“Nel corso della nostra storia abbiamo imparato questa lezione: quando i dittatori non pagano un prezzo per la loro aggressività, causano più caos”. Nel discorso sullo Stato dell’Unione, al quale si presenta con un gradimento ai minimi, il presidente statunitense Joe Biden ha spiegato in maniera ferma la decisione dell’Occidente di rispondere con sanzioni durissime contro la Russia di Vladimir Putin dopo l’invasione dell’Ucraina. Dopo aver spiegato nel week end che la via della rottura dei rapporti commerciali è stata la scelta per evitare un’escalation militare globale, l’inquilino della Casa Bianca afferma che senza una risposta, Putin, definito quindi un dittatore, avrebbe continuato “a muoversi” e “i costi e le minacce per l’America e il mondo” avrebbero continuato “a crescere”. Per questo motivo, ha aggiunto, “l’alleanza Nato è stata creata per garantire la pace e la stabilità in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale“. Quindi è tornato sulla “guerra di Putin” definendola “premeditata e non provocata”. Nel corso delle settimane, ha spiegato Biden, “ha rigettato gli sforzi diplomatici”. La spiegazione, secondo il presidente degli Usa, è che “ha pensato che l’Occidente e la Nato non avrebbero risposto”. “Ha pensato che avrebbe potuto dividerci”, ha affermato ma “si è sbagliato“.
“Sei giorni fa Vladimir Putin ha tentato di scuotere le fondamenta del mondo libero pensando che avrebbe potuto piegarlo alle sue minacce ma ha calcolato male. Pensava che avrebbe potuto entrare in Ucraina e che il mondo si sarebbe arreso, invece ha trovato un muro di resistenza che non ha mai immaginato, ha trovato il popolo ucraino”: mentre Kiev era sotto le bombe, Joe Biden ha iniziato così il suo primo discorso ufficiale sullo stato dell’Unione al Congresso, che ha reso omaggio al coraggio del popolo ucraino con molte deputate vestite con i colori giallo-blu della bandiera ucraina e con una lunga standing ovation, alla presenza dell’ambasciatrice di Kiev Oksana Markarova, ospite d’onore del presidente.
Un discorso nel quale Biden ha cercato di riunire il Paese intorno al conflitto ma anche intorno alla sua agenda in parte ancora in stallo, promettendo di combattere l’inflazione con un aumento della produzione made in Usa. Il cuore del suo intervento però è stato l’attacco a Putin, “un dittatore russo” che ha “seminato violenza e caos”, “ora più isolato che mai” e che deve pagare il prezzo delle sue azioni perché “la libertà trionfa sempre sulla tirannia“. “Può circondare Kiev con i tank ma non avrà mai i cuori e l’anima del popolo ucraino”, ha sottolineato il presidente Usa. Il commander in chief ha anche annunciato una nuova misura, la chiusura dello spazio aereo americano ai voli russi, come hanno già fatto Ue e Canada.
“Pensava che l’Occidente e la Nato non avrebbero risposto, che avrebbe potuto dividerci a casa. Putin ha sbagliato, noi eravamo pronti”, ha proseguito, ricordando i suoi sforzi personali per costruire “una coalizione di nazioni che amano la libertà dall’Europa (citata anche l’Italia) alle Americhe, dall’Asia all’Africa per fermare Putin”. In una “battaglia tra democrazie e autocrazie nella quale le democrazie sono state all’altezza della sfida”. Quindi Biden ha ricordato le sanzioni che colpiranno duramente l’economia russa, compresi gli oligarchi, cui ha promesso di sequestrare yacht, ville e jet privati, e si è impegnato di continuare ad aiutare l’Ucraina. Come pure di “difendere ogni centimetro del territorio Nato”, rafforzando il fianco orientale “nel caso Putin decidesse di continuare a muoversi verso ovest“.
Le dure parole del presidente Usa arrivano dopo che durante il colloquio con Volodymyr Zelensky aveva negato la possibilità di una “no-fly zone” sull’Ucraina, una scelta che avrebbe portato a un’innalzamento della tensione poiché la Russia l’avrebbe violata per portare a termine i suoi attacchi con l’aviazione. E negli scorsi giorni dagli Stati Uniti era arrivato a un cauto approccio alla minaccia nucleare del Cremlino, con la decisione di non alzare l’allerta. Negli ultimi giorni, l’attenzione dell’intelligence americana, su disposizione di Biden, è focalizzata sulla ricerca di informazioni corrette e certe legate alla salute mentale di Putin e su come l’inaspettata reazione dura e compatta dell’Occidente abbia influito su di lui. Diversi esperti hanno infatti fatto notare come il comportamento del presidente russo sia diventato di recente “sempre più imprevedibile, erratico e irrazionale”, alla luce in particolare delle sue ultime uscite sull’Ucraina e della minaccia di ricorrere all’atomica.
L’altra metà del suo discorso Biden l’ha dedicata ai fronti interni, nella speranza di risalire nei sondaggi (è ai minimi storici, sotto il 40%) e di dare una spinta ai dem in vista delle elezioni di Midterm: dai “progressi” nella pandemia che consentono di “tornare a routine più normali” alla necessità di varare anche gli altri capitoli della sua agenda, come clima e welfare, dopo il successo del piano per le infrastrutture. Il presidente ha promesso anche di avere un piano per combattere l’inflazione, vero tallone d’Achille del suo primo anno alla Casa Banca: non abbassando i salari ma producendo di più in Usa, dalle auto ai semiconduttori. Il presidente ha evocato infine altri temi scottanti, dalla tutela dei minori sulle piattaforme social a quella dell’aborto, sino alla necessità di leggi più restrittive contro le armi.