L'udienza è durata circa un'ora: sono intervenuti prima i legali del Movimento - i professori Claudio Consolo, Francesco Cardarelli e Francesco Astone - poi l'avvocato Lorenzo Borrè in rappresentanza dei tre attivisti napoletani che hanno impugnato la delibera di modifica dello statuto, sostenendo che dall'assemblea fossero stati esclusi gli iscritti da meno di sei mesi in assenza di apposito regolamento, che per il M5S invece esisteva dal 2018
Il giudice del Tribunale civile di Napoli, Francesco Paolo Feo, si è riservato di decidere sull’istanza di revoca dell’ordinanza che il 7 febbraio scorso ha sospeso in via cautelare il nuovo statuto del Movimento 5 Stelle e la successiva elezione di Giuseppe Conte a presidente. L’udienza, iniziata intorno a mezzogiorno e mezza, è durata circa un’ora: sono intervenuti prima i legali del Movimento – i professori Claudio Consolo, Francesco Cardarelli e Francesco Astone – poi l’avvocato Lorenzo Borrè in rappresentanza dei tre attivisti napoletani (Renato Delle Donne, Steven Brian Hutchinson e Liliana Coppola) che hanno impugnato la delibera di modifica dello statuto, sostenendo che dall’assemblea fossero stati esclusi in modo illegittimo gli iscritti da meno di sei mesi. Il verdetto arriverà probabilmente nei prossimi giorni.
Il giudice Feo è lo stesso magistrato di fronte al quale pende la causa di merito e che in prima istanza aveva rigettato la domanda cautelare, negando i presupposti d’urgenza, “non riscontrabili” – scriveva – “all’esito della comparazione fra l’interesse dei ricorrenti alla sospensione della delibera e quello dell’associazione convenuta (e quindi di tutti gli altri associati), alla prosecuzione dell’attività politica“. I tre attivisti però avevano fatto ricorso al Tribunale collegiale, che aveva dato loro ragione perché – si legge nell’ordinanza – i nuovi iscritti erano stati esclusi dall’assemblea del 2 e 3 agosto 2021 “in assenza di un regolamento adottato dal Comitato di garanzia su proposta del Comitato direttivo”, come invece prescriveva il vecchio statuto.
Pochi giorni dopo il M5S ha depositato istanza di revoca del provvedimento ai sensi del codice civile, sostenendo che quel regolamento in realtà esistesse fin dall’8 novembre 2018: a provarlo, come anticipato dal fatto.it, sarebbe uno scambio di mail tra l’allora capo politico Luigi Di Maio, che ne propone l’approvazione, e l’allora presidente del Comitato di garanzia Vito Crimi, che dà il proprio ok. Del regolamento, peraltro, si citava l’esistenza nella stessa convocazione (datata 17 luglio 2021) dell’assemblea che ha votato le modifiche allo statuto, seguendo la prassi adottata in tutti gli altri casi. Pochi giorni fa, peraltro, il Movimento ha convocato per il 10 e 11 marzo prossimi una nuova assemblea per rivotare le modifiche di agosto (e approvare le correzioni in tema di democrazia interna necessarie per accedere al 2xmille) escludendo ancora gli iscritti da meno di sei mesi proprio sulla base di quel regolamento. Una scelta su cui la dirigenza ha intenzione di insistere anche se l’esito del ricorso dovesse essere sfavorevole.