Secondo quanto riferito da media panarabi, che citano fonti di Damasco, i combattenti siriani che la Russia potrebbe mobilitare sono decine di migliaia e appartengono a formazioni armate locali, alcune disciolte nei mesi scorsi mentre altre sono ancora attive. L’Ansa non è però riuscita finora a trovare conferme di questo fenomeno nelle zone controllate dal governo siriano
Gli emissari russi e i loro clienti locali a Damasco hanno cominciato ad arruolare migliaia di mercenari siriani da inviare sul fronte dell’Europa orientale, come già accaduto due anni fa per miliziani filo-russi di Damasco spediti in Libia e nel Caucaso. Secondo quanto riferito da media panarabi, che citano fonti nella capitale siriana, i combattenti siriani che la Russia potrebbe mobilitare sono decine di migliaia e appartengono a formazioni armate locali, alcune disciolte nei mesi scorsi mentre altre sono ancora attive. L’Ansa non è però riuscita finora a trovare conferme di questo fenomeno nelle zone controllate dal governo siriano.
L’arruolamento di miliziani siriani, iracheni, afghani, libanesi da inviare ai fronti di guerra in giro per il Mediterraneo e il Medio Oriente non è una novità. E la Russia non è certo l’unico attore nella regione ad attingere a buon mercato al bacino di giovani e meno giovani della regione, pronti a tutto pur di ottenere un salario in valuta pesante. In questo caso, come racconta il quotidiano panarabo ash-Sharq al-Awsat, lo stipendio offerto agli aspiranti mercenari è di mille dollari statunitensi al mese, a patto però che il combattente si impegni a rimanere al fronte per sette mesi, fino a ottobre prossimo. Nel testo del contratto, citato dal giornale panarabo, si cita la ragione dell’arruolamento: “Proteggere le infrastrutture in Ucraina“. Una dicitura che ricorda espressioni analoghe usate da Mosca per arruolare combattenti siriani da inviare sul fronte libico o su quello caucasico, nelle trincee tra Armenia e Azerbaijan.
La Siria continua a essere un paese frammentato in territori controllati da diversi eserciti stranieri e milizie locali. La Russia vi è intervenuta militarmente nell’autunno del 2015 ma la sua alleanza strategica con Damasco risale alla fine degli anni ’60 del secolo scorso. Nel corso degli ultimi sette anni e grazie alle basi militari in Siria, Mosca ha esteso la sua influenza in Medio Oriente e nel Mediterraneo. Oggi le sue unità navali contrastano quelle della Nato nel confronto regionale che va ben il teatro ucraino.
In Siria, gli effetti disastrosi della guerra e la peggiore crisi economica degli ultimi decenni hanno reso la popolazione siriana ancora più esposta allo sfruttamento imposto da paesi stranieri.
Secondo l’Onu, il 90% dei siriani vive al di sotto della soglia di povertà. E più della metà della popolazione è minacciata dall’insicurezza alimentare, mentre l’accesso all’acqua potabile e all’elettricità è da anni fortemente compromesso in molte zone del paese. Alla luce della forte svalutazione della lira locale, chi riesce oggi a ricevere uno stipendio di mille dollari al mese può mettere al sicuro la famiglia per almeno tre mesi. Secondo le fonti citate dai media, il contratto per l’arruolamento viene stipulato direttamente tra i rappresentanti russi in Siria e i combattenti, senza l’intervento delle autorità di Damasco. Ma chi si unisce alle brigate di mercenari siriani in Ucraina può però beneficiare del rinvio della chiamata di leva obbligatoria nella Siria in guerra.