In un'intervista a La Repubblica, il leader di Italia Viva sottolinea che "la condanna verso l’aggressore, la Russia di Putin, deve essere senza attenuanti". Tuttavia, rilanciando l'idea di Angela Merkel come negoziatrice unica a nome dell'Europa, sostiene la linea del dialogo: "Putin sta cambiando la geografia del mondo, spostando il baricentro a Est. Serve un salto di qualità anche a Bruxelles. Più politica"
Le sanzioni alla Russia e l’invio delle armi all’Ucraina “servono come gesti di solidarietà e non a vincere la guerra”. Il conflitto “si ferma con i negoziati, non con i tweet”. Insomma: “Tenere aperto il dialogo è un dovere politico”. Matteo Renzi, in un’intervista a La Repubblica, sottolinea che “la condanna verso l’aggressore, la Russia di Putin, deve essere senza attenuanti”. Tuttavia, rilanciando l’idea di Angela Merkel come negoziatrice unica a nome dell’Europa, sostiene la linea del dialogo.
“Putin non è improvvisamente impazzito, guai ad assecondare tale lettura superficiale: Putin sta cambiando la geografia del mondo, spostando il baricentro a Est – dice il senatore e leader di Italia Viva – È immorale ma non è umorale. Sfida l’Europa perché ha un patto con la Cina, l’India e molti paesi africani. Per questo bisogna che la reazione sia politica”. Che dovrebbe a suo avviso essere unitaria: “Dico che Nato e Ue devono trovare una risposta unitaria altrimenti il nuovo ordine geopolitico mondiale ci taglierà fuori a lungo”.
Renzi non lesina critiche all’Occidente per alcuni errori degli ultimi 9 anni: “Penso che la spinta decisiva per Putin sia venuta dalla debacle americana in Afghanistan. Dopo la Siria 2013 è arrivata la Crimea 2014, dopo Kabul 2021 è arrivata l’Ucraina 2022. Putin pianifica, non improvvisa”. Di fronte al nuovo scenario, continua, “serve un nuovo progetto” che includa “difesa comune, energia, identità culturale”, oltre a “tanta tecnologia”. Quindi la richiesta: “Più politica e meno burocrazia”.
Per questo chiede un passo avanti anche all’Unione Europea: “Credo che la Merkel sia la più autorevole tra le personalità istituzionali per svolgere questo ruolo. Macron e Draghi si stanno muovendo bene ma serve un salto di qualità politico anche a Bruxelles”. Poi sottolinea che “Putin immagina di diversificare i clienti del suo gas e guarda a Est e a Sud convinto come è di aver chiuso per anni con l’Ovest. E il problema per noi è proprio l’energia”. La “strategia del no a tutto” degli anni scorsi – “su cui anche il mio governo fu massacrato dopo lo Sblocca Italia” – conclude l’ex presidente del Consiglio “oggi ci presenta il conto” definendo che “è drammatico dirlo” ma Putin “in due mosse ha cancellato Covid e Greta dalle prime pagine: oggi si parla solo di armi e petrolio”.