Guerra all’Ucraina, ecco le parole che avrei voluto sentire nel nostro parlamento
Non sono andato in piazza a solidarizzare con l’Ucraina. Non ho firmato alcun appello, non ho sottoscritto manifesti. Gli slogan e le finte azioni, sempre finalizzate ad altri interessi travestiti da democrazia-simil-pelle, fanno orrore, come la guerra scatenata da Putin contro l’Ucraina, uno Stato ‘liquido’ dal punto di vista della storia. Fino a un secolo fa era parte della Russia prima e dell’Urss dopo. L’attuale Ucraina nacque nel mese di luglio del 1990, mentre era in corso la dissoluzione dell’Urss, con una Dichiarazione di Sovranità del Parlamento ucraino. La caratteristica ‘storica’, infatti, dell’Ucraina è l’odio verso l’Urss di ieri e la Russia di oggi. Per questo la guerra, iniziata nel 2014 con la riannessione della Crimea alla Russia e ora con l’invasione del territorio dell’Ucraina, non finirà presto perché l’odio è un’arma più potente dell’atomica. Non è l’esercito a combattere, ma un intero popolo unito dall’odio.
Ciò premesso, l’Occidente tutto, dagli Usa all’Europa, al Canada, è colpevole per avere pervicacemente voluto accerchiare la Russia dello zar Putin, allargando la Nato fino ai suoi confini naturali, provocando militarmente la Russia ed escludendo formalmente ogni trattativa diplomatica. Quello che non dice l’Occidente è che vuole sempre proteggere i propri interessi, a danno di qualcuno che non gli piace. L’aggressione contro gli altri non è solo militare, ma anche economica ed egemonica. Gli Usa impongono all’Europa comportamenti e scelte politiche in funzione dei loro interessi.
Da parte sua l’Europa – accozzaglia di Stati e Staterelli nazionalisti – non avrà mai una propria dignità né saprà difendere alcuno perché non ha politica estera comune, non ha economia comune, non ha prospettive comuni, ma solo una moneta che è vincolo di schiavitù. Il suo comportamento più che uno scatto di dignità democratica è paura per la propria debolezza, perché ogni decisione di restrizione sanzionatoria si riflette contro di essa.
Viene un momento, però, in cui ogni ragionamento e la stessa paura devono lasciare il posto ai principi, cioè all’interesse primario generale che afferma il Diritto, costi quel che costi, senza calcoli da mercanti o da venditori di fumo. Come è avvenuto durante la Resistenza in Italia, in Francia, in Inghilterra, in Grecia, in Norvegia contro il nazifascismo, a costo della vita. Nulla fu sacrificato, ma tutto fu donato con passione, consci dei rischi. Ragazzi e ragazze, giovani, uomini e donne, si opposero con i loro corpi e il loro indomito cuore, torturati, stuprate, morendo e nessuno pensò che potessero chiudere il gas e lasciarci al freddo.
Avrei voluto sentire da tutta Europa, dal presidente del Consiglio dei ministri italiano, affermare in Parlamento queste parole, senza esitazione:
Attraverso voi, deputati e senatori, mi rivolgo al Popolo che rappresentiamo, che ci ha delegato il proprio potere democratico. La nostra Costituzione nell’art. 11 solennemente afferma che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”. Di fronte alla protervia del dittatore sovietico abituato a stracciare impegni e onore, come fece nell’agosto del 1939 con la Polonia, alleandosi con Hitler (Patto Molotov-Ribbentrop), che ancora fa carta straccia di ogni trattato e diritto. Egli ha invaso la Ucraina, Nazione sovrana e indipendente.
A noi non è chiesta alcuna ‘cessione di sovranità’, ma ci è imposta dalla storia una scelta limpida di parte. Noi stiamo con l’Ucraina. Ciò comporta conseguenze gravi negli anni a venire in ogni settore, in ogni famiglia, nei singoli cittadini. Dipendiamo dalla Russia per il gas, usato dal sedicente zar Putin come arma di ricatto. Non cediamo e diciamo a Putin: ‘Chiudi pure il rubinetto del gas, perché preferiamo restare al freddo e se freddo sarà ci copriremo di maglioni, di coperte o batteremo i denti, ma non cederemo mai di fronte al sopruso e alla barbarie. Il Popolo italiano che ha combattuto il nazifascismo, combatterà anche il nazifascista Putin finché non ritirerà il suo esercito fino all’ultimo uomo e mezzo e non riparerà le distruzioni materiali, ricostruendo quanto ha distrutto.
Interrompiamo ogni rapporto, diplomatico, economico, commerciale. L’Italia, patria del Diritto e dei diritti, sta dalla parte dei «principi» a qualunque costo. Non temiamo né Putin né chi si illude di imitarlo, oggi e domani. Se il Parlamento non vota questa scelta del Governo italiano, non è degno di rappresentare l’Italia né di sedere in questo luogo dove la «Legge è sovrana e uguale per tutti». Se questa scelta non fosse condivisa dall’Europa, diciamo al Parlamento che siamo disposti ad andare da soli, perché l’Ucraina è l’ultima frontiera della retorica dell’Europa: o ci salviamo insieme, o moriamo da soli. Non abbiamo alternative. Solo il Diritto internazionale e la tutela dei diritti dei singoli cittadini e delle singole nazioni ci garantiscono il dovere alla dignità e alla Democrazia. Se non facciamo questo, tutti saremo degni compari di Vladimir Vladimirovič Putin, diventandone complici. Che Dio ci salvi da noi stessi e dalla nostra ignavia.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Altri 43 migranti tornano in Italia dai centri in Albania. Presidente Meloni, errare è umano, perseverare è diabolico. Quanti altri viaggi a vuoto dovremo vedere prima che si metta fine a questa pagliacciata costosa per i contribuenti?”. Così Matteo Ricci, europarlamentare Pd, in un post sui social.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Terzo flop del ‘modello Albania’: la Corte d’Appello di Roma smonta l’ennesima trovata propagandistica del governo Meloni, sospendendo i trattenimenti e disponendo il trasferimento in Italia dei migranti deportati. Per la terza volta, la destra ha provato a forzare la mano e per la terza volta è stata bocciata. Hanno sprecato milioni di euro pubblici, violato diritti fondamentali e messo in piedi un’operazione disumana, solo per alimentare la loro propaganda. Un fallimento su tutta la linea, mentre il Paese affonda tra tagli alla sanità, precarietà e crisi sociale. Ora che farà Meloni? Toglierà la competenza anche alle Corti d’Appello per accentrarla a Palazzo Chigi?”. Così Alessandro Zan, responsabile Diritti nella segreteria nazionale Pd ed europarlamentare.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "La Corte d’Appello di Roma libera di nuovo immigrati irregolari per i quali potevano essere eseguite rapidamente le procedure di rimpatrio e rimette ancora la palla alla Corte di Giustizia Europea sulla questione dei Paesi sicuri. Le ordinanze che non convalidano i trattenimenti nel centro in Albania e che rimettono alla Corte di Giustizia la questione pregiudiziale, insistono sull’individuazione in via generale ed astratta dei “paesi sicuri”, ripercorrendo le motivazioni delle decisioni precedenti, senza giudicare delle posizioni dei singoli migranti. Peccato che la Corte di Cassazione ha ampiamente chiarito, lo scorso dicembre, che questa è una competenza del Governo e non della magistratura. Incredibile che la Corte d’Appello di Roma abbia considerato irrilevante questo principio e insista nel voler riconoscere ai singoli magistrati un potere che è esclusiva prerogativa dello Stato”. Lo dichiara la deputata di Fratelli d’Italia, Sara Kelany, responsabile del Dipartimento immigrazione.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Non stupisce la decisione della Corte d’Appello di Roma di bloccare, per l’ennesima volta, una misura, tra l’altro apprezzata anche in Europa, con cui l’Italia vuole fronteggiare l’immigrazione massiccia e garantire la sicurezza nazionale. I magistrati non usino il loro potere per contrastarne un altro, riconosciuto dalla costituzione e legittimato dagli italiani”. Lo dichiara il deputato della Lega Igor Iezzi.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “La Corte d’Appello di Roma libera ancora dei migranti irregolari che potevano essere rapidamente rimpatriati, rimandando di nuovo alla Corte di Giustizia Europea sulla questione dei paesi sicuri. Ma la Corte di Cassazione aveva chiarito che questa è una competenza del Governo. Evidentemente alcuni tribunali italiani considerano irrilevanti i principi fissati dalla Suprema Corte. Di fronte a questo non posso che esprimere profondo stupore". Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Lucio Malan.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “E anche oggi si certifica il fallimento di Meloni. I Centri per i migranti in Albania non sono la risposta al fenomeno migratorio, che richiede rispetto per i diritti umani e condivisione delle responsabilità a livello europeo. Nei comizi Meloni potrà continuare a dire che fun-zio-ne-ran-no ma nella realtà sono solo uno spreco immane di risorse. Se quei fondi fossero stati spesi per assumere infermieri e medici, o per aumentare gli stipendi di quelli che già lavorano nella sanità pubblica, allora si’ che sarebbero stati utili agli italiani!”. Così in una nota Marina Sereni, responsabile Salute e sanità nella segreteria nazionale del Pd.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “Quella dei Cpr in Albania è una gigantesca buffonata. Siamo di fronte a centri totalmente inutili nella gestione del fenomeno migratorio, pasticciato sul piano giuridico, lesivi dei più elementari diritti umani e anche costosissimi. Il governo dovrebbe scusarsi pubblicamente, chiudere i centri e destinare gli ottocento milioni di euro che finiranno in questi luoghi inutili e dannosi a sostegno della sanità pubblica”. Così in una nota, Pierfrancesco Majorino, responsabile immigrazione nella segreteria nazionale del Pd.
non riesci a leggere ilfattoquotidiano.it perché hai negato i consensi relativi alla pubblicità. Per continuare a leggerci accetta i consensi o diventa nostro Sostenitore (in questo modo navigherai senza nessuna inserzione).
Ti ricordiamo che il nostro lavoro ha un costo ripagato dalla pubblicità e dai sostenitori. Il tuo aiuto è per noi indispensabile.
Se clicchi “Accetta i consensi” acconsenti in questo modo al trattamento dei tuoi dati personali mediante l'impiego di tutti i cookie presenti sul sito, fermo restando la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento. Navigherai in modo totalmente gratuito e potrai visualizzare fino ad un massimo di 5 articoli al mese, e vedrai la pubblicità. Che cosa sono i cookie?
Se clicchi su “Rifiuta e Sostienici” sottoscrivi un abbonamento Sostenitore a “ilfattoquotidiano.it”, al costo promozionale di 1€ al mese per 3 mesi. A decorrere dal quarto mese il costo dell'abbonamento diverrà di 5,99€ al mese, il tutto mantenendo le tue attuali impostazioni. Da abbonato potrai navigare senza alcun tipo di pubblicità.
Paolo Farinella
Prete
Politica - 28 Febbraio 2022
Guerra all’Ucraina, ecco le parole che avrei voluto sentire nel nostro parlamento
Non sono andato in piazza a solidarizzare con l’Ucraina. Non ho firmato alcun appello, non ho sottoscritto manifesti. Gli slogan e le finte azioni, sempre finalizzate ad altri interessi travestiti da democrazia-simil-pelle, fanno orrore, come la guerra scatenata da Putin contro l’Ucraina, uno Stato ‘liquido’ dal punto di vista della storia. Fino a un secolo fa era parte della Russia prima e dell’Urss dopo. L’attuale Ucraina nacque nel mese di luglio del 1990, mentre era in corso la dissoluzione dell’Urss, con una Dichiarazione di Sovranità del Parlamento ucraino. La caratteristica ‘storica’, infatti, dell’Ucraina è l’odio verso l’Urss di ieri e la Russia di oggi. Per questo la guerra, iniziata nel 2014 con la riannessione della Crimea alla Russia e ora con l’invasione del territorio dell’Ucraina, non finirà presto perché l’odio è un’arma più potente dell’atomica. Non è l’esercito a combattere, ma un intero popolo unito dall’odio.
Ciò premesso, l’Occidente tutto, dagli Usa all’Europa, al Canada, è colpevole per avere pervicacemente voluto accerchiare la Russia dello zar Putin, allargando la Nato fino ai suoi confini naturali, provocando militarmente la Russia ed escludendo formalmente ogni trattativa diplomatica. Quello che non dice l’Occidente è che vuole sempre proteggere i propri interessi, a danno di qualcuno che non gli piace. L’aggressione contro gli altri non è solo militare, ma anche economica ed egemonica. Gli Usa impongono all’Europa comportamenti e scelte politiche in funzione dei loro interessi.
Da parte sua l’Europa – accozzaglia di Stati e Staterelli nazionalisti – non avrà mai una propria dignità né saprà difendere alcuno perché non ha politica estera comune, non ha economia comune, non ha prospettive comuni, ma solo una moneta che è vincolo di schiavitù. Il suo comportamento più che uno scatto di dignità democratica è paura per la propria debolezza, perché ogni decisione di restrizione sanzionatoria si riflette contro di essa.
Viene un momento, però, in cui ogni ragionamento e la stessa paura devono lasciare il posto ai principi, cioè all’interesse primario generale che afferma il Diritto, costi quel che costi, senza calcoli da mercanti o da venditori di fumo. Come è avvenuto durante la Resistenza in Italia, in Francia, in Inghilterra, in Grecia, in Norvegia contro il nazifascismo, a costo della vita. Nulla fu sacrificato, ma tutto fu donato con passione, consci dei rischi. Ragazzi e ragazze, giovani, uomini e donne, si opposero con i loro corpi e il loro indomito cuore, torturati, stuprate, morendo e nessuno pensò che potessero chiudere il gas e lasciarci al freddo.
Avrei voluto sentire da tutta Europa, dal presidente del Consiglio dei ministri italiano, affermare in Parlamento queste parole, senza esitazione:
Attraverso voi, deputati e senatori, mi rivolgo al Popolo che rappresentiamo, che ci ha delegato il proprio potere democratico. La nostra Costituzione nell’art. 11 solennemente afferma che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni”. Di fronte alla protervia del dittatore sovietico abituato a stracciare impegni e onore, come fece nell’agosto del 1939 con la Polonia, alleandosi con Hitler (Patto Molotov-Ribbentrop), che ancora fa carta straccia di ogni trattato e diritto. Egli ha invaso la Ucraina, Nazione sovrana e indipendente.
A noi non è chiesta alcuna ‘cessione di sovranità’, ma ci è imposta dalla storia una scelta limpida di parte. Noi stiamo con l’Ucraina. Ciò comporta conseguenze gravi negli anni a venire in ogni settore, in ogni famiglia, nei singoli cittadini. Dipendiamo dalla Russia per il gas, usato dal sedicente zar Putin come arma di ricatto. Non cediamo e diciamo a Putin: ‘Chiudi pure il rubinetto del gas, perché preferiamo restare al freddo e se freddo sarà ci copriremo di maglioni, di coperte o batteremo i denti, ma non cederemo mai di fronte al sopruso e alla barbarie. Il Popolo italiano che ha combattuto il nazifascismo, combatterà anche il nazifascista Putin finché non ritirerà il suo esercito fino all’ultimo uomo e mezzo e non riparerà le distruzioni materiali, ricostruendo quanto ha distrutto.
Interrompiamo ogni rapporto, diplomatico, economico, commerciale. L’Italia, patria del Diritto e dei diritti, sta dalla parte dei «principi» a qualunque costo. Non temiamo né Putin né chi si illude di imitarlo, oggi e domani. Se il Parlamento non vota questa scelta del Governo italiano, non è degno di rappresentare l’Italia né di sedere in questo luogo dove la «Legge è sovrana e uguale per tutti». Se questa scelta non fosse condivisa dall’Europa, diciamo al Parlamento che siamo disposti ad andare da soli, perché l’Ucraina è l’ultima frontiera della retorica dell’Europa: o ci salviamo insieme, o moriamo da soli. Non abbiamo alternative. Solo il Diritto internazionale e la tutela dei diritti dei singoli cittadini e delle singole nazioni ci garantiscono il dovere alla dignità e alla Democrazia. Se non facciamo questo, tutti saremo degni compari di Vladimir Vladimirovič Putin, diventandone complici. Che Dio ci salvi da noi stessi e dalla nostra ignavia.
Articolo Precedente
Guerra Russia-Ucraina, il delegato russo al vertice sul clima delle Nazioni Unite si scusa per l’invasione: “Nessuna giustificazione”
Articolo Successivo
FQChart, la guerra in Ucraina prende l’attenzione. Partiti stabili, ma crescono i Verdi
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Giustizia & Impunità
Albania, la Corte non convalida: liberi i 43 migranti. Opposizioni: ‘Fallimento di Meloni’. Da destra riparte l’attacco ai giudici: ‘Si sostituiscono al governo’
Politica
Almasri, ora la maggioranza vuole eliminare l’obbligatorietà dell’azione penale. M5s e Pd: “Così pm sotto il governo e politici impuniti”
FQ Magazine
Vespa scatenato difende il governo: “Ogni Stato fa cose sporchissime”. Opposizioni: “Superato il limite”
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Altri 43 migranti tornano in Italia dai centri in Albania. Presidente Meloni, errare è umano, perseverare è diabolico. Quanti altri viaggi a vuoto dovremo vedere prima che si metta fine a questa pagliacciata costosa per i contribuenti?”. Così Matteo Ricci, europarlamentare Pd, in un post sui social.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Terzo flop del ‘modello Albania’: la Corte d’Appello di Roma smonta l’ennesima trovata propagandistica del governo Meloni, sospendendo i trattenimenti e disponendo il trasferimento in Italia dei migranti deportati. Per la terza volta, la destra ha provato a forzare la mano e per la terza volta è stata bocciata. Hanno sprecato milioni di euro pubblici, violato diritti fondamentali e messo in piedi un’operazione disumana, solo per alimentare la loro propaganda. Un fallimento su tutta la linea, mentre il Paese affonda tra tagli alla sanità, precarietà e crisi sociale. Ora che farà Meloni? Toglierà la competenza anche alle Corti d’Appello per accentrarla a Palazzo Chigi?”. Così Alessandro Zan, responsabile Diritti nella segreteria nazionale Pd ed europarlamentare.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "La Corte d’Appello di Roma libera di nuovo immigrati irregolari per i quali potevano essere eseguite rapidamente le procedure di rimpatrio e rimette ancora la palla alla Corte di Giustizia Europea sulla questione dei Paesi sicuri. Le ordinanze che non convalidano i trattenimenti nel centro in Albania e che rimettono alla Corte di Giustizia la questione pregiudiziale, insistono sull’individuazione in via generale ed astratta dei “paesi sicuri”, ripercorrendo le motivazioni delle decisioni precedenti, senza giudicare delle posizioni dei singoli migranti. Peccato che la Corte di Cassazione ha ampiamente chiarito, lo scorso dicembre, che questa è una competenza del Governo e non della magistratura. Incredibile che la Corte d’Appello di Roma abbia considerato irrilevante questo principio e insista nel voler riconoscere ai singoli magistrati un potere che è esclusiva prerogativa dello Stato”. Lo dichiara la deputata di Fratelli d’Italia, Sara Kelany, responsabile del Dipartimento immigrazione.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Non stupisce la decisione della Corte d’Appello di Roma di bloccare, per l’ennesima volta, una misura, tra l’altro apprezzata anche in Europa, con cui l’Italia vuole fronteggiare l’immigrazione massiccia e garantire la sicurezza nazionale. I magistrati non usino il loro potere per contrastarne un altro, riconosciuto dalla costituzione e legittimato dagli italiani”. Lo dichiara il deputato della Lega Igor Iezzi.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “La Corte d’Appello di Roma libera ancora dei migranti irregolari che potevano essere rapidamente rimpatriati, rimandando di nuovo alla Corte di Giustizia Europea sulla questione dei paesi sicuri. Ma la Corte di Cassazione aveva chiarito che questa è una competenza del Governo. Evidentemente alcuni tribunali italiani considerano irrilevanti i principi fissati dalla Suprema Corte. Di fronte a questo non posso che esprimere profondo stupore". Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato, Lucio Malan.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “E anche oggi si certifica il fallimento di Meloni. I Centri per i migranti in Albania non sono la risposta al fenomeno migratorio, che richiede rispetto per i diritti umani e condivisione delle responsabilità a livello europeo. Nei comizi Meloni potrà continuare a dire che fun-zio-ne-ran-no ma nella realtà sono solo uno spreco immane di risorse. Se quei fondi fossero stati spesi per assumere infermieri e medici, o per aumentare gli stipendi di quelli che già lavorano nella sanità pubblica, allora si’ che sarebbero stati utili agli italiani!”. Così in una nota Marina Sereni, responsabile Salute e sanità nella segreteria nazionale del Pd.
Roma, 31 gen. (Adnkronos) - “Quella dei Cpr in Albania è una gigantesca buffonata. Siamo di fronte a centri totalmente inutili nella gestione del fenomeno migratorio, pasticciato sul piano giuridico, lesivi dei più elementari diritti umani e anche costosissimi. Il governo dovrebbe scusarsi pubblicamente, chiudere i centri e destinare gli ottocento milioni di euro che finiranno in questi luoghi inutili e dannosi a sostegno della sanità pubblica”. Così in una nota, Pierfrancesco Majorino, responsabile immigrazione nella segreteria nazionale del Pd.