Capita spesso nel linguaggio sportivo di utilizzare termini bellici. La dura realtà di questi giorni mi fa rivedere tutta la serie di metafore che allegramente abbiamo usato per raccontare una partita di calcio, di pallacanestro o una gara di ciclismo. Per enfatizzare una rivalità fra atleti, squadre o tifoserie, la durezza di un contrasto di gioco, la potenza di un tiro. Il conflitto fra Russia e Ucraina ha coinvolto tutti gli ambiti della nostra società, quasi in ogni parte del mondo. Quello dello sport ha risposto con appelli, manifestazioni pubbliche e sanzioni da parte delle federazioni.

I gesti mediatici sono essenziali per far sentire vicinanza a chi soffre e amplificare la voglia di pace diffusa. Ci sono stati anche quelli eclatanti di alcuni sportivi di primordine, soprattutto ucraini, che hanno deciso di imbracciare le armi per difendere il proprio territorio o hanno annunciato di farlo.

Il giorno dell’invasione russa, il 34enne pugile Vasiliy Lomachenko, ex campione del mondo dei pesi leggeri, si trovava in Grecia ma è rientrato immediatamente in patria, attraversando la Romania, per unirsi a un battaglione difensivo nei pressi di Odessa. Altri due famosissimi e titolati pugili hanno abbracciato la lotta: Wolodymyr Klitschko e suo fratello maggiore Vitali, sindaco di Kiev dal 2014, combattono per difendere la capitale.

Era lontano, in Inghilterra, anche Olexander Usyk, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra 2012 e detentore del titolo dei pesi massimi WBO quando ha annunciato di combattere per le strade ucraine.

L’ex tennista ucraino Stakhovsky, ritiratosi dal circuito da poco, ha manifestato l’intenzione di arruolarsi nei riservisti dell’esercito. “Sto cercando di tornare. Mi sono iscritto alle riserve la scorsa settimana. Non ho esperienza militare ma ho esperienza con una pistola privatamente” ha detto il 36enne.

Anche il calcio, da ieri, ha il suo combattente sul campo: Yuriy Vernydub, allenatore dello Sheriff Tiraspol, sorpresa dei gironi dell’ultima Champions League. “La mia famiglia è in Ucraina, cercherò di fare il possibile per tornare da loro. Sono orgoglioso delle persone che stanno combattendo per difendere il nostro Paese”. Dalla decisione al campo di battaglia è trascorso poco tempo: infatti Vernydub si è mostrato sui social mentre indossava la mimetica per unirsi ai corpi di difesa territoriale.

Non riesco a trovare una morale al termine di questo elenco tragico, che riguarda lo sport ma coinvolge e angoscia tutti. L’unica cosa che mi auguro, e al più presto, è che tutti questi sportivi tornino, sani e salvi, a difendere la bandiera del loro Paese nei campi di calcio, sul ring, in pista, in un mondo migliore di questo.

Post aggiornato alle ore 13:50 del 2 marzo 2022

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