Da giovedì 24 febbraio, giorno in cui Putin ha dichiarato guerra all'Ucraina, oltre 100 mila persone hanno lasciato il paese per arrivare in Polonia. Passano soprattutto donne e bambini, perché da venerdì in Ucraina vige l'obbligo militare per tutti gli uomini dai 18 ai 60 anni
Sono oltre 100.000 le persone che hanno lasciato l’Ucraina per arrivare in Polonia da giovedì 24 febbraio, giorno in cui la Russia ha dichiarato la guerra: la Polonia infatti, come ha resto noto ieri il ministro degli interni Pawel Szefernaker da Varsavia, ha aperto le frontiere ai profughi.
Le code delle auto alle frontiere sono lunghissime: secondo quanto riferito dall’Ansa l’attesa per l’ingresso nel paese può durare fino a 10 o 12 ore. Da ieri in Ucraina è entrato in vigore l’obbligo militare per tutti gli uomini tra i 18 e i 60 anni, quindi ad arrivare in Polonia sono principalmente donne e bambini: succede che alcuni uomini arrivino alla frontiera con la famiglia e tornino poi in Ucraina, per scelta o perché rimandati indietro dalla guardia di frontiera ucraina.
Alcune testimonianze fotografiche ritraggono luoghi allestiti appositamente per accogliere i profughi, come avviene nella città polacca di Przemysl: in un parcheggio si è improvvisato un centro di accoglienza dove si può ricevere un pasto caldo, beni di prima necessità, o dove si può aspettare un treno, un autobus o eventuali familiari.
Secondo quanto dichiarato dal ministro polacco Szefernaker, a partire da oggi in Polonia saranno organizzati luoghi di accoglienza simili a quello di Przemysl in tutte le principali città della nazione. Lunghe code per passare la frontiera anche al confine con la Romania, che come la Polonia ha aperto le frontiere ai profughi. Si fanno passare donne, bambini e anziani, con qualsiasi documento che dimostra l’identità. Ogni cittadino ucraino viene trattato come rifugiato di guerra. Il governo romeno sta allestendo 39 centri di accoglienza capaci di ospitare fino a circa 7.000 persone per coloro che sceglieranno di rimanere nel Paese.