L’Inter crolla, il Milan stenta, il Napoli ne approfitta però solo dopo aver sprecato diverse occasioni, la Juve rimonta ma con calma. Sta diventando un campionato a perdere: non vincerà il migliore, ma semplicemente chi farà meno peggio degli altri. La grande vittoria del Napoli contro la Lazio non deve ingannare: può essere che quella dell’Olimpico sia stata la gara della svolta per la squadra di Spalletti e magari per tutta la Serie A, ma fino a questo punto tutte le big, nessuna esclusa, hanno deluso, mancando sistematicamente nei momenti decisivi, cedendo a turno tanto da ritrovarsi oggi più o meno allo stesso punto: la Juve all’inizio, il Milan e il Napoli quando erano arrivati ad avere fino a 10 punti di vantaggio polverizzati alla fine dell’autunno, poi è stata la volta dell’Inter che sembrava solo dover chiudere i giochi e invece li ha riaperti da sola.
Non solo non c’è una squadra in grado di ammazzare il campionato, ma forse neppure di vincerlo. L’Inter aveva illuso con quel mese di calcio stellare a cavallo tra novembre e dicembre, adesso stanno venendo a galla i limiti di una rosa con pochi ricambi all’altezza e troppi titolari appannati, lo stesso Inzaghi tanto lodato per il bel gioco sembra aver perso il bandolo della matassa. Ma del resto i nerazzurri vengono da una estate di totale smobilitazione, frettolosamente dimenticata: è raro che una squadra possa uscire indenne e ancora vincente da un simile ridimensionamento. Il problema è che dietro le rivali non hanno fatto quasi nulla per detronizzare i campioni, già quest’estate con l’immobilismo sul mercato e poi di conseguenza sul campo: il Milan, a parte il fortunoso successo nel derby, è involuto da settimane. A Napoli fino a ieri si parlava di una squadra terrorizzata dalla vittoria. Sta rientrando la Juventus, ma a ben vedere il ruolino di marcia è tutt’altro che esaltante (3 pareggi nelle ultime 5 partite), quanto al gioco di Allegri meglio stendere un velo pietoso. Davanti vanno così piano che persino i bianconeri ora sognano lo scudetto: se anche dovessero vincere tutte le 11 partite di qui alla fine arriverebbero al massimo a 83 punti, con un solo pareggio a quota 81. E nella storia il titolo non si è mai assegnato con così pochi punti. Insomma, nemmeno la matematica crede alla rimonta. Poi, certo, di questo passo tutto è possibile.
Si dirà che tutto questo in fondo è un bene, perché ci regala un campionato avvincente. È vero, ma solo in parte: il campionato è divertente perché è incerto, ma non perché è bello. Il livello si è abbassato drasticamente, anche nelle partite delle prime delle classe si vedono sempre più errori e meno giocate, l’ultimo big match decente è stato Atalanta-Inter (quando ancora entrambe le formazioni erano in forma), poi il nulla. La cartina di tornasole per il reale valore della Serie A è nel confronto con l’Europa. È lì che ci rendiamo conto di tutta la nostra pochezza. L’Inter, che rimane comunque la squadra più forte, con una delle sue migliori partite internazionali degli ultimi anni ha rimediato un sonoro 0-2 in casa. La Juve sul piano del gioco è stata ridicolizzata da un club di media classifica spagnola, il Villarreal. In Europa League, Napoli e Lazio sono naufragate contro Barcellona e Porto, è sopravvissuta solo l’Atalanta. Se l’Europa ci respinge, in Serie A alla fine una vincitrice bisognerà trovarla comunque. Una di queste piccole piccole Inter, Milan, Napoli o persino Juventus sarà comunque campione d’Italia. Che la dice lunga sul calcio italiano.