incontrare e recuperare i parenti per portarli in salvo. Da questo confine, a Petea, arriva la testimonianza di una cittadina ucraina partita dall’Italia per incontrare la sorella e i due nipoti adolescenti che ora si trovano a 500 chilometri da loro. “Ci sono tre file di macchine, siamo bloccati. Abbiamo percorso 70 metri in 5 ore e la mia famiglia ha impiegato 15 ore per raggiungere una località per cui ne bastano 4-5. Ungheria e Romania fanno parte dell’Unione europea non ci dovrebbe essere un blocco al confine. Solo le persone a piedi riescono a passare con facilità. Ci hanno spiegato che potrebbero volerci ancora molte ore”.
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