Opere iconiche come DELUGE (realizzata nel 2007) in cui l’artista re-immagina un diluvio biblico, ambientandolo a Las Vegas. Mise en scene della serie LAND SCAPE e GAS (realizzate nel 2013) assumono un valore profetico mentre Putin non ci lascia scelta che quella di attaccarci alla canna del gas. Ancora progetti di natura morta in cui LaChapelle assembla found objects per creare raffinerie di petrolio e stazioni di servizi, reliquie in una terra reclamata dalla natura.
Si cambia soggetto e RAPE OF AFRICA (2009) vede la modella Naomi Campbell nel ruolo di una Venere botticelliana ambientata nelle miniere d’oro africane.
Il senso del sacro (e del dissacrante) permette alle immagini di LaChapelle di dialogare con lo spazio ospitante, la Cappella Palatina di Maschio Angioino, una mostra creata ad hoc, curata da ONO Arte in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli. Starring lo stesso LaChapelle, il sindaco Manfredi e la first lady Cettina, rapiti da tanta bellezza.
Fotografie definite post barocco, neo pop, glam urban, un po’ inquietanti, un po’ fantasy che catturano al primo sguardo, un’ installazione site specific mai realizzata prima di negativi fotografici dipinti a mano realizzati negli anni ’80 mentre l’artista adolescente esplorava le idee della metafisica e della perdita, sullo sfondo della devastante epidemia di AIDS. Timore reverenziale per il sublime si intreccia con la ricerca di spiritualità in un percorso/creativo/religioso/esplosivo. E davanti ai suoi “angeli” e alla madonna nera, inghirlandata, che calpesta il serpente tentatore, il Verbo si fa fotografia. A 17 anni LaChapelle entra nella Factory di Andy Warhol, diventa il suo pupillo. Trent’ anni fa ha avuto il coraggio di rompere le barriere della fotografia tradizionale e oggi è uno dei fotografi tra i più amati dallo star system. Ha creato icone patinate, Madonna è stata la prima. Poi sono venute le altre, Angiolina Jolie, Benicio del Toro, Michael Jackson, Leonardo di Caprio tra i più pubblicati in tutto il mondo. Io e David 28 anni dopo, una chiacchiera diffusa in Cappella.
Ciao come stai? Ti ricordi? Mi guarda incuriosito. Napoli, Villa Pierce, ex villa Lauro, spalancata sul mare di Posillipo. Sembrava un ragazzotto americano con capellino da baseball calato sugli occhi, un po’ timido. Ci fotografò tutti alla sua maniera. C’erano Stefano Cantino e Marco Balich, creativi in erba, sarebbero diventati il primo il numero uno della Louis Vuitton Global Comunication, il secondo event maker ( tra cui le cerimonia d’apertura di qualche Olimpiadi).
Una promessa: “Ce le trovi in archivio le nostre foto?”. Ci Provo.
Fb pagina di Januaria Piromallo
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