In totale Roma sta sequestrando beni da 140 milioni. La caccia ai beni non è semplice anche perché molti oligarchi hanno avuto tutto il tempo di mettersi al riparo
Anche l’Italia congela i beni degli oligarchi. La Guardia di Finanza ha sequestrato il maxi yacht Lady M, imbarcazione di 65 metri dell’oligarca russo Alexei Mordashov presidente del colosso siderurgico Severstal che si trovava ormeggiata nel porto di Imperia. Si tratta del primo provvedimento disposto dal Comitato di sicurezza finanziaria nei confronti di beni di magnati russi in Italia. Stessa sorte per Villa Lazzareschi in provincia di Lucca, riconducibile a Oleg Savchenko che ha un valore stimato in 3 milioni di euro e per il Lena, panfilo di 52 metri da 50 milioni di dollari ormeggiato a Sanremo, appartenente a Gennady Timchenko, proprietario di Volga Group e amico di Putin. La nave di Igor Sechin, numero uno del colosso russo del petrolio Rosneft, è stata invece sequestrata giovedì in Francia.
Tra i beni confiscati ai miliardari amici di Vladimir Putin, poi, ci sono gli immobili situati nella provincia di Como, del valore di circa 8 milioni di euro di Roudolfovitch Soloviev e, soprattutto, la leggendaria proprietà di Alisher Usmanov ad Arzachena che vale circa 17 milioni. Lo yacht del miliardario amatissimo in Costa Smeralda è stato invece sequestrato ad Amburgo mercoledì.
In totale l’Italia sta sequestrando beni per un valore che si avvicina ai 140 milioni. Ad occuparsene è stato il ministero dell’Economia e delle Finanze che ha riunito il comitato di sicurezza finanziaria. E a strettissimo giro è arrivata anche la richiesta dell’Unità di informazione finanziaria a banche e operatori finanziari di comunicare “non appena possibile” le “misure di congelamento di fondi e risorse economiche” dei soggetti russi colpiti dalle sanzioni europee.
Il Csf, fondato nel 2001 e presieduto dal direttore generale del Tesoro, è composto da rappresentanti del ministero dell’Economia, dell’Interno, della Giustizia, degli Affari Esteri, della Banca d’Italia, della Consob, dell’Isvap, dell’Unità di informazione finanziaria, della GdF, della Dia, dei Carabinieri e della Direzione nazionale antimafia. “Il Comitato – spiega il ministero dell’Economia – ha condotto una ricognizione delle misure di congelamento di fondi, risorse economiche mobili e immobili, sinora adottate nei confronti delle persone ed entità russe individuate nelle liste allegate ai suddetti regolamenti, e degli scambi informativi in corso”. Quindi ora: “Il Comitato continuerà a garantire il massimo raccordo delle iniziative e azioni amministrative e investigative necessarie ad assicurare l’efficacia delle sanzioni”. Un’attività comunque non semplice anche perché molti oligarchi russi hanno avuto tutto il tempo di mettersi al riparo o di attuare delle contromosse (ad esempio vendendo le proprie partecipazioni azionarie) e in alcuni casi possono contare sul doppio passaporto concesso da Malta o Cipro negli anni scorsi per attrarre capitali.