Dopo il fine settimana che ha visto Vladimir Putin ordinare l’allerta del sistema di deterrenza nucleare, i mercati guardano con il fiato sospeso all’avvio delle trattative tra Mosca-Kyiv. I cali sono diffusi ma al momento senza situazioni di vendite da panico. Si attende anche di capire la portata delle nuove sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia. Quel che è certo è che “le condizioni per l’economia russa sono cambiate drammaticamente“, come ha ammesso la governatrice della Banca centrale Elvira Nabiullina, e i russi se ne stanno accorgendo. A tutti i residenti è stato vietato di trasferire valuta all’estero. Con il rublo in caduta libera – è crollato del 30% scendendo al minimo storico di 106 rubli per un dollaro – in tutto il paese si segnalano lunghe code davanti agli sportelli bancari per provare a ritirare contanti. Nel frattempo la Banca centrale oltre ad imporre di non soddisfare gli ordini di vendita di titoli da parte di stranieri ha alzato il tasso di riferimento dall’8,5 al 20% in seguito al “cambiamento delle condizioni esterne” che lo ha reso “necessario per rendere più attraenti i depositi“. Le nuove sanzioni imposte da stati esteri “hanno causato un aumento considerevole nel tasso di cambio del rublo e limitato le opportunità per la Russia di usare le sue riserve di oro e in valuta straniera”, ha spiegato Nabiullina. “Di conseguenza dobbiamo dispiegare un’ampia gamma di strumenti per mantenere la stabilità finanziaria”. Inoltre il settore bancario deve fronteggiare “uno strutturale deficit di liquidità” a causa della forte domanda di contante. Per far fronte alla penuria di liquidità, un decreto firmato da Putin impone agli esportatori russi di convertire in rubli l’80 per cento delle loro entrate.
The Moscow bank run: a queue for a Tinkoff ATM in the Liga shopping center in Khimki. There are about 70 people in line. Eyewitnesses say the money in the ATM runs out within 40 minutes. @bazabazon pic.twitter.com/MTMkEiCRHJ
— Jason Corcoran (@jason_corcoran) February 27, 2022
Nella notte la Bce ha fatto sapere che il braccio europeo della banca russa Sberbank e le sue divisioni in Croazia e Slovenia sono “in fallimento o in probabile fallimento” per il deterioramento della loro situazione di liquidità. Sberbank Europe “nel futuro vicino non sarà probabilmente in grado di pagare i suoi debiti in tempo” a causa della significativa” uscita di depositi in seguito all’impatto delle tensioni geopolitiche” e delle sanzioni. Sberbank, che copre una quota del mercato del credito russo di circa il 34%, nei giorni scorsi è già stata tagliata fuori dal sistema finanziario statunitense e dovrebbe essere tra gli istituti che la Ue escluderà dal sistema Swift. Esclusione rispetto alla quale Nabiullina ostenta tranquillità: “L’infrastruttura finanziaria nazionale continuerà a funzionare senza problemi ” visto che “il sistema di messaggistica finanziaria (FMS) può sostituire Swift all’interno della Russia e consente la connessione di partecipanti stranieri. Il sistema nazionale di pagamento delle carte elabora l’intero traffico sulle carte di pagamento all’interno della Russia” mentre “le carte dei sistemi di pagamento internazionali emesse dalle banche sanzionate continueranno a funzionare normalmente all’interno della Russia”.
Il prezzo dei credit default swap sulla Russia, prodotti per assicurarsi contro il fallimento di uno stato sovrano o di una società, è salito del 72% in una settimana. Per assicurare 100 milioni di dollari a cinque anni occorre spenderne 40, oltre a un altro milione di dollari all’anno di premi. Continua a rafforzarsi il dollaro, valuta rifugio per eccellenza.
Borse europee in rosso, a Londra affondano i titoli russi – La Borsa di Mosca è rimasta chiusa per l’intera giornata per evitare un crollo senza precedenti, ma quello che sarebbe potuto accadere nel caso in cui le contrattazioni si fossero svolte regolarmente lo si può desumere dal crollo dei depositary receipt (certificati che rappresentano le azioni di una società estera) di alcuni grandi gruppi russi quotati a Londra e da quello di alcuni etf che replicano l’andamento di indici azionari russi. Sulla piazza londinese Sberbank ha perso il 74%, Gazprom il 51%, Lukoil il 62,8%, Rosneft il 42,3%, Magnit il 74%. Tra gli Etf, VanEck Russia sta perdendo il 26%, iShare Msci Russia il 23,4% mentre Lyxor Msci Russia il 51,7%.
L’effetto domino si è fatto sentire sui mercati europei, a partire da quelli più esposti nei confronti di Mosca come Piazza Affari. Borsa Italiana, che ha sospeso dalle negoziazioni tutti gli strumenti finanziari negoziati su EuroMot e EuroTlx liquidati in rubli, è arrivata a cedere il 3% prima di terminare la seduta a -1,39% con Unicredit e Intesa di nuovo a picco. A guadagnare terreno solo i titoli legati al comparto della difesa: Leonardo (ex Finmeccanica) segna +15%. Ieri la Germania ha annunciato un incremento del suo budget per la difesa pari al 2% del Pil. Verosimile che comunque si concluda la crisi ucraina nei prossimi anni si assisterà ad un rafforzamento delle spese militari.
A Londra anche British petroleum è scivolata dopo l’annuncio della cessione della propria quota del 19,73% nel colosso del petrolio russo Rosneft. Secondo gli analisti di diverse case d’investimento sarà molto difficile per il gruppo trovare un acquirente. La vendita, ha fatto sapere Bp, comporterà costi fino a 25 miliardi di dollari (22,4 miliardi di euro). Shell in serata ha comunicato che a sua volta intende uscire dalle joint venture con Gazprom: tra queste la quota del 27,5% nel progetto per la produzione di gas liquefatto Sakhalin-II, la quota del 50% in Salym Petroleum Development e nella joint venture Gydan. “Shell – si legge nella nota – ha inoltre intenzione di mettere fine al suo coinvolgimento nel progetto di gasdotto Nord Stream 2“.
Nuovo balzo di gas e materie prime, poi il gas ripiega – Le nuove sanzioni, unite ai timori di una crisi energetica, hanno pesato ovviamente sulle quotazioni del gas in Europa. Ad Amsterdam il prezzo ha toccato un massimo di 128 euro (+37,4%) per poi ripiegare a 97,9 euro al megawattora. Nuovo balzo anche dei prezzi delle materie prime alimentari, con le quotazioni sui mercati internazionali del grano che sono salite del 6,7%, Russia e Ucraina sono tra i maggiori produttori ed esportatori globali. in primo luogo verso Egitto e Turchia. Avanzano anche il mais (+4%) e la soia (+2%).
Bene i titoli di Stato: in calo il rendimento dei Btp – Più calma la situazione sul mercato dei titoli di Stato con rendimenti in lieve calo perché sono percepiti come beni rifugio nell’attuale clima di incertezza e paura. Un bund tedesco paga lo 0,19%, 3 punti base in meno di venerdì. Il Btp decennale italiano ha brillato in Europa riducendo 12,8 punti base il suo rendimento, sceso all’1,70%: il mercato vede dilatarsi la tempistica di una stretta monetaria da parte della Bce (prezza un aumento dei tassi di 19 punti base in ottobre contro i 25 di venerdì) alla luce delle parole caute di alcuni componenti dell’Eurotower come Fabio Panetta che ha invitato ad agire “con prudenza” perché “il mondo è diventato più cupo, e i nostri passi dovrebbero essere ancora più piccoli”. Di conseguenza il differenziale (spread) ha chiuso in calo a 157 punti base.
Le sanzioni – I Paesi occidentali hanno già congelato circa il 50% delle riserve della banca centrale russa, quelle in dollari e in euro detenute in Paesi nel G7. La presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen ha poi annunciato lo stop alle transazioni con la banca centrale russa e l’esclusione di importanti banche russe dal sistema Swift. La lista è attesa oggi. Le misure prevedono anche, tra l’altro, un nuovo gruppo di persone colpite da sanzioni: “Perseguiamo gli oligarchi“, ha detto l’Alto rappresentante dell’Ue Josep Borrell. “Diamo la caccia alle ricchezze che profittano del regime di Putin”.
Oltre ad aver bloccato tutte le transazioni con la banca centrale russa, le sanzioni dell’amministrazione americana colpiscono anche fondo sovrano russo Rdif, “simbolo della cleptocrazia russa” cui Mosca si appoggiava “per raccogliere capitali all’estero, inclusi gli Stati Uniti”, e al suo ceo Kirill Dmitriev “noto alleato di Putin”, si legge in una nota del Dipartimento del Tesoro americano. Le sanzioni Usa contro Mosca colpiscono inoltre Sberbank e Vtb, prima e seconda banca del paese, e altre tre istituzioni finanziarie minori: Bank Otkritie, Sovcombank Ojsc Novikombank.