Molta molta confusione in attesa di capire quali saranno le sanzioni contro Mosca. In questo clima di incertezza l’agenzia Bloomberg riporta come alcuni trader di materie prime e operatori del settore abbiano ripreso ad acquistare petrolio russo, superando le reticenza degli ultimi giorni. Tra questi anche Pkn Orlen la più grande raffineria della Polonia (paese particolarmente ostile a Mosca) che ha comprato un carico di 700mila barili di greggio Urals, petrolio di riferimento del mercato russo, che dovrebbe essere consegnato a metà marzo in un porto della Lituania. Il gruppo Trafigura, uno dei più grandi trader di materie prime al mondi, ha prenotato una nave cisterna con una capacità di un milione di barile.

Questi operatori comprano anche in una situazione di incertezza perché il prezzo del petrolio russo è crollato da quando è iniziata l’invasione. Dopo aver analizzato con attenzione le sanzioni imposte dalla Casa Bianca alcune società hanno dedotto di poter continuare a movimentare petrolio russo senza incorrere in problemi particolari. Le misure statunitensi contemplano infatti la possibilità di continuare a pagare Mosca per la voce “energia”, categoria molto ampia che include il petrolio. Alcune società stanno vagliando ora anche le contromisure europee, in attesa di ulteriori informazioni sulle sanzioni che sono state annunciate ma non ancora formalizzate.

Il petrolio russo fa gola e in questo momento può garantire profitti da favola ma i trader devono fronteggiare anche i problemi con gli spedizionieri, restii a navigare in acque pericolose e con le banche occidentali, in questo momento molto caute nel finanziare transazioni di questo tipo. Nell’ultima settimana Ing, Rabobank, Credit Suisse e Société Générale hanno sospeso le operazioni di materie prime.

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