Dall’informatica e dall’elettronica di consumo alle auto il passo non è breve né scontato. Lo dimostra il tentativo poi abortito della Dyson, che voleva avventurarsi nel mondo della mobilità elettrica.

A due anni e mezzo dalla rinuncia dell’azienda britannica, ci riprovano assieme due industrie giapponesi, la Sony e la Honda, che ancora una volta opta per una via alternativa. Honda è il settimo produttore al mondo con 4,5 milioni di veicoli venduti nel 2021 e Sony è un colosso da 71 miliardi di fatturato: il volume d’affari complessivo delle due società supera i 170 miliardi di euro. Insieme hanno deciso di produrre e commercializzare veicoli a batteria “ad alto valore aggiunto”. L’annunciata joint-venture si occuperà anche di servizi alla mobilità.

Sony e Honda, il terzo costruttore giapponese, hanno sottoscritto un memorandum che porterà alla creazione di una nuova azienda, a quanto pare piuttosto snella, i cui primi modelli a zero emissioni dovrebbero debuttare sul mercato nel 2025. Gli sbocchi annunciati saranno Stati Uniti, Giappone e Europa.

All’ultimo Consumer Electronics Show di Las Vegas, la Sony aveva esibito il concept Vision-S 02 (nella foto), evoluzione del prototipo esibito nel 2019. Si tratta di una generosa berlina da 4,9 metri di lunghezza, 1,93 di larghezza e 1,65 di altezza con un passo di 303 centimetri eventualmente anche a 7 posti alimentata da due unità elettriche da 200 kW, una per asse. Non è chiaro se la vettura possa fungere da base per la prossima collaborazione con Honda, il cui obiettivo è la conversione a zero emissioni dell’intera gamma con il 2040 (entro il 2030 nei mercati più importanti, il 40% dei volumi dovrebbe venire raggiunto con veicoli elettrici e a celle a combustibile).

Toshihiro Mibe, il Ceo della casa nipponica, ha già anticipato che le attività della joint-venture resteranno divise da quelle di Honda, che continuerà a perseguire la propria strategia di elettrificazione. Significa che non dovrebbe incidere sull’intesa siglata nel 2020 con General Motors per lo sviluppo congiunto di veicoli, anche elettrici, destinati al mercato del Nord America.

La joint-venture dovrebbe accompagnare quello che Kenichiro Yoshida, l’amministratore delegato di Sony, ha definito il “megatrend” del prossimo decennio, quello della “nuova mobilità tecnologica”, esattamente come l’avvento degli smartphone aveva caratterizzato quello scorso.

L’accordo è la risposta giapponese alle sfide dei colossi high-tech cinesi e della Silicon Valley americana. Nei dettagli, ancora pochi per la verità, il contributo di Honda riguarderà produzione, assemblaggio e post-vendita, mentre quello di Sony sarà legato alle tecnologie di assistenza e rilevamento, alla telecomunicazioni (è già previsto l’impiego del 5G), alla connettività e all’intrattenimento.

In capo alla futura joint-venture ci saranno design, sviluppo e vendita delle auto elettriche di nuova generazione, ma non la produzione. I vertici delle due società hanno anticipato che il primo modello frutto della collaborazione verrà fabbricato da Honda su una piattaforma di servizi alla mobilità messa a punto da Sony.

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