C’è un modo per fermare le guerre e per non accrescere catastrofiche disuguaglianze e ingiustizie, puntare tutto sull’economia ecologica che fa i conti con le materie prime e l’energia fossile in esaurimento e la cultura del limite. La storia ci insegna che quando uno stock di risorse finisce o raggiunge un picco di sfruttamento per poi ridursi non aumenta la nostra disponibilità o inclinazione alla condivisione e quindi ridistribuzione in parti eque delle risorse, ma anzi, aumenta la nostra inclinazione alle guerre, alla violenza e ai conflitti per le risorse.
Ed è quello che sta già accadendo nel mondo, e non è un vero scontro tra popoli e Stati ma tra capitali, tra gli uomini più ricchi del pianeta, mentre Stati, popolazioni e cittadini di tutto il mondo diventano vittime e spettatori inconsapevoli e confusi.
Il modello neoliberista ha cancellato dal nostro immaginario il concetto di limite, dando a tutti l’illusione di un arricchimento infinito nascondendo, nei libri contabili e nelle dottrine economiche classiche i limiti fisici del pianeta. Eppure questi limiti sono ben evidenti nelle nostre vite e la loro distribuzione negli ultimi 30 anni è diventata la più disuguale che sia mai esistita nella storia dell’umanità. Oggi abbiamo gli strumenti per calcolare i limiti della dispensa di materie prime del pianeta, i limiti delle risorse energetiche fossili e il limite di CO2 che possiamo immettere nell’ambiente. Possiamo calcolare anche quanto spetterebbe ad ognuno di noi se ci fosse una distribuzione equa di queste risorse.
I dati sono inequivocabili. Ogni anno il Global Footprint Network calcola il giorno del sovrasfruttamento della Terra (Earth Overshoot Day), che indica l’esaurimento ufficiale delle risorse rinnovabili che il nostro Pianeta è in grado di offrire. Il calcolo è stato effettuato a partire dal 1970 quando finivamo le risorse rinnovabili del pianeta di appena un solo giorno di anticipo rispetto all’anno solare (30 dicembre 1970). 50 anni dopo, nel 2021 l’Earth Overshoot Day è stato il 29 luglio, ben con 5 mesi di anticipo rispetto alla fine dell’anno.
Fa riflettere che l’unica eccezione di questa tendenza al sovrasfruttamento del pianeta si è presentata per il 2020 a causa della pandemia, quasi ad annoverare la pandemia globale come una reazione biologica dell’ecosistema planetario a un modello sociale ed economico insostenibile per la vita di tutte le specie viventi su questo pianeta a partire da quella umana. Una paradossale boccata di ossigeno per il pianeta che si porta dietro una scia di sangue e di morte, con un prezzo che nessuno avrebbe mai voluto pagare, ma che si è presentato come un fenomeno ineluttabile, in cui ogni Stato ha potuto agire solo provando a ridurne gli effetti catastrofici senza poter arrestarli.
Nonostante i limiti siano bene evidenti a tutti, gli uomini più ricchi del pianeta vivono come se non esistessero perché hanno un immenso accesso alle risorse o perché ne detengono il controllo, con la forza, con l’inganno e con le regole economiche internazionali, mentre il 99% della restante parte della popolazione subisce una distribuzione diseguale dei limiti generando per milioni di cittadini una vita di mera sopravvivenza, povertà assoluta, morte e malattie e limitando, di fatto, l’accesso a un budget universale di risorse o reddito.
La diseguale distribuzione di questi limiti è sempre più evidente man mano che scarseggeranno le risorse vitali e l’energia disponibile e agisce sul degrado della qualità della vita di tutti noi. L’inflazione accelera per l’ottavo mese consecutivo e non sarà per nulla un fenomeno passeggero, spinta dalla limitatezza dei beni energetici e dai costi delle materie prime che è sempre più evidente. E’ l’ennesimo meccanismo del sistema capitalistico che genera una tassa occulta uguale per tutti e che quindi colpisce pesantemente i più svantaggiati con un costo di 2.300 euro l’anno per una famiglia con due figli, secondo gli ultimi dati Codacons.
I più poveri possono perdere l’acceso ai beni essenziali come cibo e salute e uso dell’energia, mentre la classe media vede degradare la qualità dei prodotti o servizi a cui ha accesso e quindi la qualità della propria vita. Solo ai ricchissimi sarà garantito un viaggio nella vita in business class.