"Quello che succede in Ucraina mette a rischio la ripresa del nostro paese" che stava già "rallentando", e il "il conflitto ha accentuato il problema energetico dove si erano manifestati rincari molto importanti nel 2021, fino al 400%", ha affermato il presidente di Confindustria Carlo Bonomi che chiede una parità tra paesi per quanto riguarda le sanzioni nei confronti di Mosca
Accantonata la possibilità di guidare il calcio italiano, il presidente di Confindustria Carlo Bonomi interviene sulla situazione geopolitica globale. Ospite del programma “Mezz’ora in più”, il leader degli industriali italiani si dice favorevole alle sanzioni contro la Russia a condizione che non ci siano differenze tra i diversi paesi perché altrimenti sarebbe “difficile giustificare alle imprese” italiane le perdite causate da queste misure. Bonomi fa quindi l’esempio della Gran Bretagna che sinora avrebbe calcato meno la mano rispetto a quanto ha fatto o si ripromette di fare l’Unione europea. Sul capitolo energia Bonomi chiede invece di accantonare, almeno per un po’, i propositi di riduzione delle emissioni. La nuova situazione creata con il conflitto in Ucraina e il balzo dei prezzi dell’energia impongono di “riscrivere il Pnrr e allungarlo temporalmente” oltre che “spostare gli obiettivi della transizione ecologica” dice il presidente di Confindustria secondo cui occorre anche nell’immediato “sospendere il mercato degli Ets (delle quote inquinanti) che è “diventato un mercato speculativo finanziario” e poi “sviluppare una strategia a medio lungo termine” sull’energia. “Quello che succede in Ucraina mette a rischio la ripresa del nostro paese” che stava già “rallentando”, e il “il conflitto ha accentuato il problema energetico dove si erano manifestati rincari molto importanti nel 2021, fino al 400%”, ha proseguito Bonomi. Secondo uno studio condotto nel 2016 riguardante le sanzioni imposte alla Russia dopo l’annessione della Crimea la penalizzazione degli scambi non ha colpito in modo preponderante l’Italia, anzi. Il danno per la Germania è stato stimato in 23 miliardi, quello per la Francia in 5 miliardi, per l’Olanda 4 miliardi e per l’Italia 3,5 miliardi.
Confindustria, annuncia il presidente, chiederà al governo una serie di misure per una “strategia di medio lungo periodo” nell’energia fra cui “la sospensione del mercato Ets, nuovi impianti gnl (rigassificatori di gas naturale liquido, al momento i tre italiani sono utilizzati al 50% delle loro capacità, ndr) magari in mare, l’aumento della produzione nazionale di gas e rinnovabili” con l’accelerazione degli iter burocratici. Secondo Bonomi “non ci può essere un ristoro pubblico” per la bolletta energetica dell’industria che, dopo gli ultimi rincari, è salita da 37 a 51 miliardi di euro l’anno. Bonomi ha spiegato come non c’è ancora in agenda un incontro con il premier Draghi “ma ci sentiamo costantemente al telefono”, “lui ha la situazione ben chiara”. Bonomi interviene anche sulla controversa riforma del catasto sui cui le forze della maggioranza sono divise. “Il catasto non è congruo ed equo, è dell’800 e va rifatto”, afferma spiegando che “non è vero che aumenteranno le tasse, ci sarà un aumento fra 5 anni se il governo lo deciderà. Bonomi ha infine stigmatizzato la polemica politica sorta sul tema in questi giorni di conflitto, “abbiamo sicuramente dei problemi più importanti da affrontare” e ha ricordato come la riforma fosse inserita fra gli obblighi del “next generation Eu” .