Le organizzazioni ufficiali russe non parteciperanno alla Fiera del libro per ragazzi di Bologna in calendario dal 21 al 24 marzo. La decisione, criticata da molti autori per bambini, è stata presa dagli organizzatori di “Bologna Children’s Book Fair” che con un comunicato ufficiale hanno espresso “la condanna per la guerra dichiarata dalla Russia nei confronti dell’Ucraina” e “sospeso ogni collaborazione con le organizzazioni ufficiali russe per la partecipazione alla prossima edizione della Fiera con effetto immediato”. Lo stand collettivo sponsorizzato dallo Stato russo sarà perciò boicottato. Nessun problema, invece, per gli editori indipendenti.
Per la prima volta nella storia della Fiera la Russia non potrà mostrare i suoi prodotti editoriali. Piena solidarietà, invece, per l’Ucraina: “Continuiamo a sostenere la Ukrainian Publisher’s Association e promuoveremo gli editori, i libri, gli illustratori e gli autori ucraini anche quest’anno, benché purtroppo assenti. I libri sono da sempre ponti tra le culture e mai come oggi l’industria editoriale, per bambini, ragazzi e per tutti i lettori, è di fondamentale importanza per costruire la pace”. Una scelta che ha diviso il mondo della letteratura per l’infanzia: da una parte c’è chi plaude all’iniziativa di “Bologna Children’s Book Fair” dall’altra ci sono scrittori che chiedono un passo indietro. Tra quest’ultimi c’è Daniela Palumbo, giornalista del mensile Scarp de tenis e autrice di numerosi libri per ragazzi: “Siamo tanti e tante a pensare che è una decisione ingiusta. I libri – ha spiegato Palumbo – specialmente quelli per bambini, devono continuare a essere dei ponti per le culture e i popoli, a maggior ragione se diversi. Chiediamo di fare un passo indietro”.
L’autrice milanese sulla pagina Facebook della fiera ha espresso tutto il suo dissenso: “Sono amareggiata da questa decisione. È incomprensibile e già nel comunicato che avete scritto si comprende come una tale decisione sia contro tutti i principi che animano la letteratura tutta e in particolare quella per infanzia e adolescenza, da sempre ponte fra culture e pensieri differenti. Cosa hanno a che fare i cittadini russi con un dittatore che arresta chiunque si opponga a questa guerra?”.
Ferma anche la posizione di Anna Sarfatti, altro volto noto per i ragazzi ma anche per molti insegnanti: “Penso che vada trovata la via per accogliere e sostenere gli autori e illustratori russi che vogliano partecipare. Vorrei che fosse trovata. Sono certa che lo voglia la stragrande maggioranza degli autori, illustratori, editori, librai, bibliotecari, lettori e lettrici. Conosciamo l’ignobile trattamento riservato ai dissidenti russi, vogliamo aggiungere anche la nostra esclusione? Aspettiamo un ripensamento”. Lunedì scorso anche la Fiera del libro di Francoforte ha annunciato che avrebbe sospeso la sua cooperazione con le istituzioni statali russe incaricate di organizzare lo stand collettivo russo alla Frankfurter Buchmesse e ha promesso ancora una volta che darà pieno sostegno alle associazioni di editori ucraini. Non solo. Va registrato anche un appello dei membri dell’Istituto del libro ucraino, del Forum internazionale del libro di Lviv e del Pen Ukraine per un boicottaggio globale dei libri e degli editori russi da eventi in tutto il mondo e la fine delle vendite di libri. Elena Pasoli, direttrice della programmazione della fiera, ha sottolineato che il divieto riguarda lo stand collettivo sponsorizzato dallo stato russo e non i singoli editori indipendenti.