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Guerra Russia-Ucraina, Airbnb offre alloggi gratuiti a 100.000 rifugiati: “Ognuno deve fare la propria parte”

L'annuncio: "Abbiamo bisogno di aiuto per raggiungere questo obiettivo. Il più grande bisogno che abbiamo è che più persone possano offrire la loro casa nei paesi vicini, tra cui Polonia, Germania, Ungheria e Romania"

Airbnb scende in campo per dare il proprio sostegno agli ucraini. Interessate in primis Polonia, Germania, Ungheria e Romania, per offrire supporto nell’accoglienza dei rifugiati all’interno dei loro confini. Ieri 28 febbraio la nota piattaforma di affitti online offrirà in maniera gratuita alloggi a breve termine a 100.000 rifugiati in fuga dall’Ucraina. Questi alloggi saranno finanziati da Airbnb, Inc. e dai donatori del Fondo per i Rifugiati di Airbnb.org, oltre che dalla generosità degli host attraverso Airbnb.org.

Ieri mattina il co-fondatore e CEO di Airbnb Brian Chesky, il co-fondatore di Airbnb e presidente di Airbnb.org Joe Gebbia, e il Chief Strategy Officer e co-fondatore di Airbnb Nathan Blecharczyk, hanno inviato lettere ai leader di tutta Europa per offrire il supporto necessario: “Abbiamo bisogno di aiuto per raggiungere questo obiettivo. Il più grande bisogno che abbiamo è che più persone possano offrire la loro casa nei paesi vicini, tra cui Polonia, Germania, Ungheria e Romania”, hanno annunciato su Twitter inserendo un link dove candidarsi e un altro per sostenere l’iniziativa, con una donazione che aiuti a coprire i costi. La piattaforma lavorerà infatti a stretto contatto con i governi per supportare al meglio le specifiche esigenze di ciascun Paese, mettendo a disposizione anche alloggi a lungo termine. L’annuncio è parte del constante lavoro di Airbnb.org. La scorsa settimana, ad esempio, l’organizzazione ha annunciato di aver offerto un alloggio a 21.300 rifugiati afgani, e fissato il nuovo obiettivo di offrire alloggi temporanei ad altre 20.000 persone provenienti da Afghanistan, Africa, Medio Oriente, Sud e Centro America e altre zone.

L’impegno di questi giorni, dunque, va ad aggiungersi allo sforzo prefissato. “Siamo certi – si legge in una nota – che gli host e i guest di tutto il mondo saranno pronti a fare la loro parte in questo enorme sforzo per aiutare le persone in fuga dall’Ucraina. Nei prossimi giorni, Airbnb e Airbnb.org condivideranno maggiori dettagli su come gli host e tutta la community potranno supportare questa iniziativa, anche offrendo alloggi gratuiti o scontati. Nel frattempo è possibile visitare Airbnb.org per conoscere maggiori dettagli su come offrire alloggi in tempi di crisi”.

E ancora: “Airbnb.org lavorerà direttamente con associazioni no-profit sul campo, responsabili per la prenotazione e il coordinamento dei soggiorni per gli ospiti rifugiati, indipendentemente da nazionalità, razza, etnia o genere”. Infine: “Poiché Airbnb.org lavora per individuare partner diretti in ogni Paese, i rifugiati e richiedenti asilo in fuga dall’Ucraina che necessitano di supporto immediato possono connettersi e visitare le risorse disponibili presso l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati”. Gli step da seguire sono stati poi pubblicati su Twitter dallo stesso Brian Chesky.