1) La condanna della guerra di Putin deve essere senza se e senza ma. La sua scelta è sbagliata e criminale e aggrava la situazione dell’area, oltre ad aprire drammatici scenari che parlano della Terza guerra mondiale. La guerra, come recita la nostra Costituzione, non è mai la soluzione.
2) Di fronte a questa guerra è necessario agire subito, rapidamente per la pace. Per questo giudico molto positivamente i negoziati tra il governo russo e quello ucraino che si aprono oggi. Si tratta di un fatto molto positivo da sostenere e a cui affidare le nostre speranze di pace nell’immediato. Qualunque sia l’accordo che possa scaturire da un negoziato, è migliore della situazione attuale di guerra che oltre ai morti produce odi difficilmente rimarginabili. Ogni cosa faciliti la chiusura delle ostilità è buona, ogni cosa le prolunghi e rischi di allargare il conflitto è negativa. Per questo occorre allargare la mobilitazione pacifista contro la guerra e l’esplosione degli odi e dei nazionalismi.
3) Per questo considero molto negativamente le posizioni della Ue e del governo italiano che invece di lavorare per la rapida composizione del conflitto lavorano alla sua radicalizzazione. Quando Draghi e Letta si schierano per la fornitura di armi all’Ucraina ponendo il problema della necessità di vincere la guerra, non lavorano per la pace ma per la guerra. Così come la Presidente della Commissione Europea, che non si pone mai l’obiettivo di una soluzione contrattata dei problemi ma lavora unicamente per approfondire il solco, con sanzioni e forniture di armi pagate dal bilancio Ue, lavora per la guerra. Questi governanti europei non mostrano solo una subalternità imbarazzante al governo degli Stati Uniti, ma anche una totale pochezza morale e politica, incapaci a vedere il vero problema di costruzione di un continente europeo di pace in una positiva relazione con la Russia.
4) Queste posizioni di contrapposizione frontale tra Russia ed Europa, che riproducono il clima isterico che caratterizzò la prima guerra mondiale, sono l’avversario da battere, sotto qualunque bandiera sia schierato. Sono il vero avversario. Il delirio odierno riproduce la duplice isteria della prima guerra mondiale. Quella dell’inizio, in cui tutti pensavano di poter vincere in poche settimane o pochi mesi – salvo poi dar luogo ad un conflitto che produsse milioni e milioni di morti. Quella della fine, in cui la posizione dei vincitori, con le terribili sanzioni inflitte alla Germania, posero le condizioni per la crescita del nazionalismo nazista e per la seconda guerra mondiale. Oggi non siamo come dopo l’11 settembre, ma come nelle folli giornate che aprirono la prima guerra mondiale.
La soluzione non è nell’impossibile vittoria ma nel compromesso, nella costruzione di una Europa neutrale, in grado di poter cooperare con la Russia, com’è bene che sia.
5) Questa follia manichea che coinvolge tutte le parti in causa è anche all’origine della drammatica situazione attuale. Putin è il colpevole, ma ha molti complici. In primo luogo la Nato, che in questi anni invece di lavorare per la pace ha lavorato per allargarsi ad est destabilizzando le relazioni con la Russia e ponendo le condizioni per questa guerra. La Nato in questi decenni, dopo il crollo del muro di Berlino, non ha lavorato per la pace ma per la guerra e adesso l’ha ottenuta. Complimenti!
In secondo luogo è del tutto evidente che gli accordi di pace di Minsk del 2014 non sono stati mai applicati e che il peso rilevante che le milizie armate neonaziste hanno assunto nel paese – riconosciute dal governo ucraino e rendendole in questo modo legali – ha reso impossibile l’applicazione degli accordi e la pacificazione della situazione. Spinta della Nato per il suo allargamento ad Est e favoreggiamento delle milizie neonaziste hanno determinato la situazione in cui è esplosa questa guerra criminale.
Chi individua in Putin il cattivo e negli altri i buoni ha sbagliato strada e mente sapendo di mentire. Soprattutto non individua l’unica strada per uscire da questo disastro! In questo contesto se vogliamo la pace l’unica strada è quella di prepararla, attraverso il dialogo e la cooperazione. Se vogliamo evitare la terza guerra mondiale, l’unica strada è quella di costruire il dialogo, non di mettersi l’elmetto come stanno facendo i nostri governanti. Per questo spingiamo per il dialogo e le trattative e costruiamo un grande movimento per la pace, il disarmo, lo scioglimento della Nato e la costruzione di una Europa neutrale.