di Michele Sanfilippo
Non c’è alcun dubbio: Putin è un uomo senza scrupoli, un assassino, probabilmente. Ma non è uno sciocco né un pazzo. Gioca con le contraddizioni e le debolezze di noi occidentali, che siamo sconvolti nel rivedere la guerra entro i nostri confini, dopo poco più di vent’anni che ci separano dai conflitti all’interno dell’ex Jugoslavia.
Ma eravamo molto meno urtati quando la Francia di Sarkozy metteva a ferro e fuoco la Libia o quando gli Stati Uniti (per volontà della Clinton, allora Segretario di Stato) creavano le condizioni per una nuova guerra civile in Siria. E mi sembra opportuno ricordare che da allora, in quelle aree, l’Isis ha trovato vere e proprie praterie per dilagare.
Non ho la minima intenzione di giustificare il comportamento di Putin. Ma non sentiamoci così migliori. Nella sostanza, noi Europei insieme con gli USA abbiamo agito con modalità simili e per obiettivi simili, con la differenza che qui da noi abbiamo preparato meglio il terreno, dal punto di vita mediatico, creando il mostro (Saddam, Assad, Gheddafi) che poi si sarebbe andati ad uccidere.
La Russia di Putin ha invaso il Donbass per la prima volta nel 2014, quasi 8 anni fa. Giunge proprio così inaspettata questa nuova invasione? In questi otto anni non si potevano incentivare maggiormente nuove politiche energetiche, magari nel settore delle rinnovabili? Il cambiamento climatico l’abbiamo già dimenticato eppure, nella mia regione, il Piemonte, il Po è praticamente asciutto.
Il fatto è che la politica non ha alcuna visione. Anche se la parola sostenibilità ormai la sentiamo ovunque, perfino negli spot pubblicitari dei fondi d’investimento, la politica persegue solo un’ottusa ricerca del profitto immediato.
La stessa ricerca che prima ci vede proferire minacce come: “ritorsioni inaudite”, “misure senza precedenti” (vedi i proclami di Biden dei giorni scorsi) ma poi, senza il minimo pudore, ci vede a tergiversare intorno a tenere la Russia fuori dallo SWIFT. Putin non ci dormirà la notte.
No, però sono ingiusto, bisogna dare atto all’occidente di aver annullato il GP di Formula 1 di Sochi e aver deciso di non giocare a San Pietroburgo la finale della Champions. Povera Ucraina.