“I nostri amici bielorussi sono interessati ad avere uno sbocco sul Mar Baltico e a sviluppare infrastrutture portuali. E come potrete immaginare anche io sono d’accordo”. Le parole di Vladimir Putin, riportate da Nation World News, risuonano come una minaccia in un’Europa già sconvolta dall’invasione dell’Ucraina. A temere ora sono anche Lituania e Lettonia, due Stati baltici confinanti con la Bielorussia e in pessimi rapporti con Mosca. Le due nazioni, occupate per cinquant’anni ai tempi dell’Urss, fanno parte dell’Unione Europea e dell’Alleanza Atlantica. Inoltre, isolano l’exclave russa di Kaliningrad dalla restante parte della Federazione.
In un’escalation di tensioni da scongiurare, Mosca, sfruttando il pretesto bielorusso, potrebbe cercare di entrare in rotta di collisione con Lettonia e Lituania per riprendersi una parte dei territori perduti oltre trent’anni fa. Il ministero degli Esteri russo ha recentemente messo in guardia i 3 Paesi baltici avvertendoli che saranno ritenuti responsabili, come riportato dall’agenzia Adnkronos, delle derive della “psicosi anti-russa” scatenata dalla decisione, adottata con il consenso dell’Unione Europea, di sospendere Mosca dal Consiglio degli Stati del Mar Baltico in risposta alla guerra “non provocata e illegale” contro l’Ucraina. La Russia di Putin è contraria alla presenza delle forze Nato in Estonia, Lettonia e Lituania, in alcune occasioni è arrivata a mettere in dubbio le basi legali che hanno portato all’indipendenza di queste nazioni e il Cremlino stenta a credere che possano essere alleate dell’Occidente.
Come per l’Ucraina, il ruolo ricoperto dagli Stati baltici nel processo decisionale di Nato e Unione Europea è ritenuto da Putin una minaccia alla sicurezza della Russia e Mosca intende ridimensionarlo quanto più possibile. Per raggiungere l’obiettivo resta sempre in campo l’opzione dell’intimidazione bellica: dallo svolgimento di esercitazioni militari alle violazioni dello spazio aereo passando per manovre navali aggressive. Si tratta di forme di pressione asimmetriche e selettive ma non per questo meno minacciose di altre. Nel 2018 i Typhoon italiani hanno intercettato in volo un velivolo russo che attraversava lo spazio aereo dell’Estonia, mentre nel settembre 2021 il governo locale ha denunciato una nuova violazione e ha convocato un funzionario russo per esprimere le proprie recriminazioni ufficiali. Nel gennaio 2022, 20 navi da guerra russe e alcuni vascelli di supporto sono entrati in aree designate del Mar Baltico per effettuare esercitazioni. E già nel 2017 le forze congiunte di Russia e Bielorussia avevano svolto un’esercitazione militare, Zapad, che ha preso di mira un Paese fittizio con una conformazione geografica simile a quella degli Stati baltici.
Le tensioni nei Paesi baltici rappresenterebbero un problema per gli Stati Uniti e gli alleati, qualora la Russia si spingesse oltre le provocazioni. L’articolo 5 della Nato impegna infatti l’Alleanza a difendere tutti i suoi membri ma farlo per Estonia, Lettonia e Lituania potrebbe rivelarsi complesso, almeno nell’immediato. In quest’area sono presenti alcuni contingenti alleati che, però, ammontano a poche migliaia di uomini. Altri 400 soldati statunitensi – che porterebbero il contingente a circa 1.000 unità – arriveranno nei prossimi giorni, come annunciato dal segretario di Stato americano, Antony Blinken, in visita in Lituania. In ogni caso, troppo poco per fare fronte a un eventuale assalto rapido della Russia, che in zona ha già messo in atto nel recente passata un conflitto di breve durata. Almeno questa è la tesi di una ricerca realizzata alcuni fa dal centro studi Rand Corp: lo studio è giunto alla conclusione che un’invasione di Mosca porterebbe all’occupazione delle capitali dei Paesi baltici nel giro di sessanta ore.
L’esiguità demografica di queste nazioni unita ad una superficie territoriale caratterizzata da zone pianeggianti, aperte e difficilmente difendibili ha storicamente impedito di resistere per lungo tempo al condizionamento delle potenze vicine. Nell’agosto del 2008 la Russia affrontò e sconfisse, in soli cinque giorni, la vicina Georgia dopo che quest’ultima aveva inviato le proprie truppe nella provincia ribelle dell’Ossezia del Sud. Il breve conflitto si concluse con le forze militari di Mosca a distanza di tiro dalla capitale georgiana Tbilisi e segnò il ritorno di Mosca come potenza militare. Il territorio della Georgia, che si trova nel Caucaso, è grande una volta e mezzo quello della Svizzera e la popolazione totale è pari a 3,7 milioni di abitanti. Ma quale potrebbe essere il pretesto di Putin per aprire un nuovo fronte dopo aver dato il là all’invasione dell’Ucraina parlando di “denazificazione”? La presenza di minoranze di lingua russa in Estonia, Lettonia e Lituania suscita la preoccupazione che Mosca possa far leva su di loro per convincerle a ribellarsi e cercare di annettere questi Paesi.
In Lituania il 5 per cento della popolazione è composta da Russi etnici ma questa percentuale tocca il 20 per cento a Klaipeda, la terza città più grande della nazione. In Lettonia il 25 per cento della popolazione è russa ma nella capitale Riga ammonta a un terzo degli abitanti e nella popolosa Daugavpils è la maggioranza dei residenti. In Estonia, invece, i russi costituiscono il 24,8 per cento della popolazione. La minoranza nei baltici è molto attiva, protesta quando vengono emanate leggi che vanno contro i suoi interessi, in alcuni casi si sente esclusa e mal sopportata a livello sociale per il solo fatto di possedere una propria identità separata e imbrigliata in un sistema ostile. Artis Pabriks, ministro della Difesa e vicepremier della Lettonia, ha dichiarato, in un’intervista rilasciata a Repubblica, che “tutti i russofoni tremano al solo pensiero di vivere in un Paese guidato da Putin” e che “non c’è alcun timore di una ribellione interna”. La tensione ai confini, però, resta alta.
Mondo
“I nostri amici bielorussi vogliono uno sbocco sul mare”: Putin ‘avverte’ anche i Paesi baltici (che sono già nella Nato e in Ue)
Già nel 2017 Mosca e Minsk tennero un'esercitazione congiunta contro un Paese fittizio: ora, mentre prosegue l'invasione russa in Ucraina, le parole di Putin risuonano come una minaccia, in particolare per Lituania e Lettonia. Il Cremlino vorrebbe ricongiungere Kaliningrad e far leva sulle minoranze russe presenti nei 3 Stati. Secondo gli esperti, la protezione dall'Alleanza Atlantica potrebbe non bastare
“I nostri amici bielorussi sono interessati ad avere uno sbocco sul Mar Baltico e a sviluppare infrastrutture portuali. E come potrete immaginare anche io sono d’accordo”. Le parole di Vladimir Putin, riportate da Nation World News, risuonano come una minaccia in un’Europa già sconvolta dall’invasione dell’Ucraina. A temere ora sono anche Lituania e Lettonia, due Stati baltici confinanti con la Bielorussia e in pessimi rapporti con Mosca. Le due nazioni, occupate per cinquant’anni ai tempi dell’Urss, fanno parte dell’Unione Europea e dell’Alleanza Atlantica. Inoltre, isolano l’exclave russa di Kaliningrad dalla restante parte della Federazione.
In un’escalation di tensioni da scongiurare, Mosca, sfruttando il pretesto bielorusso, potrebbe cercare di entrare in rotta di collisione con Lettonia e Lituania per riprendersi una parte dei territori perduti oltre trent’anni fa. Il ministero degli Esteri russo ha recentemente messo in guardia i 3 Paesi baltici avvertendoli che saranno ritenuti responsabili, come riportato dall’agenzia Adnkronos, delle derive della “psicosi anti-russa” scatenata dalla decisione, adottata con il consenso dell’Unione Europea, di sospendere Mosca dal Consiglio degli Stati del Mar Baltico in risposta alla guerra “non provocata e illegale” contro l’Ucraina. La Russia di Putin è contraria alla presenza delle forze Nato in Estonia, Lettonia e Lituania, in alcune occasioni è arrivata a mettere in dubbio le basi legali che hanno portato all’indipendenza di queste nazioni e il Cremlino stenta a credere che possano essere alleate dell’Occidente.
Come per l’Ucraina, il ruolo ricoperto dagli Stati baltici nel processo decisionale di Nato e Unione Europea è ritenuto da Putin una minaccia alla sicurezza della Russia e Mosca intende ridimensionarlo quanto più possibile. Per raggiungere l’obiettivo resta sempre in campo l’opzione dell’intimidazione bellica: dallo svolgimento di esercitazioni militari alle violazioni dello spazio aereo passando per manovre navali aggressive. Si tratta di forme di pressione asimmetriche e selettive ma non per questo meno minacciose di altre. Nel 2018 i Typhoon italiani hanno intercettato in volo un velivolo russo che attraversava lo spazio aereo dell’Estonia, mentre nel settembre 2021 il governo locale ha denunciato una nuova violazione e ha convocato un funzionario russo per esprimere le proprie recriminazioni ufficiali. Nel gennaio 2022, 20 navi da guerra russe e alcuni vascelli di supporto sono entrati in aree designate del Mar Baltico per effettuare esercitazioni. E già nel 2017 le forze congiunte di Russia e Bielorussia avevano svolto un’esercitazione militare, Zapad, che ha preso di mira un Paese fittizio con una conformazione geografica simile a quella degli Stati baltici.
Le tensioni nei Paesi baltici rappresenterebbero un problema per gli Stati Uniti e gli alleati, qualora la Russia si spingesse oltre le provocazioni. L’articolo 5 della Nato impegna infatti l’Alleanza a difendere tutti i suoi membri ma farlo per Estonia, Lettonia e Lituania potrebbe rivelarsi complesso, almeno nell’immediato. In quest’area sono presenti alcuni contingenti alleati che, però, ammontano a poche migliaia di uomini. Altri 400 soldati statunitensi – che porterebbero il contingente a circa 1.000 unità – arriveranno nei prossimi giorni, come annunciato dal segretario di Stato americano, Antony Blinken, in visita in Lituania. In ogni caso, troppo poco per fare fronte a un eventuale assalto rapido della Russia, che in zona ha già messo in atto nel recente passata un conflitto di breve durata. Almeno questa è la tesi di una ricerca realizzata alcuni fa dal centro studi Rand Corp: lo studio è giunto alla conclusione che un’invasione di Mosca porterebbe all’occupazione delle capitali dei Paesi baltici nel giro di sessanta ore.
L’esiguità demografica di queste nazioni unita ad una superficie territoriale caratterizzata da zone pianeggianti, aperte e difficilmente difendibili ha storicamente impedito di resistere per lungo tempo al condizionamento delle potenze vicine. Nell’agosto del 2008 la Russia affrontò e sconfisse, in soli cinque giorni, la vicina Georgia dopo che quest’ultima aveva inviato le proprie truppe nella provincia ribelle dell’Ossezia del Sud. Il breve conflitto si concluse con le forze militari di Mosca a distanza di tiro dalla capitale georgiana Tbilisi e segnò il ritorno di Mosca come potenza militare. Il territorio della Georgia, che si trova nel Caucaso, è grande una volta e mezzo quello della Svizzera e la popolazione totale è pari a 3,7 milioni di abitanti. Ma quale potrebbe essere il pretesto di Putin per aprire un nuovo fronte dopo aver dato il là all’invasione dell’Ucraina parlando di “denazificazione”? La presenza di minoranze di lingua russa in Estonia, Lettonia e Lituania suscita la preoccupazione che Mosca possa far leva su di loro per convincerle a ribellarsi e cercare di annettere questi Paesi.
In Lituania il 5 per cento della popolazione è composta da Russi etnici ma questa percentuale tocca il 20 per cento a Klaipeda, la terza città più grande della nazione. In Lettonia il 25 per cento della popolazione è russa ma nella capitale Riga ammonta a un terzo degli abitanti e nella popolosa Daugavpils è la maggioranza dei residenti. In Estonia, invece, i russi costituiscono il 24,8 per cento della popolazione. La minoranza nei baltici è molto attiva, protesta quando vengono emanate leggi che vanno contro i suoi interessi, in alcuni casi si sente esclusa e mal sopportata a livello sociale per il solo fatto di possedere una propria identità separata e imbrigliata in un sistema ostile. Artis Pabriks, ministro della Difesa e vicepremier della Lettonia, ha dichiarato, in un’intervista rilasciata a Repubblica, che “tutti i russofoni tremano al solo pensiero di vivere in un Paese guidato da Putin” e che “non c’è alcun timore di una ribellione interna”. La tensione ai confini, però, resta alta.
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Obiettivo ottavi di finale, quasi, raggiunto per l'Inter. La vittoria di Praga contro lo Sparta avvicina infatti la qualificazione ai nerazzurri, già certi dei playoff, e vittoriosi in Repubblica Ceca 1-0 grazie al bel gol di Lautaro Martinez nel primo tempo. Ora Inzaghi sale al quarto posto in classifica a quota 16 punti, mentre lo Sparta Praga rimane a 4, eliminato.
L'Inter riesce a sbloccare il match già al 12' grazie al bel gol di Lautaro Martinez, che calcia al volo su assist di Bastoni e firma l'1-0 nerazzurro. Lo Sparta Praga è confuso ma la squadra di Inzaghi non riesce ad approfittarne: Asllani non sfrutta un grossolano errore in uscita dei cechi, mentre Barella ci prova da fuori area senza riuscire a inquadrare la porta. L'unica occasione dei padroni di casa arriva con Birmancevic, ma il suo tiro viene bloccato facilmente da Sommer.
Nella ripresa l'Inter trova il raddoppio al 59' con Dumfries, rapido a segnare in tap-in dopo il tentativo parato di Lautaro, ma l'arbitro annulla per un fuorigioco a inizio azione di Dimarco. Proprio l'esterno nerazzurro ci prova da fuori area, ma senza centrare la porta, mentre Lautaro sfiora la doppietta ma trova ancora una volta la parata del portiere avversario. Nel finale è Frattesi, appena entrato in campo, ad avere una buona occasione, ma anche lui si scontra con il riflesso provvidenziale di Vindahl. Termina quindi 1-0 per l'Inter a Praga.
Palermo, 22 gen. (Adnkronos) - Sarà 'Confini' il tema della 15esima edizione di Taobuk-Taormina International Book Festival, ideato e diretto da Antonella Ferrara, che si terrà dal 18 al 22 giugno 2025. Sul concept prescelto si confronteranno oltre 200 scrittori, artisti, scienziati, intellettuali, politici ed economisti, provenienti da più di 30 Paesi nel mondo, chiamati ad animare la manifestazione realizzata con il sostegno della Regione Siciliana, Assessorato del Turismo, Sport e Spettacolo, e con il contributo di Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Città di Taormina, Parco Archeologico Naxos Taormina, Fondazione Taormina Arte Sicilia, Ministero della Cultura, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Rappresentanza in Italia del Parlamento Europeo, ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo, Teatro Massimo Bellini di Catania, Fondazione Taormina Arte Sicilia, Fondazione Palazzo Strozzi, Università degli Studi di Messina, Università degli Studi di Catania.
Come sottolinea Antonella Ferrara, presidente e direttrice artistica di Taobuk: “I confini, fisici e geografici, ma anche ideali ed esistenziali, segnano la nostra esperienza come individui e come collettività. Non si possono configurare esclusivamente come semplici linee di separazione, ma rappresentano luoghi di confronto e scoperta, spazi di passaggio dove l’io incontra il tu, il noto si confronta con l’ignoto, e la diversità diventa risorsa. Troppo spesso, però, li interpretiamo come mura invalicabili, che difendono un’identità percepita come fragile o minacciata. Invece di essere corridoi verso l’altro, vengono sovente eretti come demarcazioni isolanti, linee che separano ciò che è familiare da ciò che non lo è, alimentando diffidenza e paura. Ma un confine non si può ridurre a ciò che si contrappone: è anche e soprattutto ciò che collega. È dunque un invito a uscire dal proprio perimetro per accogliere il diverso, comprendere il nuovo, costruire ponti.”
I prestigiosi Taobuk Award saranno assegnati, come ogni anno, a personalità di altissimo profilo letterario, artistico, scientifico o dell’impegno civile, coerentemente con la vocazione multidisciplinare del festival e con la missione di farsi osservatorio della società attraverso un dialogo permanente con i protagonisti di un villaggio sempre più globale. La consegna avverrà nella serata di sabato 21 giugno al Teatro Antico di Taormina nel corso del Taobuk Gala, uno spettacolo che andrà in onda, come di consueto, su Rai1. Particolarmente attesi gli scrittori Peter Cameron, Joe R. Lansdale e Susanna Tamaro, tra gli assegnatari del Taobuk Award for Literary Excellence.
Taobuk farà da cornice ad una serie di iniziative volte a celebrare i 50 anni dalla prima edizione di “Horcynus Orca”, capolavoro di Stefano D’Arrigo, in collaborazione con la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, presieduta da Luca Formenton e diretta da Paolo Verri. Un progetto ambizioso e articolato che attraversa tutto il Paese, dando vita ad un fitto calendario che vedrà la realizzazione di una mostra, uno spettacolo e un’importante opera di digitalizzazione. Si tratta di un anniversario che si lega profondamente al motivo conduttore di questa edizione del Festival. Molteplici i confini che il protagonista ‘Ndrja Cambria dovrà varcare. L’iniziativa coinvolgerà anche l’editore Rizzoli, che sta ripubblicando le opere dello scrittore, per approdare poi nelle scuole di Sicilia, Calabria Piemonte e Lombardia con oltre 1000 copie distribuite agli studenti, coinvolti in un lavoro di lettura e commento del testo, i cui risultati saranno presentati al Salone del Libro di Torino e a Taobuk, dove le classi più meritevoli vinceranno un soggiorno. Un risvolto non secondario verrà, infine, dalla digitalizzazione dei principali documenti relativi alla vicenda editoriale di “Horcynus Orca”, grazie alla collaborazione con l’Università degli Studi di Milano e di Pavia. Infine, domenica 22 Giugno nella cornice del Teatro Antico di Taormina, il festival accoglierà un suggestivo spettacolo, tra musica e parole, affidato alla regia di Davide Livermore, a cui spetterà di evocare i suggestivi brani del romanzo di D’Arrigo.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "Le persone vogliono sentirsi sicure nelle loro città, nelle loro case. Ma l'approccio della destra è sbagliato perchè non basta rafforzare i presidi delle forze dell'ordine, che neanche fanno perchè non ci mettono soldi e mandano poliziotti a fare la guardia ai centri migranti vuoti in Albania, servono presidi sociali e educativi e anche la questione del cambiamenti climatico è una questione di sicurezza". Lo dice Elly Schlein all'evento 'Chi non si ferma é perduto' sui cambiamenti climatici, organizzato dai senatori Pd in collaborazione con Deputati Pd e Fondazione Demo, alla Sala Koch al Senato.
Milano, 22 gen. (Adnkronos) - "Come ogni anno, Samsung presenta il nuovo flagship: Samsung Galaxy S25. Lo scorso anno, con Galaxy S24, abbiamo introdotto per la prima volta l’intelligenza artificiale sugli smartphone e quest’anno, con la nuova serie, facciamo un ulteriore balzo in avanti, riuscendo a dare all’intelligenza artificiale una connotazione ancora più fluida, semplice e, direi, conversazionale”. Lo spiega ai microfoni dell’Adnkronos Nicolò Bellorini Vice President Mobile eXperience division di Samsung Electronics Italia, in occasione di Samsung Galaxy Unpacked 2025, l’evento con cui l’azienda sudcoreana presenta la nuova serie di smartphone Samsung Galaxy.
Questa rivoluzione nel mondo degli smartphone AI è resa possibile da diverse innovazioni, la multimodalità in primis, come sottolinea Bellorini: “Samsung Galaxy S25 è in grado di capire perfettamente il contesto nel quale avvengono le richieste, perché comprende voce, video, suoni, testi, file Pdf e qualunque altra cosa. La seconda innovazione importante è la potenza degli agenti AI, che consente a S25 di performare task complessi, che possono andare anche da un’app all’altra”.
I più recenti top di gamma di Samsung portano infatti le capacità di Galaxy AI a un livello superiore, con un’elaborazione AI avanzata direttamente sul dispositivo, migliorando ulteriormente il comparto fotografico leader del settore Galaxy grazie a ProVisual Engine di nuova generazione e offrendo prestazioni eccezionali grazie al processore Qualcomm Snapdragon 8 Elite per Galaxy.
La nuova serie Galaxy S25 stabilisce così un nuovo standard per l’AI mobile, garantendo l’esperienza mobile più naturale e consapevole mai raggiunta, e rappresenta il primo passo nella visione di Samsung di cambiare il modo in cui gli utenti interagiscono con i loro smartphone e con il mondo che li circonda.
“Come l’anno scorso, sono tre i modelli disponibili, Galaxy S25 Ultra, Galaxy S25+ e Galaxy S25, con vari tagli di memoria - conclude il Vice President Mobile eXperience division di Samsung Electronics Italia - da 128Gb fino 1Tb, tutti con 12Gb di Ram”.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "Quale è la visione del governo Meloni di fronti ai cambiamenti climatici? E' semplice, basta fare così". Lo dice Elly Schlein tappandosi gli occhi all'evento 'Chi non si ferma é perduto' sui cambiamenti climatici, organizzato dai senatori Pd in collaborazione con Deputati Pd e Fondazione Demo, alla Sala Koch al Senato. "Come facevamo da bambini, quando c'era qualcosa che ci faceva paura. Ma il prezzo della non conversione, del non affrontare i cambiamenti climatici è molto più costoso che farlo".
"Quanta competitività perdono le aziende italiane rispetto" ad altri Paesi dove si investe in rinnovabili? Ma "il governo non se ne occupa. Questi sono invece gli obiettivi che ci stiamo dando in vista della Cop 30" in Brasile.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - "La Lega di Matteo Salvini non perde tempo e scavalca a destra Giorgia Meloni, sempre più legata all'internazionale nera, annunciando la decisione di aprire il dibattito per dire stop all'adesione dell'Italia dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Questa posizione, ispirata all'analogo passo compiuto ieri da Donald Trump, rappresenterebbe un grave segnale di isolamento dell'Italia a livello internazionale e dai principali organismi impegnati nella tutela della salute globale". Così Angelo Bonelli co-portavoce di Europa Verde e parlamentare di Avs.
"L'Oms non è solo un'istituzione scientifica di riferimento, ma un baluardo nella lotta contro pandemie, malattie croniche e disuguaglianze sanitarie in Africa e nei Paesi più poveri. Quando, a metà del XIX secolo, la peste, il colera e la febbre gialla hanno scatenato ondate mortali in un mondo appena industrializzato e interconnesso, l’adozione di un approccio globale alla salute è diventata un imperativo. Medici, scienziati, presidenti e primi ministri convocarono con urgenza la Conferenza Sanitaria Internazionale di Parigi nel 1851, un precursore di quella che oggi è la più grande del suo genere: l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nota come Oms. In mezzo alle crisi, ai conflitti, alla continua minaccia di epidemie e ai cambiamenti climatici, l’Oms ha reagito: dalle guerre a Gaza, in Sudan e in Ucraina fino a garantire l’arrivo di vaccini e forniture mediche salvavita in aree remote o pericolose, svolgendo un ruolo fondamentale di indirizzo nel rispondere all'emergenza Covid-19".
"La Lega dimostra ancora una volta un approccio irresponsabile, che antepone logiche ideologiche e sovraniste al benessere dei cittadini. Interrompere la nostra adesione all'Oms significa rinunciare a strumenti essenziali di coordinamento globale, scambio di conoscenze e accesso a risorse indispensabili per affrontare emergenze sanitarie. Andrebbero ignorati: ma siccome governano il Paese è bene sapere cosa pensano di questa folle proposta il Ministro della salute Schillaci, la premier Giorgia Meloni e la maggioranza di destra che sostiene il suo governo" conclude Bonelli.
Roma, 22 gen. (Adnkronos) - L'Istituto per il Credito Sportivo e Culturale ('Icsc') torna per la seconda volta sul mercato delle emissioni Esg portando a termine con straordinario successo il collocamento di un prestito obbligazionario Social unsecured senior preferred dedicato al supporto di investimenti ad elevato impatto nei settori Sport e Cultura, riservato agli investitori istituzionali.
L’operazione ha registrato ordini complessivi per circa 2 miliardi di euro, pari a oltre 6 volte l’offerta iniziale. L’emissione ha visto la partecipazione di un’ampia platea di sottoscrittori nazionali ed esteri per il 45%, in particolare Germania/Austria (24%), a dimostrazione del crescente interesse degli investitori per il settore delle infrastrutture sociali in Italia.
Il prestito obbligazionario, con scadenza a cinque anni e cedola a tasso fisso annua del 3,50%, costituisce la prima emissione a valere sul programma Emtn (Euro Medium Term Note) da 1 miliardo di euro pubblicato il 19 dicembre 2024, la seconda per Icsc dopo l’emissione stand alone del 2022. Il rating del Social Bond è stimato in linea con quelli assegnati alla Banca dalle agenzie S&P e DBRS, rispettivamente pari a BBB- (Stable) e BBB (Positive).
I proventi dell’emissione saranno utilizzati per sostenere investimenti ad elevato impatto sociale nei settori Sport e Cultura, in linea con la missione dell’Istituto e gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
“L’emissione del nuovo Social Bond riflette il crescente impegno di Icsc sul fronte della finanza sostenibile, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo dei settori Sport e Cultura. La straordinaria domanda da parte degli investitori istituzionali conferma la fiducia dei mercati nei confronti di Icsc, riconoscendone la consolidata capacità di mobilitare capitali a lungo termine secondo principi di sostenibilità, responsabilità e inclusione sociale, equità intergenerazionale. Lo Sport e la Cultura rappresentano in misura crescente asset class in grado di generare significative opportunità di investimento a impatto, creando valore economico e sociale, reale e duraturo per il Paese", ha commentato l’Amministratore Delegato Antonella Baldino.
Il bond, ammesso alla negoziazione presso il mercato regolamentato della Borsa del Lussemburgo, è stato emesso a valere sul Social Bond Framework di Icsc, pubblicato nel luglio 2022, che ha ottenuto una favorevole Second Party Opinion rilasciata da Iss Corporate Solutions, confermando l’allineamento agli Icma Principles e la robustezza degli Eligibility Criteria.
Imi-Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco Santander e Morgan Stanley hanno agito in qualità di Joint Lead Managers del collocamento.