Guerra all’Ucraina, ecco le parole che avrei voluto sentire nel nostro parlamento
Non sono andato in piazza a solidarizzare con l’Ucraina. Non ho firmato alcun appello, non ho sottoscritto manifesti. Gli slogan e le finte azioni, sempre finalizzate ad altri interessi travestiti da democrazia-simil-pelle, fanno orrore, come la guerra scatenata da Putin contro l’Ucraina, uno Stato ‘liquido’ dal punto di vista della storia. Fino a un secolo fa era parte della Russia prima e dell’Urss dopo. L’attuale Ucraina nacque nel mese di luglio del 1990, mentre era in corso la dissoluzione dell’Urss, con una Dichiarazione di Sovranità del Parlamento ucraino. La caratteristica ‘storica’, infatti, dell’Ucraina è l’odio verso l’Urss di ieri e la Russia di oggi. Per questo la guerra, iniziata nel 2014 con la riannessione della Crimea alla Russia e ora con l’invasione del territorio dell’Ucraina, non finirà presto perché l’odio è un’arma più potente dell’atomica. Non è l’esercito a combattere, ma un intero popolo unito dall’odio.
Ciò premesso, l’Occidente tutto, dagli Usa all’Europa, al Canada, è colpevole per avere pervicacemente voluto accerchiare la Russia dello zar Putin, allargando la Nato fino ai suoi confini naturali, provocando militarmente la Russia ed escludendo formalmente ogni trattativa diplomatica. Quello che non dice l’Occidente è che vuole sempre proteggere i propri interessi, a danno di qualcuno che non gli piace. L’aggressione contro gli altri non è solo militare, ma anche economica ed egemonica. Gli Usa impongono all’Europa comportamenti e scelte politiche in funzione dei loro interessi.
Da parte sua l’Europa – accozzaglia di Stati e Staterelli nazionalisti – non avrà mai una propria dignità né saprà difendere alcuno perché non ha politica estera comune, non ha economia comune, non ha prospettive comuni, ma solo una moneta che è vincolo di schiavitù. Il suo comportamento più che uno scatto di dignità democratica è paura per la propria debolezza, perché ogni decisione di restrizione sanzionatoria si riflette contro di essa.
Viene un momento, però, in cui ogni ragionamento e la stessa paura devono lasciare il posto ai principi, cioè all’interesse primario generale che afferma il Diritto, costi quel che costi, senza calcoli da mercanti o da venditori di fumo. Come è avvenuto durante la Resistenza in Italia, in Francia, in Inghilterra, in Grecia, in Norvegia contro il nazifascismo, a costo della vita. Nulla fu sacrificato, ma tutto fu donato con passione, consci dei rischi. Ragazzi e ragazze, giovani, uomini e donne, si opposero con i loro corpi e il loro indomito cuore, torturati, stuprate, morendo e nessuno pensò che potessero chiudere il gas e lasciarci al freddo.
Avrei voluto sentire da tutta Europa, dal presidente del Consiglio dei ministri italiano, affermare in Parlamento queste parole, senza esitazione:
Attraverso voi, deputati e senatori, mi rivolgo al Popolo che rappresentiamo, che ci ha delegato il proprio potere democratico. La nostra Costituzione nell’art. 11 solennemente afferma che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”. Di fronte alla protervia del dittatore sovietico abituato a stracciare impegni e onore, come fece nell’agosto del 1939 con la Polonia, alleandosi con Hitler (Patto Molotov-Ribbentrop), che ancora fa carta straccia di ogni trattato e diritto. Egli ha invaso la Ucraina, Nazione sovrana e indipendente.
A noi non è chiesta alcuna ‘cessione di sovranità’, ma ci è imposta dalla storia una scelta limpida di parte. Noi stiamo con l’Ucraina. Ciò comporta conseguenze gravi negli anni a venire in ogni settore, in ogni famiglia, nei singoli cittadini. Dipendiamo dalla Russia per il gas, usato dal sedicente zar Putin come arma di ricatto. Non cediamo e diciamo a Putin: ‘Chiudi pure il rubinetto del gas, perché preferiamo restare al freddo e se freddo sarà ci copriremo di maglioni, di coperte o batteremo i denti, ma non cederemo mai di fronte al sopruso e alla barbarie. Il Popolo italiano che ha combattuto il nazifascismo, combatterà anche il nazifascista Putin finché non ritirerà il suo esercito fino all’ultimo uomo e mezzo e non riparerà le distruzioni materiali, ricostruendo quanto ha distrutto.
Interrompiamo ogni rapporto, diplomatico, economico, commerciale. L’Italia, patria del Diritto e dei diritti, sta dalla parte dei «principi» a qualunque costo. Non temiamo né Putin né chi si illude di imitarlo, oggi e domani. Se il Parlamento non vota questa scelta del Governo italiano, non è degno di rappresentare l’Italia né di sedere in questo luogo dove la «Legge è sovrana e uguale per tutti». Se questa scelta non fosse condivisa dall’Europa, diciamo al Parlamento che siamo disposti ad andare da soli, perché l’Ucraina è l’ultima frontiera della retorica dell’Europa: o ci salviamo insieme, o moriamo da soli. Non abbiamo alternative. Solo il Diritto internazionale e la tutela dei diritti dei singoli cittadini e delle singole nazioni ci garantiscono il dovere alla dignità e alla Democrazia. Se non facciamo questo, tutti saremo degni compari di Vladimir Vladimirovič Putin, diventandone complici. Che Dio ci salvi da noi stessi e dalla nostra ignavia.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - “Desidero esprimere la mia totale solidarietà al Presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, professionista di comprovata competenza e integrità, recentemente bersaglio di un attacco inaccettabile da parte del Senatore Zaffini. Non dovrebbe essere necessario ricordare che la Fondazione GIMBE svolge un ruolo essenziale nel garantire analisi indipendenti e basate su evidenze scientifiche nel settore della sanità pubblica. Analisi che non solo aiutano l’opinione pubblica a comprendere la realtà dei fatti, ma forniscono strumenti indispensabili proprio a noi parlamentari per svolgere il nostro lavoro con cognizione di causa". Lo scrive in una nota la senatrice del Pd Susanna Camusso.
Ma ormai chiunque osi dissentire con l’operato del Governo Meloni – scienziati, magistrati, professori, giornalisti – viene puntualmente delegittimato. Peccato che sia lo stesso Presidente Zaffini ad ammettere che su sei decreti attuativi promessi per smaltire le liste d’attesa, sia stato approvato solo quello sul funzionamento della piattaforma nazionale di monitoraggio. La colpa? Dipende dal giorno: molto spesso è dei governi precedenti – nonostante la destra governi da tre anni – altre volte, come in questo caso, delle Regioni - nonostante la stessa destra stia spingendo per l’Autonomia. Mentre milioni di italiani non possono curarsi e il SSN è al collasso, il governo continua a giocare a scaricabarile, additando nemici immaginari e scaricando le colpe su chiunque tranne che su sé stesso”.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Dopo il record di 150.000 iscritti, Forza Italia rafforza il suo radicamento sul territorio con l’avvio della stagione dei Congressi Comunali e Circoscrizionali. Si parte da 9 regioni per eleggere i nuovi segretari comunali e circoscrizionali, in un percorso di partecipazione e crescita che coinvolgerà tutta Italia". Lo scrive Forza Italia sui suoi profili social.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Rispondo a chi ogni tanto ci accusa di non avere una visione. Certo che ce l'abbiamo, anche bella forte. Magari a qualcuno non piace, non sarà quello che si aspettavano dal Pd di prima, ma oggi il Pd è autodeterminato in questa direzione". In mezzo al dibattito su 'meglio presentarsi uniti o divisi per colpire uniti', innescato dalla proposta di Dario Franceschini, Elly Schlein continua a insistere sui temi piuttosto che sui tatticismi. E rilancia la visione del 'suo' Pd a fronte di perplessità, più o meno esplicite, avanzate nei suoi confronti nell'ultimo periodo.
"La giustizia sociale, la giustizia climatica, il lavoro dignitoso, l'innovazione, i diritti delle persone", elenca la segretaria dal palco della prima iniziativa col Terzo Settore (previste altre 4 a febbraio) a Monterotondo. Come aveva fatto la settimana scorsa davanti all'ospedale di Vicenza per parlare di sanità o con gli operai a Marghera o quelli della crisi Beko su lavoro e politiche industriali.
Alla questione aperta da Franceschini, Schlein ha però dato una risposta l'altra sera a Piazza Pulita dopo giorni di silenzi, conditi da freddezza dell'inner circle della segretaria. Andare divisi per colpire uniti? "Io continuo a insistere, sono testardamente unitaria", la risposta di Schlein. Insomma, nonostante al momento non vi siano passi avanti nella costruzione dell'alleanza, lo schema della segretaria non cambia. Resta 'testardamente unitario'. "Ce lo chiede la gente", la tesi di Schlein. Il sondaggio mandato in onda durante la trasmissione pare darle ragione con quasi l'80% degli elettori di centrosinistra a invocare un accordo tra le opposizioni.
Un accordo che però non c'è e la proposta di Franceschini ha avuto anche l'effetto di evidenziare ulteriormente le resistenze rispetto a un'alleanza organica. Basta leggere l'elenco di quelli che hanno promosso o quanto meno si sono detti interessati alla possibilità di 'marciare divisi, per poi colpire uniti' dopo il voto: da Carlo Calenda a Giuseppe Conte. Chi invece non è sembra interessato, è Romano Prodi che in una lunga intervista avverte: "Senza un programma condiviso non è politica, ma solo cinismo. Si possono anche vincere le elezioni, ma si uccide il Paese”.
"Ma come si può fare questo discorso due anni e mezzo prima delle elezioni?", si chiede Prodi. "Potrebbe essere l'ultima spiaggia alla vigilia del voto. Ma se partiamo dall'idea che non ci si può mettere d'accordo su un programma, mi pare difficile vincere le elezioni". L'Ulivo non è più riproponibile, aggiunge, "quel che si può fare è cercare quattro grandi problemi sui quali trovare una visione comune: sanità, casa, scuola, lavoro".
Non basta solo criticare: "Politica è dire quel che serve all'Italia per la distribuzione del reddito, la sanità, la casa. Non dire solo che mancano le risorse, ma dire come vanno riformati gli ospedali, i medici di base, le case di comunità". Chi può riuscire a federare il campo delle opposizioni in ordine sparso? Per Prodi la risposta è aperta: "Il problema è vedere chi è in grado di federare. Quel ruolo si conquista, non è dato. La competizione è aperta per tutti, Schlein e altri".
Tel Aviv, 1 feb. (Adnkronos) - Il primo ministro Benjamin Netanyahu sta valutando la possibilità di nominare il ministro degli Affari strategici Ron Dermer a capo del team negoziale di Israele per i colloqui sugli ostaggi con Hamas, secondo le notizie di Channel 12. Subentrerebbe al ruolo del capo del Mossad David Barnea. Secondo quanto riferito, Barnea resterebbe nella squadra insieme al capo dello Shin Bet Ronen Bar e all'uomo chiave per la presa degli ostaggi delle Idf Nitzan Alon, con Dermer a supervisionare i colloqui.
I funzionari israeliani hanno dichiarato che Netanyahu riconosce che i negoziatori vogliono fare tutto il possibile per garantire che la seconda fase dell'accordo sulla restituzione degli ostaggi con Hamas abbia luogo, e il premier vuole mantenere aperte le sue opzioni. Secondo Channel 12, i funzionari del team di Netanyahu affermano che, poiché i colloqui principali si stanno svolgendo con l'amministrazione Trump, dovrebbero essere guidati da qualcuno con una formazione più diplomatica, che non nella sicurezza.
Sembra che l'inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, abbia detto a Netanyahu che preferirebbe lavorare con Dermer e che ha delle riserve sulla collaborazione con l'attuale team negoziale. Witkoff e Netanyahu hanno parlato oggi, ha riferito Channel 12, aggiungendo che il primo ministro israeliano terrà un incontro stasera per decidere se inviare una delegazione di medio livello in Qatar questa settimana. In risposta, l'ufficio di Netanyahu ha affermato che "i resoconti non sono veri" e che "le decisioni sui negoziati saranno prese solo dopo il ritorno del primo ministro dagli Stati Uniti".
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - “Ieri è stato l’ultimo giorno di lavoro di dipendenti e dirigenti Rai a viale Mazzini. Lo storico palazzo, simbolo del Servizio Pubblico, che dagli anni 60 rappresenta la Rai, chiuderà per essere interessato da importanti ed ampi lavori di ristrutturazione". Lo dichiarano i componenti di Fratelli d’Italia della Commissione Vigilanza Rai.
"Interventi che consentiranno alla Rai di usufruire di una sede moderna, digitale e all’avanguardia, capace così di confrontarsi con un mercato televisivo sempre più competitivo. È un merito di questa dirigenza che oltre a garantire un sempre più ampio pluralismo, così come si pretende dal Servizio pubblico, un’offerta e una qualità nella programmazione, adesso garantirà alla Rai anche strutture di prim’ordine. Infatti, la sede di viale Mazzini si affiancherà al nuovo centro di produzione a Milano che sarà uno dei più avanzati in Europa. Al contempo va rivolto un vivo ringraziamento ai dipendenti Rai, che stanno affrontando con grande impegno e dedizione questo significativo momento di passaggio, che servirà a costruire il Servizio pubblico del futuro”.
Ramallah, 1 feb. (Adnkronos) - Le forze israeliane hanno arrestato due giornalisti palestinesi e sequestrato la loro attrezzatura nella città di Beit Ummar, a nord di Hebron, in Cisgiordania. Lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa, citando il giornalista Ihab al-Alami, che ha riferito, dopo essere stato rilasciato, che "lui e il suo collega, Nidal al-Natsheh, sono stati arrestati dai soldati israeliani mentre documentavano i danni su terreni di proprietà palestinese vicino all'insediamento israeliano illegale di Karmei Tzur". I soldati hanno sequestrato tre telecamere prima di costringerli ad abbandonare la zona, ha aggiunto il reporter.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Oggi a Roma si è svolta la Direzione Nazionale di Fratelli d'Italia, un momento di confronto interno al partito in vista del giro di boa della metà legislatura. Non si è trattato, evidentemente, di una seduta del Consiglio dei Ministri, un dettaglio che i deputati di Italia Viva, cui resta solo la polemica, potrebbero facilmente cogliere solo sfogliando un qualsiasi manuale di diritto costituzionale". Così Antonio Baldelli, deputato di Fratelli d'Italia, risponde alle polemiche sollevate da Italia Viva sull'assenza del Presidente del Consiglio all'assemblea di FdI e sulla presenza del capo della segreteria politica, Arianna Meloni.
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Paolo Farinella
Prete
Politica - 28 Febbraio 2022
Guerra all’Ucraina, ecco le parole che avrei voluto sentire nel nostro parlamento
Non sono andato in piazza a solidarizzare con l’Ucraina. Non ho firmato alcun appello, non ho sottoscritto manifesti. Gli slogan e le finte azioni, sempre finalizzate ad altri interessi travestiti da democrazia-simil-pelle, fanno orrore, come la guerra scatenata da Putin contro l’Ucraina, uno Stato ‘liquido’ dal punto di vista della storia. Fino a un secolo fa era parte della Russia prima e dell’Urss dopo. L’attuale Ucraina nacque nel mese di luglio del 1990, mentre era in corso la dissoluzione dell’Urss, con una Dichiarazione di Sovranità del Parlamento ucraino. La caratteristica ‘storica’, infatti, dell’Ucraina è l’odio verso l’Urss di ieri e la Russia di oggi. Per questo la guerra, iniziata nel 2014 con la riannessione della Crimea alla Russia e ora con l’invasione del territorio dell’Ucraina, non finirà presto perché l’odio è un’arma più potente dell’atomica. Non è l’esercito a combattere, ma un intero popolo unito dall’odio.
Ciò premesso, l’Occidente tutto, dagli Usa all’Europa, al Canada, è colpevole per avere pervicacemente voluto accerchiare la Russia dello zar Putin, allargando la Nato fino ai suoi confini naturali, provocando militarmente la Russia ed escludendo formalmente ogni trattativa diplomatica. Quello che non dice l’Occidente è che vuole sempre proteggere i propri interessi, a danno di qualcuno che non gli piace. L’aggressione contro gli altri non è solo militare, ma anche economica ed egemonica. Gli Usa impongono all’Europa comportamenti e scelte politiche in funzione dei loro interessi.
Da parte sua l’Europa – accozzaglia di Stati e Staterelli nazionalisti – non avrà mai una propria dignità né saprà difendere alcuno perché non ha politica estera comune, non ha economia comune, non ha prospettive comuni, ma solo una moneta che è vincolo di schiavitù. Il suo comportamento più che uno scatto di dignità democratica è paura per la propria debolezza, perché ogni decisione di restrizione sanzionatoria si riflette contro di essa.
Viene un momento, però, in cui ogni ragionamento e la stessa paura devono lasciare il posto ai principi, cioè all’interesse primario generale che afferma il Diritto, costi quel che costi, senza calcoli da mercanti o da venditori di fumo. Come è avvenuto durante la Resistenza in Italia, in Francia, in Inghilterra, in Grecia, in Norvegia contro il nazifascismo, a costo della vita. Nulla fu sacrificato, ma tutto fu donato con passione, consci dei rischi. Ragazzi e ragazze, giovani, uomini e donne, si opposero con i loro corpi e il loro indomito cuore, torturati, stuprate, morendo e nessuno pensò che potessero chiudere il gas e lasciarci al freddo.
Avrei voluto sentire da tutta Europa, dal presidente del Consiglio dei ministri italiano, affermare in Parlamento queste parole, senza esitazione:
Attraverso voi, deputati e senatori, mi rivolgo al Popolo che rappresentiamo, che ci ha delegato il proprio potere democratico. La nostra Costituzione nell’art. 11 solennemente afferma che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”. Di fronte alla protervia del dittatore sovietico abituato a stracciare impegni e onore, come fece nell’agosto del 1939 con la Polonia, alleandosi con Hitler (Patto Molotov-Ribbentrop), che ancora fa carta straccia di ogni trattato e diritto. Egli ha invaso la Ucraina, Nazione sovrana e indipendente.
A noi non è chiesta alcuna ‘cessione di sovranità’, ma ci è imposta dalla storia una scelta limpida di parte. Noi stiamo con l’Ucraina. Ciò comporta conseguenze gravi negli anni a venire in ogni settore, in ogni famiglia, nei singoli cittadini. Dipendiamo dalla Russia per il gas, usato dal sedicente zar Putin come arma di ricatto. Non cediamo e diciamo a Putin: ‘Chiudi pure il rubinetto del gas, perché preferiamo restare al freddo e se freddo sarà ci copriremo di maglioni, di coperte o batteremo i denti, ma non cederemo mai di fronte al sopruso e alla barbarie. Il Popolo italiano che ha combattuto il nazifascismo, combatterà anche il nazifascista Putin finché non ritirerà il suo esercito fino all’ultimo uomo e mezzo e non riparerà le distruzioni materiali, ricostruendo quanto ha distrutto.
Interrompiamo ogni rapporto, diplomatico, economico, commerciale. L’Italia, patria del Diritto e dei diritti, sta dalla parte dei «principi» a qualunque costo. Non temiamo né Putin né chi si illude di imitarlo, oggi e domani. Se il Parlamento non vota questa scelta del Governo italiano, non è degno di rappresentare l’Italia né di sedere in questo luogo dove la «Legge è sovrana e uguale per tutti». Se questa scelta non fosse condivisa dall’Europa, diciamo al Parlamento che siamo disposti ad andare da soli, perché l’Ucraina è l’ultima frontiera della retorica dell’Europa: o ci salviamo insieme, o moriamo da soli. Non abbiamo alternative. Solo il Diritto internazionale e la tutela dei diritti dei singoli cittadini e delle singole nazioni ci garantiscono il dovere alla dignità e alla Democrazia. Se non facciamo questo, tutti saremo degni compari di Vladimir Vladimirovič Putin, diventandone complici. Che Dio ci salvi da noi stessi e dalla nostra ignavia.
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Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
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Ma ormai chiunque osi dissentire con l’operato del Governo Meloni – scienziati, magistrati, professori, giornalisti – viene puntualmente delegittimato. Peccato che sia lo stesso Presidente Zaffini ad ammettere che su sei decreti attuativi promessi per smaltire le liste d’attesa, sia stato approvato solo quello sul funzionamento della piattaforma nazionale di monitoraggio. La colpa? Dipende dal giorno: molto spesso è dei governi precedenti – nonostante la destra governi da tre anni – altre volte, come in questo caso, delle Regioni - nonostante la stessa destra stia spingendo per l’Autonomia. Mentre milioni di italiani non possono curarsi e il SSN è al collasso, il governo continua a giocare a scaricabarile, additando nemici immaginari e scaricando le colpe su chiunque tranne che su sé stesso”.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Dopo il record di 150.000 iscritti, Forza Italia rafforza il suo radicamento sul territorio con l’avvio della stagione dei Congressi Comunali e Circoscrizionali. Si parte da 9 regioni per eleggere i nuovi segretari comunali e circoscrizionali, in un percorso di partecipazione e crescita che coinvolgerà tutta Italia". Lo scrive Forza Italia sui suoi profili social.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Rispondo a chi ogni tanto ci accusa di non avere una visione. Certo che ce l'abbiamo, anche bella forte. Magari a qualcuno non piace, non sarà quello che si aspettavano dal Pd di prima, ma oggi il Pd è autodeterminato in questa direzione". In mezzo al dibattito su 'meglio presentarsi uniti o divisi per colpire uniti', innescato dalla proposta di Dario Franceschini, Elly Schlein continua a insistere sui temi piuttosto che sui tatticismi. E rilancia la visione del 'suo' Pd a fronte di perplessità, più o meno esplicite, avanzate nei suoi confronti nell'ultimo periodo.
"La giustizia sociale, la giustizia climatica, il lavoro dignitoso, l'innovazione, i diritti delle persone", elenca la segretaria dal palco della prima iniziativa col Terzo Settore (previste altre 4 a febbraio) a Monterotondo. Come aveva fatto la settimana scorsa davanti all'ospedale di Vicenza per parlare di sanità o con gli operai a Marghera o quelli della crisi Beko su lavoro e politiche industriali.
Alla questione aperta da Franceschini, Schlein ha però dato una risposta l'altra sera a Piazza Pulita dopo giorni di silenzi, conditi da freddezza dell'inner circle della segretaria. Andare divisi per colpire uniti? "Io continuo a insistere, sono testardamente unitaria", la risposta di Schlein. Insomma, nonostante al momento non vi siano passi avanti nella costruzione dell'alleanza, lo schema della segretaria non cambia. Resta 'testardamente unitario'. "Ce lo chiede la gente", la tesi di Schlein. Il sondaggio mandato in onda durante la trasmissione pare darle ragione con quasi l'80% degli elettori di centrosinistra a invocare un accordo tra le opposizioni.
Un accordo che però non c'è e la proposta di Franceschini ha avuto anche l'effetto di evidenziare ulteriormente le resistenze rispetto a un'alleanza organica. Basta leggere l'elenco di quelli che hanno promosso o quanto meno si sono detti interessati alla possibilità di 'marciare divisi, per poi colpire uniti' dopo il voto: da Carlo Calenda a Giuseppe Conte. Chi invece non è sembra interessato, è Romano Prodi che in una lunga intervista avverte: "Senza un programma condiviso non è politica, ma solo cinismo. Si possono anche vincere le elezioni, ma si uccide il Paese”.
"Ma come si può fare questo discorso due anni e mezzo prima delle elezioni?", si chiede Prodi. "Potrebbe essere l'ultima spiaggia alla vigilia del voto. Ma se partiamo dall'idea che non ci si può mettere d'accordo su un programma, mi pare difficile vincere le elezioni". L'Ulivo non è più riproponibile, aggiunge, "quel che si può fare è cercare quattro grandi problemi sui quali trovare una visione comune: sanità, casa, scuola, lavoro".
Non basta solo criticare: "Politica è dire quel che serve all'Italia per la distribuzione del reddito, la sanità, la casa. Non dire solo che mancano le risorse, ma dire come vanno riformati gli ospedali, i medici di base, le case di comunità". Chi può riuscire a federare il campo delle opposizioni in ordine sparso? Per Prodi la risposta è aperta: "Il problema è vedere chi è in grado di federare. Quel ruolo si conquista, non è dato. La competizione è aperta per tutti, Schlein e altri".
Tel Aviv, 1 feb. (Adnkronos) - Il primo ministro Benjamin Netanyahu sta valutando la possibilità di nominare il ministro degli Affari strategici Ron Dermer a capo del team negoziale di Israele per i colloqui sugli ostaggi con Hamas, secondo le notizie di Channel 12. Subentrerebbe al ruolo del capo del Mossad David Barnea. Secondo quanto riferito, Barnea resterebbe nella squadra insieme al capo dello Shin Bet Ronen Bar e all'uomo chiave per la presa degli ostaggi delle Idf Nitzan Alon, con Dermer a supervisionare i colloqui.
I funzionari israeliani hanno dichiarato che Netanyahu riconosce che i negoziatori vogliono fare tutto il possibile per garantire che la seconda fase dell'accordo sulla restituzione degli ostaggi con Hamas abbia luogo, e il premier vuole mantenere aperte le sue opzioni. Secondo Channel 12, i funzionari del team di Netanyahu affermano che, poiché i colloqui principali si stanno svolgendo con l'amministrazione Trump, dovrebbero essere guidati da qualcuno con una formazione più diplomatica, che non nella sicurezza.
Sembra che l'inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, abbia detto a Netanyahu che preferirebbe lavorare con Dermer e che ha delle riserve sulla collaborazione con l'attuale team negoziale. Witkoff e Netanyahu hanno parlato oggi, ha riferito Channel 12, aggiungendo che il primo ministro israeliano terrà un incontro stasera per decidere se inviare una delegazione di medio livello in Qatar questa settimana. In risposta, l'ufficio di Netanyahu ha affermato che "i resoconti non sono veri" e che "le decisioni sui negoziati saranno prese solo dopo il ritorno del primo ministro dagli Stati Uniti".
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - “Ieri è stato l’ultimo giorno di lavoro di dipendenti e dirigenti Rai a viale Mazzini. Lo storico palazzo, simbolo del Servizio Pubblico, che dagli anni 60 rappresenta la Rai, chiuderà per essere interessato da importanti ed ampi lavori di ristrutturazione". Lo dichiarano i componenti di Fratelli d’Italia della Commissione Vigilanza Rai.
"Interventi che consentiranno alla Rai di usufruire di una sede moderna, digitale e all’avanguardia, capace così di confrontarsi con un mercato televisivo sempre più competitivo. È un merito di questa dirigenza che oltre a garantire un sempre più ampio pluralismo, così come si pretende dal Servizio pubblico, un’offerta e una qualità nella programmazione, adesso garantirà alla Rai anche strutture di prim’ordine. Infatti, la sede di viale Mazzini si affiancherà al nuovo centro di produzione a Milano che sarà uno dei più avanzati in Europa. Al contempo va rivolto un vivo ringraziamento ai dipendenti Rai, che stanno affrontando con grande impegno e dedizione questo significativo momento di passaggio, che servirà a costruire il Servizio pubblico del futuro”.
Ramallah, 1 feb. (Adnkronos) - Le forze israeliane hanno arrestato due giornalisti palestinesi e sequestrato la loro attrezzatura nella città di Beit Ummar, a nord di Hebron, in Cisgiordania. Lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa, citando il giornalista Ihab al-Alami, che ha riferito, dopo essere stato rilasciato, che "lui e il suo collega, Nidal al-Natsheh, sono stati arrestati dai soldati israeliani mentre documentavano i danni su terreni di proprietà palestinese vicino all'insediamento israeliano illegale di Karmei Tzur". I soldati hanno sequestrato tre telecamere prima di costringerli ad abbandonare la zona, ha aggiunto il reporter.
Roma, 1 feb. (Adnkronos) - "Oggi a Roma si è svolta la Direzione Nazionale di Fratelli d'Italia, un momento di confronto interno al partito in vista del giro di boa della metà legislatura. Non si è trattato, evidentemente, di una seduta del Consiglio dei Ministri, un dettaglio che i deputati di Italia Viva, cui resta solo la polemica, potrebbero facilmente cogliere solo sfogliando un qualsiasi manuale di diritto costituzionale". Così Antonio Baldelli, deputato di Fratelli d'Italia, risponde alle polemiche sollevate da Italia Viva sull'assenza del Presidente del Consiglio all'assemblea di FdI e sulla presenza del capo della segreteria politica, Arianna Meloni.