Come spiega a Ilfattoquotidiano.it Matteo Flora nel 2019 Mosca ha testato una soluzione di questo tipo. Una scelta estrema, rischiosa innanzitutto per la Russia, ma percorribile. Ad un isolamento iniziale potrebbero seguire aperture selettive. Un sistema efficace per difendersi è anche quello di assegnare bande limitate a certi servizi
In queste ore si parla della possibilità che la Russia decida di staccarsi dalla rete internet. Secondo indiscrezioni di stampa sarebbero già stati inviati messaggi di allerta, un invito a tenersi pronti. Mosca ufficialmente smentisce ma l’ipotesi rimane sul tavolo. A Matteo Flora, hacker e fondatore della società The Fool, perché la Russia dovrebbe compiere questo passe e se sia tecnicamente possibile…
Internet nasce come un sistema estremamente resiliente e in grado di aggirare blocchi ed ostacoli, tuttavia sì, sarebbe possibile. Nel 2019 Mosca ha testato una soluzione di questo tipo. Una scelta estrema, rischiosa innanzitutto per la Russia, ma percorribile. La simulazione certo è stata fatta ma verosimilmente ha interessato i sistemi principali, quelli vitali. L’isolamento comporterebbe un’infinità di altre ricadute, a cominciare dal fatto che i russi che si trovano all’estero non potrebbero connettersi ai siti nazionali.
Come dicevamo Venerdì, la Russia prepara la disconnessione. https://t.co/qiwp0MJzmM
— Matteo G.P. Flora (@lastknight) March 6, 2022
A quale scopo staccarsi dalla rete globale?
Non è tanato una questione di controllo dei contenuti, quello già lo possono fare e lo stanno facendo. Fondamentalmente è un modo per difendersi da cyber attacchi. Sinora quelli rivendicati da Anonymous sono stati ad esempio attacchi DDoS (ossia ondate di richieste di accesso ad un sito che finiscono per metterlo fuori usi) che selezionando i possono essere limitati. Con un controllo dei punti di accesso azioni di questo tipo potrebbero essere neutralizzate facilmente.
Prima di arrivare a questa decisione esistono soluzioni intermedie?
Assolutamente. Individuo fondamentalmente tre opzioni, tre livelli. Il primo è il blocco selettivo di alcuni servizi, a titolo di esempio impedisco l’accesso ai domini .com. Anche in questo caso è necessaria una preparazione, per fare in modo che entità nazionale si appoggino su infrastrutture internet all’interno del paese. La seconda opzione è la scrematura dei Public Interest Registry (ossia i diversi domini) scegliendo di “ammettere” solo quelli attraverso cui si possono filtrare i dati in transito. La terza è l’isolamento che all’inizio potrebbe essere totale e poi seguito di alcune aperture selettive. Un sistema efficace per difendersi è anche quello di assegnare bande limitate a certi servizi. Faccio un esempio, i servizi offerti da siti cinesi sfruttano una connessione veloce, quelli europei e statunitensi avrebbero poca banda e quindi servizi molto lenti.