L’Espresso cambia padrone. Il settimanale e le sue guide escono dalla galassia Agnelli-Elkann per finire nelle mani di Danilo Iervolino e soci. E cioè l’imprenditore che a Natale ha regalato la salvezza della squadra della Salernitana al governatore della Campania, Vincenzo De Luca.
Un vero e proprio blitz nel mondo dell’editoria italiana che Iervolino non conosce affatto. Classe 1978, Danilo impara il mestiere dal papà Antonio, che era stato il fondatore delle scuole paritarie Iervolino, “diplomifici” che promettevano il recupero di anni scolastici con la formula “due anni in uno”. “Nella vita di ogni uomo ci sono figure essenziali, che possono essere considerate un esempio e un modello, e senza le quali noi non saremmo diventate le persone che siamo. Mio padre è stato questo per me. L’ho perso, purtroppo, poco dopo la nascita di Pegaso. La mia vena imprenditoriale nasce dall’esempio che mi ha dato”, ha raccontato al giornale Eccellenze italiane.
Di lì inizia l’avventura di Danilo, che trascorre la gioventù a Palma Campania, all’ombra di due crateri. Il Vesuvio e Vulcano buono, centro commerciale a forma di vulcano realizzato con i soldi di grandi banche d’affari e firmato da Renzo Piano su mandato di Gianni Punzo, fondatore del Cis di Nola, oggi presidente di Italbus, il nuovo operatore di trasporto passeggeri su gomma a lunga percorrenza. Dopo gli studi in economia all’Università Parthenope di Napoli, a 24 anni, il viaggio negli Stati Uniti dove apprezza la velocità delle dotcom. Immagina così di trasformare il business obsoleto dei diplomifici in una redditizia attività di formazione universitaria a distanza.
Presto fatto. Così nasce l’Università telematica Pegaso, il cavallo alato che, in mitologia, si dice avesse fatto sgorgare la sorgente delle Muse con un colpo di zoccolo. L’occasione viene dalla legge Moratti-Stanca che porta alla nascita dell’ateneo online nel 2003. In dieci anni Unipegaso registra oltre 60mila studenti, dieci corsi di laurea e oltre 200 corsi post laurea e post diploma, in diritto, economia, ingegneria e scienze umane. Il boom dovuto alla pandemia fa il resto, prima della cessione dell’ateneo, a settembre dello scorso anno, al fondo inglese, Cvc Capital partners, per 1 miliardo di euro. Del pacchetto ceduto dalla Wversity di Iervolino, fanno parte, oltre ad Unipegaso, anche Università Mercatorum e l’erogatore dei programmi internazionali di certificazione delle competenze digitali Certipass.
Su una cifra così non ci si pensa due volte. Soprattutto se si ha in mente altro su cui scommettere. Passano pochi mesi e la scelta cade su Bfc Media. Neanche il tempo di concludere le nozze che i neosoci si lanciano sull’Espresso e le sue guide. E con un’operazione lampo mettono un piede nell’editoria che ha una storia, ma non i soldi per mantenersi. Per di più incassando una golosa dote da parte del venditore che continuerà a distribuire il settimanale madre di Repubblica insieme al quotidiano.
Intanto a Napoli da qualche giorno a palazzo Santa Lucia corre voce che il milionario imprenditore di Palma Campania nutra anche ambizioni politiche. In tal senso è già un passo avanti. Il libro lo ha scritto. Anzi ne ha pubblicati più di uno: Now, dove sviscera il tema della formazione e poi Just press start (up), un viaggio nel mondo dell’innovazione che tanto affascina l’imprenditore napoletano. Che pure travolge il mondo dei media e dell’informazione.