Liz Truss domenica aveva tra l’altro assicurato sostegno alla partecipazione al conflitto di eventuali volontari britannici. Già domenica l'annuncio di Putin era stato presentato dall'agenzia Tass come una "risposta alle dichiarazioni aggressive in Occidente"
La decisione del presidente Vladimir Putin di mettere in stato d’allerta il deterrente nucleare russo è stata presa come una risposta alle “minacce” attribuite alla ministra degli Esteri britannica, Liz Truss, che domenica aveva tra l’altro assicurato sostegno alla partecipazione di “volontari” britannici alla guerra in Ucraina. A sostenerlo è stato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, secondo cui “vi sono state dichiarazioni inaccettabili fatte da diversi esponenti occidentali su possibili scontri fra Nato e Russia”. Peskov ha fatto pure dell’ironia, facendo riferimento a “dichiarazioni i cui autori non intendo svelare, sebbene si tratti del ministro degli Esteri britannico“.
Domenica l’annuncio di Putin era stato presentato dall’agenzia Tass, riportando le parole di Putin, come una “risposta alle dichiarazioni aggressive in Occidente”. La ministra britannica, in un’intervista, aveva argomentato: “Il popolo ucraino sta lottando per la libertà e la democrazia, non solo dell’Ucraina ma dell’intera Europa. E se vi sono persone che vogliono partecipare a quella lotta, le sosterrei nel farlo“. La Ue dal canto suo ha deciso di aiutare economicamente il Paese fornendo 450 milioni di euro per l’acquisto di armi letali e 50 milioni per materiale non letale.