Anche a stretto giro di attacco russo all’Ucraina sono sbucati online, e diventati virali, cioè subito finite nei trend dei social, le solite figure e parole sulla fine del mondo di veggenti tra i più vari
Terremoto, pandemia o guerra che viene, profezia apocalittica che trovi. Tutte, ovviamente, fake. Anche a stretto giro di attacco russo all’Ucraina sono sbucati online, e diventati virali, cioè subito finite nei trend dei social, le solite figure e parole sulla fine del mondo di veggenti tra i più vari. Iniziamo dalle profezie più semplici da smontare: Baba Vanga e il veggente di Vorarlberg. Nelle scorse ore ha cominciato a girare la fake news sulle profezie di Baba Vanga riguardo alle smanie di guerra della Russia putiniana. La veggente bulgara vissuta nel Novecento l’avrebbe previsto e avrebbe previsto anche l’avanzamento di Vladimir Putin alla conquista dell’Europa. Ora, l’abbiamo già spiegato qui, Baba Vanga non ha mai lasciato testi scritti, documenti autografi, registrazioni audio o video. Quello che le viene messo in bocca è frutto di un passaparola arbitrario, incontrollato, farlocco. Punto. Passiamo al veggente di Voralberg. Figura improbabile, contadino tedesco vissuto nei primi decenni del novecento, di cui non v’è traccia d’esistenza da nessuna parte se non in alcuni siti web che mescolano le presunte profezie orali di questo povero signore e un abate benedettino che le avrebbe trascritte in un libro. Profezie ovviamente che vedrebbero la Russia avanzare verso l’Europa e distruggere tutto e tutti.
Ora, a livello documentale il benedettino di cui molti altri siti web parlano sarebbe Winfried Ellerhorst e cerando di incrociare i due dati (il veggente e l’abate, non troviamo alcun dato passabile a verifica di autenticità. Unica possibilità è seguire una pagina della Pravda in versione inglese, dove, appunto, un giornalista russo si lamenta non a torto di questo atteggiamento occidentale di mettere in bocca a profeti celebri (Nostradamus, ad esempio) o inventare profezie per spaventare gli occidentali sulla Russia e i russi. In questo articolo troviamo guarda caso l’abate Ellerhorst, ma non il veggente Voralrberg. E non è tutto. Ellerhorst in un libro intitolato Prophecies about fates of Europe. Visions of familiar seers of the 12th century citerebbe alcuni veggenti, ma non del Novecento bensì del Medioevo. Detto questo, il titolo del volume, dopo una lunga ricerca online, non l’abbiamo trovato. Insomma, ad oggi il veggente di Vorarlberg è una fake news grande come un tir. Andiamo avanti. Anzi torniamo a Nostradamus. Come abbiamo già scritto qui.
Le Profezie, il volume di Nostradamus pubblicato (si presume) per la prima volta nel 1555, e contenente 947 quartine sul futuro del pianeta terra, è un insieme di versi pomposi e vaghi, in un francese talvolta arcaico e zoppicante, con riferimenti simbolici (ad esempio “la grande poche” viene tradotta dagli esegeti ufficiali come la Borsa quindi la “grande finanza internazionale”) e antichi, figli del tempo in cui sono stati scritti, che vengono continuamente reinterpretati ad uso e consumo di chi li vuole banalmente sfruttare per attirare attenzione su di sé. Insomma, a seconda del traduttore Nostradamus avrebbe voluto dire questo, secondo un altro traduttore alluderebbe a qualcos’altro. Nell’attesa quindi di una versione univoca, campa cavallo, anche queste profezie vanno bocciate: fake. Concludiamo invece con l’ultima e più arcaica profezia: l’evergreen fine del mondo auspicata dai Maya. Ebbene, in questo ora tra Baba Vanga, il veggente di Vorlrberg e Nostradamus sono risbucati anche i gloriosi Maya sterminati, lo diciamo senza provocazione politica alcuna, nientemeno che da bianchi europei smaniosi di allargarsi nel mondo oltre i propri naturali confini, questa volta a Ovest. Ebbene la profezia della fine del mondo del 21 dicembre 2012 in queste ore è stata riaggiornata da non si sa bene quale “nuovo conteggio”.
Sì, perché molti quotidiani e siti web scrivono proprio questo: “È stato fatto un nuovo conteggio” e la fine del mondo arriverebbe a breve. Nota a margine: nemmeno sul riconteggio sono tutti d’accordo, perché c’è chi dice che la fine del mondo era prevista a metà 2021, mentre altri appunto, in queste ore, parlano dei prossimi giorni. Ad ogni modo il calendario Maya è un ginepraio che nemmeno i più affezionati lettori della Pagina della Sfinge, o il Riddler di Batman, riuscirebbero a tradurre per filo e per segno come i Maya che lo disegnarono e scrissero, vollero all’epoca. Banalmente: perché i Maya non lasciarono, sfortunatamente, alcun libretto di istruzioni. Quindi in attesa che anche qui il calendario Maya venga letto in maniera univoca, ogni data di fine del mondo presunta in queste ore è altrettanto banalmente una fake news.