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Guerra Russia-Ucraina, dai ministri ai consiglieri fino agli uomini di partito: ecco chi c’era al tavolo dei negoziati

Nella regione di Gomel, le due delegazioni sono state guidate dal ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, un fedelissimo del presidente Zelensky, e Vladimir Medinsky, consigliere di Putin, ex ministro della Cultura molto noto per il suo estremo nazionalismo. Non definito, ma confermato dal suo portavoce, un ruolo di Roman Abramovich, che però non era al tavolo

Ministri, vice-ministri, consiglieri, uomini di partito. Al tavolo allestito al confine tra Ucraina e Bielorussia, si sono seduti in undici – più uno – per il primo colloquio negoziale tra il governo di Kiev e la Russia di Vladimir Putin alla ricerca di una via d’uscita che permetta di fermare l’invasione dei territori ucraini ad opera delle truppe russe lanciate all’assalto dal Cremlino. Nella regione di Gomel, le due delegazioni sono state guidate dal ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, un fedelissimo del presidente Zelensky, e Vladimir Medinsky, consigliere di Putin, ex ministro della Cultura molto noto per il suo estremo nazionalismo.

Dal lato ucraino del tavolo, insieme a Reznikov, c’erano David Arakhamia, leader del partito di Zelensky, il vice ministro degli Esteri, Mykola Tochytskyi, già ambasciatore ucraino presso la Ue e poi in Gran Bretagna, Mikhailo Podoliak, consigliere del presidente e in questi giorni drammatici suo instancabile portavoce con i media, Rustem Umerov, uno dei tre deputati eletti a Kiev, Andryi Kostin, vice capo del gruppo di contatto trilaterale (tra Russia, Ucraina e l’Osce) per un cessate il fuoco nel Donbass.

Per quanto riguarda la delegazione russa, accanto a Medinsky ci sono Alexander Fomin, il generale viceministro della Difesa, il capo della commissione Difesa della Duma Leonid Slutsky e Andrei Rudenko, vice ministro degli Esteri dal 2019, dopo tre anni alla direzione del dipartimento che cura i rapporti con le ex repubbliche sovietiche, soprattutto Ucraina, Bielorussia e Moldavia. Nelle foto anche l’ambasciatore russo in Bielorussia Boris Gryzlov il ministro degli Esteri bielorusso Vladimir Makei, mentre non compare Roman Abramovich, fra i più ricchi oligarchi russi e in possesso di passaporto israeliano, che, secondo il Jerusalem Post, su richiesta di Kiev sarebbe in Bielorussia per partecipare ai negoziati. Il suo portavoce da Londra si è limitato a confermare il suo impegno negoziale senza fornire dettagli specifici: “Anche se l’influenza di Roman Abramovich è limitata – ha aggiunto – si è reso disponibile a fare un tentativo”.