La Ragioneria dello Stato ha dato parere contrario al disegno di legge sulla rigenerazione urbana messo a punto dal ministero per le Infrastrutture e la Mobilità sostenibili di Enrico Giovannini, in cui sono confluiti insieme diversi ddl sullo stesso argomento raccogliendo i suggerimenti dei costruttori dell’Ance e delle associazioni di ingegneri e tecnici. Martedì l’esame del ddl alla commissione Ambiente del Senato è stato rinviato in attesa del parere della Commissione Bilancio. La Ragioneria, come aveva anticipato Il Sole 24 Ore, ha contestato la riduzione della tassa per l’occupazione di suolo pubblico connessa agli interventi di rigenerazione urbana, l’esenzione dalla Tari per gli immobili oggetto degli interventi, l’estensione del Superbonus e di altri bonus edilizi, la detrazione Irpef pari al 50% dell’Iva pagata nell’acquisto di un immobile ceduto da persona fisica dopo rigenerazione urbana e, in generale, l’assenza di copertura finanziaria e l’utilizzo, per farvi fronte, dei fondi di riserva e speciali e dei fondi da ripartire del ministero.
Nessun commento finora da Giovannini, che aveva auspicato “l’approvazione a inizio gennaio al Senato e poi a seguire in tempi molto rapidi alla Camera”. “Il testo all’esame in Senato è il frutto di un lavoro lungo tre anni e che ha visto coinvolte le forze politiche, imprenditoriali e associazionistiche del Paese”, ha ricordato il presidente dell’Ance, Gabriele Buia. “Inconcepibile che il prezioso lavoro venga buttato all’aria in un colpo solo per ragioni che potrebbero essere risolte con un proficuo dialogo interistituzionale. Vedere contestati elementi come quelli relativi all’occupazione del suolo pubblico ci fa pensare che non si vuole fare alcuno sforzo per trovare soluzioni concrete ai problemi atavici che affliggono le città, fulcro della crescita del nostro Paese”.
Il testo all’esame del Senato, spiega il presidente dell’Ance, ”rappresenta infatti un punto di equilibrio tra numerose posizioni inizialmente anche molto distanti. Un risultato, raggiunto grazie al lavoro del Ministro Giovannini, che mira a favorire interventi sul tessuto delle città per evitare degrado e abbandono e favorire uno sviluppo sostenibile delle aree urbane. Il parere espresso dalla Ragioneria dello Stato rimette in discussione tutto l’impianto legato alla parte economica, quando è evidente, anche guardando gli esempi europei, che senza un incentivo pubblico non sarà mai possibile realizzare interventi di rigenerazione urbana”. Anche per l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria lo stop alla legge è “incomprensibile” e “c’è il rischio del blocco delle iniziative”.