“Mi ritengo un moderato sostenitore di Vladimir Putin” perché “Nella Russia di oggi non esistono valide alternative”. Lo dice Antonio Gramsci, nipote del fondatore del Partito comunista italiano e suo omonimo, in un’intervista al Corriere della Sera. Fa l’insegnante alla scuola in lingua italiana della nostra ambasciata a Mosca, dove è nato. “Nessuna delle persone con le quali parlo è d’accordo con i media occidentali quando dicono che il presidente ha iniziato questa guerra senza alcuna ragione”, prosegue. E la violazione della democrazia messa in atto, da anni, dall’inquilino del Cremlino? “Il nostro popolo non ha mai conosciuto una vera libertà. Io c’ero ai tempi dell’Urss”, prosegue Gramsci, sostenendo come sia meglio la condizione di vita attuale, “Esistono ancora povertà e deficit“, ma, dice, “Ma la sensazione che solo Putin possa garantire gli interessi del suo Paese, e che quindi quel che decide va bene, è molto diffusa”.
Si ritiene un anarchico e “in quanto tale considero la guerra un disastro, sempre. Anche questa”. E sostiene che “il mondo guardi alla Russia attraverso la lente delle sue grandi città, ma esiste una grande differenza tra il livello di vita delle metropoli russe e le loro periferie. La Russia profonda è tutt’altro che omologata all’Occidente”. C’è differenza fra i giovani – più abituati a viaggiare – e i più anziani. E il comunismo? “Come parlare di antiquariato. E il concetto del proletariato oppresso è superato da tanto tempo”.