Gli Stati Uniti e l’Unione Europea, insieme a Gran Bretagna e Canada, trovano l’accordo ed escludono dallo Swift – il sistema circolatorio delle transazioni finanziarie internazionali – “selezionate banche russe”. In una nuova ondata di misure le potenze occidentali impongono anche sanzioni sulla Banca Centrale russa in modo che le riserve a sua disposizione non siano in grado di attenuare gli effetti delle sanzioni decise. E lanciano una stretta sui cosiddetti ‘passaporti d’oro’, prendendo di fatto di mira gli oligarchi, oltre a rafforzare la battaglia contro la disinformazione.

In una nota congiunta gli alleati “condannano la guerra scelta” da Vladimir Putin e ribadiscono il loro appoggio al governo e alla popolazione ucraina impegnati “nell’eroico sforzo di resistere all’invasione russa”. La guerra avviata da Putin rappresenta “un assalto alle norme fondamentali internazionali e a quelle che hanno prevalso sin dalla Seconda Guerra Mondiale. Ci assicureremo che questa guerra sia un fallimento strategico per Putin“, prosegue la nota, nella quale i leader occidentali si impegnano a “continuare a imporre costi alla Russia per isolarla ulteriormente dai sistemi finanziari e dalle nostre economie.

Nel dettaglio gli alleati si impegnano ad assicurare che “selezionate banche russe siano rimosse da Swift. Questo assicurerà che queste banche siano disconnesse dal sistema finanziario internazionale”. L’esclusione della Russia dallo Swift era fino a pochi giorni fa un’ipotesi lontana, considerata un’opzione nucleare. Acronimo di Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication, Swift è un sistema di messaggistica sicuro, universalmente accettato, che costituisce lo standard per chiudere velocemente i pagamenti di beni, servizi, materie prime, prodotti energetici. Ordini, scambi in valuta, vendite e acquisti passano da lì, con oltre 11.000 aziende e istituzioni finanziarie aderenti, una presenza in oltre 200 Paesi e un traffico di 42 milioni di messaggi al giorno.

Fra le altre misure c’è l’impegno a “imporre misure restrittive che prevengano alla Banca Centrale russa dal dispiegare le sue riserve internazionali” per attenuare l’effetto delle sanzioni, si spiega nella nota congiunta dei leader occidentali. Secondo alcune stime, nella Banca Centrale ci sarebbero 643 miliardi di dollari di riserve che il presidente Vladimir Putin ha accumulato prima della pianificata invasione dell’Ucraina.

“Ci impegniamo ad agire contro le persone e le entità che facilitano la guerra in Ucraina. In particolare ci impegniamo a prendere misure che limitino i cosiddetti passaporti d’oro, che consentono ai ricchi russi legati” a Mosca di “diventare cittadini dei nostri paesi e guadagnare l’accesso ai nostri sistemi finanziari”, prosegue la nota nella quale gli alleati occidentali di impegnano anche a lanciare una “task force transatlantica per assicurare l’effettiva implementazione delle sanzioni finanziarie identificando e congelando gli asset degli individui e delle società su cui sono state imposte sanzioni”. I leader occidentali quindi avvertono: “Siamo con il popolo ucraino in questo momento buio. Siamo pronti a prendere altre misure”.

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