“I miei rapporti con Putin? Quello che abbiamo fatto quando eravamo al governo è sotto gli occhi di tutti”. Matteo Renzi, a Milano per la presentazione del libro-intervista di Alessandro Sallusti a Luca Palamara, “Lobby & Logge”, sollecitato dai giornalisti interviene sul tema della guerra in Ucraina rispondendo anche a Salvini che sostiene che i rapporto tra il leader di Italia Viva e il capo del Cremlino siano più forti dei suoi: “Siccome penso che non valga la pena litigare con Salvini su questo – ha aggiunto Renzi – trovo che in questo momento in cui si spara, la priorità sia quella di discutere di come agevolare il cessate il fuoco e di riprendere una soluzione diplomatica, che è assolutamente necessaria”.
Proponendo Angela Merkel come “inviato speciale” in grado di parlare tanto per l’Unione europea quanto per la Nato, l’ex presidente del Consiglio sostiene anche che quello di Enrico Letta “sarebbe un ottimo nome” come possibile candidato segretario della Nato per il dopo Stoltenberg. “Sarebbe bello che ci fosse un italiano. Letta è stato presidente del Consiglio, ha una riconosciuta esperienza in questo settore”, ha sottolineato.
In merito ai suoi rapporti con la Russia e alle sue dimissioni, avvenute in contemporanea con l’attacco di Putin all’Ucraina, dal Cda di Delimobil, la maggiore azienda russa di servizi di car-sharing, Renzi ha tenuto a precisare che si è trattato di un “segnale”, di un gesto di “rispetto e attenzione”. Quand’era stata diffusa la notizia della nomina di Renzi nel cda di Delimobil non era stato reso noto il compenso percepito dall’ex premier. I giornali avevano spiegato che l’intero consiglio riceveva complessivamente l’equivalente di un milione di euro. Proprio per il suo ingresso nel board di Delimobil, nell’autunno scorso il leader di Italia Viva era stato accusato da Pd e Movimento 5 stelle di conflitto di interessi con il suo ruolo di senatore.
Nessuna risposta, invece, su quanto ha guadagnato da questo incarico. “Le cifre sono pubbliche”, taglia corto, facendo riferimento alla dichiarazione dei redditi che, per legge, il parlamentare rende pubblica. Ma, essendo entrato nel cda nell’agosto scorso, le cifre saranno note tra diversi mesi. Al momento, infatti, l’ultima dichiarazione è quella del 2021 che fa riferimento ai redditi all’anno precedente.