L'offensiva russa si avvicina alla capitale e dal governo arriva l'invito a lasciare la città con tutti "i mezzi tuttora disponibili". Le comunicazioni del presidente del Consiglio al Senato: "L'Italia non si volta dall'altra parte. Siamo pronti a ribattere per difendere i nostri valori. La risposta è stata ferma, rapida forte e unita". Sul gas: "Nel breve termine, saremmo in grado di assorbire anche una completa interruzione dei flussi da Mosca"
La Farnesina chiede agli italiani di lasciare Kiev il prima possibile, utilizzando tutti i mezzi disponibili, compresi i treni. Mentre una colonna di mezzi russi lunga 60 chilometri punta verso la capitale Ucraina (segui la diretta), il presidente del Consiglio Mario Draghi al Senato ribadisce l’invito apparso sul sito Viaggiare Sicuri: “Ai connazionali ancora presenti nella capitale Ucraina e dintorni è raccomandato di utilizzare i mezzi tuttora disponibili, inclusi i treni, per lasciare Kiev, negli orari in cui non c’è il coprifuoco. Si raccomanda la massima cautela“. A Kiev e nel resto del Paese “sono presenti circa 2.300 nostri connazionali, di cui oltre 1.600 residenti”, ricorda Draghi nel corso delle comunicazioni a Palazzo Madama. Molti hanno lasciato l’Ucraina dopo la prima raccomandazione arrivata dalla Farnesina, il 12 febbraio scorso, altri sono rimasti. Ora, spiega il premier, “la situazione potrebbe cambiare in conseguenza dell’andamento delle operazioni militari“.
Dopo le sue comunicazioni a Palazzo Madama, è nel corso della replica ai senatori che Draghi usa le parole più incisive, anche nei confronti del presidente russo Vladimir Putin. L’analisi degli errori del passato è “inutile se ci divide”, ammonisce il premier. “Forse Putin ci vedeva impotenti e divisi, inebriati dalla nostra ricchezza. Putin si è sbagliato, siamo pronti a reagire a ribattere e non lo facciamo perché vogliamo difendere il nostro espansionismo aggressivo, questo è quello che fa lui, noi lo facciamo per difendere i nostri valori“. E ancora: “Occorre fare in modo che non cambi i nostri valori altrimenti vince sempre l’avversario, vince quella storia che vogliamo tener fuori dal nostro presente, tra questi valori ci sono democrazia, libertà, pace, desiderio di prosperità“, ma anche “la lotta contro i cambiamenti climatici“. “Ho sentito prima dire che ci vuole più Europa – aggiunge Draghi – ma la realtà è che c’è più Europa. La risposta è stata ferma, rapida forte e unita. Questo è il grande cambiamento rispetto ad un atteggiamento velleitario degli ultimi decenni, quindi questa è una cosa importantissima”.
“Cremlino ascolti i russi contrari alla guerra” – Anche nel corso delle sue comunicazioni Draghi si è rivolto a Mosca: “Mentre condanniamo la posizione di Putin, dobbiamo ricordarci che questo non è uno scontro contro la nazione e i suoi cittadini – molti dei quali non approvano le azioni del loro Governo. Dall’inizio dell’invasione, sono circa 6mila le persone arrestate per aver manifestato contro l’invasione dell’Ucraina: 2.700 solo nella giornata di domenica. Ammiro il coraggio di chi vi prende parte. Il Cremlino dovrebbe ascoltare queste voci e abbandonare i suoi piani di guerra“. Poi il presidente del Consiglio chiarisce la posizione dell’Italia: “Abbiamo risposto all’appello del Presidente Zelensky che aveva chiesto equipaggiamenti, armamenti e veicoli militari per proteggersi dall’aggressione russa. È necessario che il Governo democraticamente eletto sia in grado di resistere all’invasione e difendere l’indipendenza del Paese. A un popolo che si difende da un attacco militare e chiede aiuto alle nostre democrazie, non è possibile rispondere soltanto con incoraggiamenti e atti di deterrenza. Questa è la posizione italiana, dell’Unione Europea, dei nostri alleati”, spiega Draghi.
“Finita illusione che la pace sia scontata” – “L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia segna una svolta decisiva nella storia europea. Negli ultimi decenni, molti si erano illusi che la guerra non avrebbe più trovato spazio in Europa. Che gli orrori che avevano caratterizzato il Novecento fossero mostruosità irripetibili. Che le istituzioni multilaterali create dopo la Seconda Guerra Mondiale fossero destinate a proteggerci per sempre. In altre parole, che potessimo dare per scontate le conquiste di pace, sicurezza, benessere che le generazioni che ci hanno preceduto avevano ottenuto con enormi sacrifici”, dice Draghi all’inizio del suo discorso a Palazzo Madama. “Le immagini che ci arrivano da Kiev, Kharkiv, Maripol e dalle altre città dell’Ucraina in lotta per la libertà dell’Europa segnano la fine di queste illusioni. L’eroica resistenza del popolo ucraino, del suo presidente Zelensky, ci mettono davanti una nuova realtà e ci obbligano a compiere scelte fino a pochi mesi fa impensabili. Voglio ribadire, ancora una volta, tutta la mia solidarietà, quella del Governo e degli italiani al Presidente Zelensky, al Governo ucraino e a tutte le cittadine e cittadini dell’Ucraina”, aggiunge Draghi. Dopo le sue parole, ovazione in Aula al Senato.
“L’Italia non si volta dall’altra parte” – “L’aggressione – premeditata e immotivata – della Russia verso un Paese vicino ci riporta indietro di oltre ottant’anni, all’annessione dell’Austria, all’occupazione della Cecoslovacchia e all’invasione della Polonia. Non si tratta soltanto di un attacco a un Paese libero e sovrano, ma di un attacco ai nostri valori di libertà e democrazia e all’ordine internazionale che abbiamo costruito insieme. Come aveva osservato lo storico Robert Kagan, la giungla della storia è tornata”, prosegue il premier. “Ora tocca a noi tutti decidere come reagire. L’Italia non intende voltarsi dall’altra parte“, chiarisce Draghi. “Il disegno revanscista del Presidente Putin si rivela oggi con contorni nitidi, nelle sue parole e nei suoi atti”, dice Draghi, spiegando che “le minacce di far pagare con ‘conseguenze mai sperimentate prima nella storia’ chi osa essere d’intralcio all’invasione dell’Ucraina, e il ricatto estremo del ricorso alle armi nucleari, ci impongono una reazione rapida, ferma, unitaria“.
“Resistenza ucraina e sanzioni sono efficaci” – “Sinora, i piani di Mosca per un’invasione rapida e una conquista di ampie fasce del territorio ucraino in pochi giorni sembrano fallire, anche grazie all’opposizione coraggiosa dell’esercito e del popolo ucraino e all’unità dimostrata dall’Unione Europea e dai suoi alleati”, prosegue Draghi. “Le truppe russe proseguono la loro avanzata per prendere possesso delle principali città. Una lunga colonna di mezzi militari è alle porte di Kiev, dove nella notte si sono registrati raid missilistici, anche a danno di quartieri residenziali, ed esplosioni. Aumentano le vittime civili di questo conflitto ora che l’attacco, dopo aver preso di mira le installazioni militari, si è spostato nei centri urbani“, segnala Draghi. Che poi aggiunge: “A fronte del rafforzamento delle misure difensive sul fianco est della Nato, il Presidente Putin ha messo in allerta le forze di deterrenza russe, incluso il dispositivo difensivo nucleare. È un gesto grave che però dimostra quanto la resistenza degli ucraini e le sanzioni inflitte alla Russia siano efficaci“.
“In grado di assorbire stop a flusso gas” – “L’Italia importa circa il 95% del gas che consuma e oltre il 40% proviene dalla Russia. Nel breve termine, anche una completa interruzione dei flussi di gas dalla Russia a partire dalla prossima settimana non dovrebbe comportare problemi. L’Italia ha ancora 2,5 miliardi di metri cubi di gas negli stoccaggi e l’arrivo di temperature più miti dovrebbe comportare una significativa riduzione dei consumi da parte delle famiglie. La nostra previsione è che saremo in grado di assorbire eventuali picchi di domanda attraverso i volumi in stoccaggio e altra capacità di importazione”, spiega Draghi al Senato. Ammettendo però che “in caso di interruzioni nelle forniture di gas dalla Russia, l’Italia avrebbe più da perdere rispetto ad altri Paesi europei che fanno affidamento su fonti diverse. Questo non diminuisce la nostra determinazione a sostenere sanzioni che riteniamo giustificate e necessarie”, ha chiarito il presidente del Consiglio. Per diversificare le fonti di energia “dobbiamo prima di tutto puntare su un aumento deciso della produzione di energie rinnovabili. Dobbiamo continuare a semplificare le procedure per i progetti onshore e offshore e investire sullo sviluppo del biometano. Il gas rimane un utile combustibile di transizione. Dobbiamo ragionare su un aumento della nostra capacità di rigassificazione e su un possibile raddoppio della capacità del gasdotto Tap“, ha spiegato poi Draghi. Sottolineando come sia “opportuno” che l’Unione Europea agevoli gli aiuti: “Questa crisi ci ricorda l’importanza di avere una visione davvero strategica e di lungo periodo nella discussione sulle nuove regole di bilancio in Ue”.