Come è purtroppo noto tra gli effetti collaterali, ma non meno gravi, della pandemia di Covid ci sono le lunghissime liste di attesa per gli interventi. Nel solo 2020 sono state 6 miliardi le prestazioni non erogate. Ebbene di fronte a quella che è un’emergenza che difficilmente verrà smaltita nel giro di pochi mesi un gruppo di medici, una cinquantina di primari alcuni dei quali considerati luminari, hanno deciso restare oltre il limite della pensione senza percepire null’altro che quella per continuare a dare un contributo alla medicina e ai pazienti. “Siamo pronti a lavorare senza stipendio per 2 anni, per il bene del sistema sanitario” la proposta dei camici bianchi che vogliono accompagnare il turn over, cioè aspettare che il sistema sanitario assuma i giovani per sostenerli e avviarli alla professione.

A guidare questa proposta, spiegano i medici, è da una parte la passione per il proprio mestiere, dall’altra la paura che il pensionamento di tanti professionisti possa causare un vuoto nel sistema come riporta IlSole24 ore. “Ricordiamoci che ci sono attualmente 12mila medici in meno, questo è il nostro piccolo contributo”, sottolineano Nicola Mangialardi del San Camillo di Roma, Carlo Antona dell’Università di Milano, Michele Battaglia dell’Università di Bari, Francesco Musumeci del San Camillo di Roma, , dell’Università di Siena, dell’Ospedale civico di Palermo. Questi sono i primi firmatari di una proposta consegnata al governo, a cui stanno aderendo sempre più professionisti.

“Se il governo – spiegano – varasse un provvedimento ‘ad hoc’ valido fino al 2025, quando l’Italia sarà uscita dall’emergenza Covid consentendoci di dare volontariamente il nostro aiuto sul fronte dell’emergenza sanitaria, noi saremmo disposti a rinunciare allo stipendio ricevendo solo la pensione maturata al 7oesimo anno di età, quindi senza alcun aggravio perle casse dello Stato”. Due deputati, Filippo Devito e Roberto Morassut, proporranno un emendamento (da inserire in uno dei prossimi decreti sul rilancio dell’economia, probabilmente). Il testo menziona proprio “l’istanza volontaria di prosecuzione di rapporto di lavoro”, presentata “al direttore generale della struttura sanitaria pubblica ovvero alla figura apicale della struttura convenzionata, che si esprime nei trenta giorni successivi”. Inoltre, spiega il documento, “la prosecuzione del rapporto cessa automaticamente alla data di compimento del 72esimo anno di età”. E, per quanto riguarda l’indennizzo, si precisa che ‘al professionista è corrisposto il trattamento economico pari a quello pensionistico maturato al 7oesimo anno di età”.

Nel documento allegato viene anche spiegato che ‘l’Italia si trova di fronte ad una grave problematica riguardante la carenza di medici specialisti, determinata da un insieme di concause che si possono individuare, da una parte, nel numero non adeguato di posti annualmente definito per l’accesso alle Scuole di specializzazione di area sanitaria e, dall’altra, da un’elevata uscita dei medici per pensionamentò. E a questa situazione si aggiunge anche la pandemia. Viene dunque sottolineato che “il periodo emergenziale ha elevato ulteriormente questa carenza, conducendola ad una soglia ormai critica, determinando una quantità di visite ed esami arretrati irrecuperabili“. Il problema pertanto andrà affrontato strutturalmente, “garantendo in primis una adeguata forza lavoro immediatamente operativa nel rilancio post emergenziale”. Ed è partendo da questa riflessione che i medici ‘senior’ propongono di rimanere ancora qualche anno in più, pur senza stipendio.

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