“La moda è politica quando si occupa di umanità, di diritti. Nella guerra che stiamo vivendo, ci sono motivazioni economiche e grandi egoismi, ma di umanità e diritti umani nemmeno l’ombra. Per questo tutto ciò che possiamo fare è continuare a lavorare e donare aiuti a chi sta soffrendo. Il resto rischia di scadere nella retorica”. Quando ha progettato questa collezione, solo tre mesi fa, Pierpaolo Piccioli non avrebbe mai potuto immaginare che si sarebbe trovato a presentarla in questa situazione, a un passo dal baratro della Terza Guerra Mondiale. Ma è proprio in questo contesto che il lavoro di studio e risignificazione valoriale fatto dal direttore creativo di Maison Valentino intorno al colore rosa assume un significato ulteriore e riesce appieno nell’intento di “immortalare un istante”, il presente sospeso che stiamo vivendo, e consegnarlo alla Storia. Con un gesto radicale, lo stilista ha deciso di affidare la sua narrazione a due soli colori, il rosa (e non un rosa qualunque ma il suo rosa, il Pink PP che diventerà presto un nuovo Pantone) e il nero. Il colore e il non colore per eccellenza, il femminile e il maschile ontologici, la luce e il buio, la vita e la morte. Una polarizzazione assoluta rafforzata dalla scelta della monocromia, che si fa chiave di lettura esistenziale perché, spiega Piccioli, è il modo in cui si manifestano le emozioni nel nostro inconscio. Le stesse che generano le azioni che si compiono nel mondo, tra cui anche questa guerra.
Per la sfilata di Valentino alla Paris Fashion Week tutto si tinge di Pink PP. Anche la location, il Carreau Du Temple, nel cuore di Parigi, avvolge lo spettatore e altera le sue percezioni sensoriali. La voce fuoricampo di Pierpaolo Piccioli ricorda che la soluzione è sempre l’amore, concetto scandito anche dalla colonna sonora, il tema principale del film ‘In The Mood For Love‘ di Wong Kar-wai. Le modelle in total pink si susseguono in un loop interrotto solo per un momento dall’arrivo del nero profondo. Quindi ecco ritornare il rosa, in una sorta di cortocircuito distopico che spinge a cambiare approccio nell’osservazione della passerella.
“Il rosa è la liberazione dal bisogno di dipingere la realtà in modo realistico”, dice lo stilista al termine della sfilata. “Ho voluto spogliare questo colore di tutte quelle valenze che tradizionalmente vi sono associate e rimandano a ciò che è femminile, spensierato e civettuolo. Ho voluto considerarlo un colore come un altro portando l’attenzione non più sul colore il sé ma sul lavoro creativo che è alla base della moda, i volumi, le silhouette, i tagli e le forme. L’annullamento cromatico consente l’amplificazione della varietà dei corpi, degli atteggiamenti, delle fisicità. Usare un solo colore cambia la percezione di quello che vede il tuo cervello e sei costretto a osservare le superfici, i materiali, i dettagli. Anche i discorsi sull’inclusività perdono consistenza in quest’ottica, resta solo l’autenticità delle persone”.
Per arrivare a questo Pierpaolo Piccioli ha compiuto un complesso processo di sottrazione: “All’inizio avevo pensato questa collezione come un continuo della precedente, la Rendez Vous. Sono venuto qui a Parigi in dicembre per cercare ispirazione ma sono rimasto deluso: non c’era la realtà che mi aspettavo di vedere, il ritorno alla vita che immaginavo non si stava compiendo nelle strade. Questo mi ha spinto a una riflessione ulteriore e leggendo gli studi di Lucio Fontana sulla monocromia ho capito che bisognava andare più in profondità, sotto la superficie della realtà, al cuore del lavoro sartoriale. Seguendo quest’intuizione sono arrivato a sovvertire il canone del rosa”.
Ecco quindi che questo assolutismo consente di riconoscere e ammirare in questa collezione Autunno/Inverno 2022 l’approccio della Couture interpretato con i materiali del ready to wear, le silhouette allungate amplificate dai tacchi vertiginosi e dai collant, perché, sottolinea Piccioli, “i momenti di grande cambiamento – dal Medioevo al ‘700 – sono sempre accompagnati da un forte senso di verticalità”. I ricami floreali, le trasparenze, i cristalli, i volumi, i fiocchi e i marabù parlano del processo di design che vi è dietro. I completi cargo, le cappe, i miniati bustier disegnati dai tagli, le bluse in chiffon: tutto spinge a ridefinire la nostra percezione della moda, spogliandola di ogni narrativa superflua. Se è vero che l’immagine conta più di mille parole, con questa sfilata Pierpaolo Piccioli ci consegna il suo manifesto. E questo rosa, colore che ha sempre punteggiato le sue collezioni, ora si fa totale e assoluto: se prima c’era il rosso Valentino a definire l’allure del Palazzo, adesso c’è il Pink PP che scende in strada e si “sporca” di vita.