Anche l'invitato del Tg5, fa sapere il direttore Clemente Mimun all'Adnkronos sarà ritirato. La decisione di Viale Mazzini arriva dopo la stretta sui media decisa dalla Federazione Russa. Le notizie su quanto sta accadendo in Russia "verranno per il momento fornite sulla base di una pluralità di fonti da giornalisti dell’Azienda in servizio in Paesi vicini e nelle redazioni centrali in Italia"
Dopo la decisone della Russia di introdurre forti pene detentive per la pubblicazione di notizie ritenute false dalle autorità, la Rai, fa sapere in una nota l’azienda, da oggi sospende i servizi giornalistici dei propri inviati e corrispondenti dalla Federazione Russa.
La misura, scrive ancora l’azienda di Viale Mazzini, “si rende necessaria al fine di tutelare la sicurezza dei giornalisti sul posto e la massima libertà nell’informazione relativa al Paese”. Le notizie su quanto sta accadendo in Russia “verranno per il momento fornite sulla base di una pluralità di fonti da giornalisti dell’Azienda in servizio in Paesi vicini e nelle redazioni centrali in Italia”. Anche l’invitato del Tg5, fa sapere il direttore Clemente Mimun all’Adnkronos sarà ritirato: “Le norme – spiega – sono talmente punitive che non si può far nulla. “Per lavorare in Russia – aggiunge Mimun – i giornalisti devono avere un permesso. Io non ho corrispondenti ma un inviato ancora senza permesso. Adesso però, costretti da queste nuove regole, lo faremo tornare”.
Anche l’Ansa ha deciso di sospendere il flusso di notizie dalla sede di Mosca. Gli aggiornamenti su quanto avviene in Russia, fa sapere l’agenzia, sono comunque forniti attraverso la sede centrale di Ansa e gli altri uffici di corrispondenza dall’Agenzia all’estero.
Mark Innaro, capo dell’ufficio di corrispondenza Rai di Mosca, ha fatto sapere che sta organizzando il rientro di tutti gli inviati in Italia. “Siamo sei giornalisti – ha spiegato all’Adnkronos – due corrispondenti, io e Sergio Paini, e quattro inviati che sono in giro per il Paese”. Gli inviati, sulla base delle disposizioni Rai, fa sapere, “devono rientrare in Italia, mentre noi corrispondenti possiamo scegliere se rimanere qui o tornare, ma siamo stati messi in ferie da oggi”.
La Rai non è il primo media a decidere di lasciare la Federazione dopo la decisione di Putin di approvare una legge che prevede multe e carcere per chi diffonde “fake news” sul conflitto. Anche la Bbc ha deciso di ritirare i suoi giornalisti, riaprendo le trasmissioni ad onde corte come ai tempi di Radio Londra. Allo stesso modo l’emittente pubblica canadese Cbc/Radio-Canada ha annunciato di aver temporaneamente sospeso il lavoro dei suoi giornalisti in Russia. E così hanno fatto anche le due televisioni pubbliche tedesche, Ard e Zdf, i due media, si legge in un comunicato dell’organismo per la radiotelevisione pubblica tedesca Westdeutscher Rundfunk (Wdr) “stanno esaminando le implicazioni della legge approvata ieri e hanno sospeso temporaneamente le trasmissioni dai loro studi di Mosca”. Analoghe decisioni sono state prese anche dalla Bbc e dall’agenzia Bloomberg. Nel Paese, inoltre, il giornale Novaia Gazeta, per evitare di incorrere nelle nuove sanzioni, ha eliminato parte dei suoi contenuti, mentre la testata Znak.com ha sospeso l’attività. Attraverso il Roskomnadzor, l’agenzia che controlla le comunicazioni, la Russia sta inoltre bloccando l’accesso a numerosi media indipendenti e ha annunciato prima il blocco di Facebook poi quello di Twitter.
Dal canto suo il Cremlino ha affermato che la legge contro i media era “urgente” vista la “campagna assolutamente senza precedenti” e “la guerra dell’informazione che si è scatenata contro il nostro Paese”. “I tempi – ha aggiunto il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov, citato da Tass – non sono facili” ed “è stato necessario adottare una legge di severità adeguata”.