Prima il messaggio drammatico di Volodymyr Zelensky che, in videocollegamento, ha chiesto all’Europa di “provare che sta con l’Ucraina”. Poi il voto (quasi) unanime del Parlamento Ue che, al termine della plenaria straordinaria a Bruxelles, si è schierato perché sia “concesso” a Kiev lo status di candidato per entrare nell’Unione. Sono stati 637 i voti a favore, 13 quelli contrari e 26 gli astenuti per la mozione che, tra le altre cose, ha condannato l’attacco della Russia. Tra i tredici contrari c’è anche l’eurodeputata ex Lega Francesca Donati.
Il videomessaggio di Zelensky – “Vorrei sentire da parte vostra che la scelta dell’Ucraina verso l’Europa viene incoraggiata. Vogliamo essere membri a pari diritti dell’Ue. Stiamo dimostrando a tutti che questo è quello che siamo”, ha detto Zelensky chiedendo agli eurodeputati di “provare” che l’Europa sta con Kiev. “Provateci che non ci lascerete soli e che siete davvero europei”, ha detto. L’intervento è stato accolto dalla standing ovation degli eurodeputati. Solo ieri il capo di Stato ha firmato la richiesta ufficiale di adesione all’Unione europea, richiesta che però, come già replicato da Bruxelles, richiede tempo e che non può essere accettata in breve tempo. “La nostra gente è molto motivata, stiamo combattendo per nostri diritti e libertà. Con l’Ucraina l’Ue sarà molto più forte“, ha ribadito Zelensky.
Il presidente ucraino ha anche accusato la Russia di attacchi ai civili, nonostante solo ieri Putin, in un colloquio con Macron, avesse dato l’impegno a risparmiare la popolazione in questa fase di trattative: “Putin parla di operazioni contro le infrastrutture militari“, ha detto oggi Zelensky, “ma si trattata di bambini, ieri ne ha uccisi 16 con i suoi missili. Sapevamo che ci sarebbe stato un prezzo da pagare ma la tragedia che stiamo vivendo è immane. Siamo sotto i bombardamenti, sotto l’attacco dei missili, è stata una mattinata tragica questa. Stiamo dando la nostra vita per la libertà”. E ancora: “Non riesco a dire buongiorno o buonasera, perché ogni giorno per qualcuno può essere l’ultimo giorno. Parlo dei cittadini ucraini che difendono la libertà a caro prezzo”. Quindi il presidente ucraino ha annunciato che, dopo i missili lanciati oggi sulla piazza della Libertà di Kharkiv, “d’ora in poi tutte le piazze delle nostre città si chiameranno piazza della Libertà“.
La spinta unanime di Metsola, Michel, Von der Leyen e Borrel: “È il nostro whater it takes” – Poco prima in Aula aveva parlato la presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola, rivolgendosi al capo di Stato Zelensky: “L’Eurocamera riconosce la prospettiva europea dell’Ucraina”, ha detto. E “come afferma chiaramente la nostra risoluzione, accogliamo con favore” la richiesta dell’Ucraina per lo status di candidato e lavoreremo per raggiungere tale obiettivo. Dobbiamo affrontare il futuro insieme”. E ha continuato: “Grazie per aver mostrato al mondo cosa significa reagire, grazie per averci ricordato i pericoli della condiscendenza. Gli atti quotidiani di straordinario eroismo degli ucraini ci ispirano tutti”, ha aggiunto Metsola. E “hanno mostrato al mondo che vale la pena difendere il nostro modo di vivere. Tutti coloro che ricordano di aver vissuto sotto occupazione lo confermeranno. Tutti coloro che reagiranno in Bielorussia. Tutti quelli che ci guardano in Moldavia e in Georgia”. Per Metsola “la risposta europea” all’invasione russa dell’Ucraina “è stata mostrata negli ultimi dolorosi giorni”. E citando la celebre frase pronunciata da Mario Draghi da presidente della Bce al tempo della crisi dell’Euro, ha detto: “Questo deve essere il nostro momento Whatever it Takes“. Infine ha concluso: “Gli Stati confinanti hanno accettato centinaia di migliaia di ucraini in fuga, gli europei hanno ospitato gli ucraini nelle loro case, Abbiamo implementato una serie di sanzioni massicce senza precedenti”. “L’Europa – ha concluso – è pronta ad andare ancora oltre”.
La linea di Metsola è stata confermata anche dal presidente del Consiglio Ue Charles Michel. Sulla richiesta di adesione dell’Ucraina all’Ue “dovremo essere all’altezza del momento: l’allargamento è un tema difficile, ci sono opinioni diverse” ma la domanda di Kiev “è simbolica, politica, forte e credo legittima”. Poi “spetterà alla Commissione esprimere un parere sulla base del quale il Consiglio si assumerà la propria responsabilità”.
Ursula Von der Leyen, presidente della commissione Ue, ha poi ribadito che “quello in corso è uno scontro tra lo stato di diritto e lo stato delle armi, tra democrazie e autocrazie, tra un ordine basato su regole e un mondo di nuda aggressione”. Oggi, ha detto, “l’Ue e l’Ucraina sono già più vicine che mai. C’è ancora una lunga strada da percorrere, ma sono sicura che nessuno in questo emiciclo può dubitare che un popolo che difende così coraggiosamente i nostri valori europei appartenga alla nostra famiglia”. E infine: “Il popolo ucraino alza la fiaccola della libertà per tutti noi con un coraggio immenso. Stanno difendendo le loro vite ma stanno anche lottando per i valori i universali e sono disposti a morire per questo”. Von der Leyen ha anche parlato dei rifugiati: “Proponiamo di attivare il meccanismo di protezione temporanea per garantire a questi rifugiati uno status sicuro e l’accesso alle scuole, alle cure mediche e al lavoro”, ha dichiarato. “Noi accogliamo gli ucraini che devono fuggire dalle bombe di Putin”, ha proseguito, ringraziando per il lavoro fatto finora in particolare Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria.
Infine ha parlato Josep Borrel, Alto rappresentante per la politica estera Ue: “Credo che questo sia il momento in cui l’Europa geopolitica nasce. Questo è l’atto di nascita dell’Europa geopolitica”.
Il dibattito in Aula. Ppe: “Ucraina benvenuta” – A nome del Partito popolare europeo (Ppe) ha parlato Manfred Weber: “L’Ucraina ci ha chiesto di aderire all’Ue. A nome del più grande partito al Parlamento europeo rispondo: sì, siete i benvenuti, sì appartenete all’Unione europea”, ha dichiarato. Weber ha poi espresso “ammirazione” per il coraggio e l’amore per la libertà degli ucraini, “eroi del nostro modus operandi e vivendi”. “Il prezzo della libertà si paga quando la libertà è persa”. Per il gruppo Id è invece intervenuto Marco Zanni che ha chiesto di preoccuparsi di Pechino: “Oltre alla Russia, c’è un “altro regime che minaccia” l’Occidente, “quello cinese. Non commettiamo gli stessi errori” fatti con la Russia. “Ridurre la dipendenza dell’Europa da questo Paese è un obbligo”.
Per Stéphane Séjourné del gruppo Renew, “l’Ucraina entrerà a far parte dell’Ue alla fine di un processo che prenderà anche degli anni, ma è importante far capire che i cittadini che fanno questi sacrifici fanno già parte della nostra comunità di destini”, ha detto in plenaria. “L’Ue ha dimostrato di essere un alleato del popolo ucraino e lo scudo che protegge la democrazia e la libertà di tutti i popoli” ha aggiunto, sottolineando come la risposta delle istituzioni europee sia stata finora “all’altezza del momento storico“.
Mentre il capodelegazione Pd Brando Benifei ha proposto che una delegazione Ue vada a Kiev: “‘Non c’è grandezza dove non c’è verità’ Sono parole di Tolstoj che David Sassoli citava alcuni mesi fa rivolgendosi a Putin, e anche oggi la verità serve a raggiungere la grandezza della pace”, ha dichiarato davanti all’assemblea. “Si tratta della verità del popolo ucraino che ha saputo resistere eroicamente insieme al presidente Zelensky, la verità di un’Europa che finalmente si impegna per la propria sovranità politica, energetica e di difesa e non ha paura di fare sacrifici per trovare una voce unica per fermare la guerra e salvare vite umane”. Quindi prima di tutto, ha continuato Benifei, “ci sono le vittime, i morti in Ucraina, i profughi da accogliere, i russi coraggiosi che non vogliono questo delirio militarista. Sapendo che ogni popolo deve essere libero, anche di sentirsi parte dell’Europa senza che qualcuno possa impedirglielo con la forza. Per questo diamo tutto il supporto necessario a chi oggi difendendosi difende anche le nostre democrazie sul suolo ucraino”. Ma non solo: “Dobbiamo essere coraggiosi, dobbiamo essere là: i nostri governi e le istituzioni europee vadano con una delegazione a Kiev a sollecitare il cessate il fuoco e a supportare le negoziazioni, Putin dovrà fermarsi e sarà così ancora più evidente anche ai suoi concittadini la follia sua e della sua guerra disumana. Per un’Ucraina libera, per un’Europa libera”.