Cultura

Da Tiziano a Picasso, anche l’arte ora entra “in guerra”. La Russia chiede indietro le opere in prestito ai musei italiani

Dopo l'inserimento dell'Italia nella lista dei "Paesi ostili", il ministero della Cultura di Mosca ha invitato le sue istituzioni a farsi rimandare tutto il materiale dato in prestito. Primi effetti sulla mostra su Tiziano a Palazzo Reale a Milano e su Picasso a Roma. Franceschini: "Non possiamo fare altrimenti"

di F. Q.

Anche l’arte finisce in mezzo alle tensioni prodotte dalla guerra in Ucraina e dagli scontri diplomatici tra Occidente e Russia. Il ministero della Cultura di Mosca ha invitato le sue istituzioni a farsi restituire tutte le opere date in prestito all’estero e una circolare del ministero della Cultura italiano ha sancito la sospensione con effetto immediato di tutte le attività relative all’iniziativa “Anno incrociato dei musei Italia-Russia“, che include anche la fine di tutte “le attività di promozione culturale istituzionale” con la Federazione Russa, “con il conseguente ritiro di ogni atto amministrativo relativo a qualunque forma di partnership e collaborazione in corso e ad eventuali istruttorie prodromiche al rilascio di patrocini”.

Di conseguenza, l’Ermitage di San Pietroburgo ha chiesto il rientro del materiale che si trova ora esposto in Italia come la Giovane donna con cappello piumato di Tiziano, esposta alla mostra di Palazzo Reale a Milano (Tiziano e la figura della donna veneziana nel ‘500) nonché le 25 opere della rassegna dedicata al Grand Tour alle Gallerie d’Italia sempre a Milano, che era stata realizzata in collaborazione con il museo di San Pietroburgo, ma anche la Giovane donna di Pablo Picasso che era il cuore della mostra dedicata al dipinto del 1909, mai finora esposto in Italia, in programma alla Fondazione Fendi di Roma fino al 15 maggio.

“A me pare evidente che quando un proprietario chiede la restituzione delle proprie opere, queste debbano essere restituite”, ha commentato il ministro della Cultura Dario Franceschini.
Cortese ma senza possibilità di replica, la lettera inviata dal direttore dell’Ermitage Mikhail Piotrovsky al direttore di Palazzo Reale Domenico Piraina e al presidente di Skira editore Massimo Vitta Zelman. “In base alla decisione del ministero russo della Cultura tutti i prestiti in essere devono essere restituiti dall’estero alla Russia e come sapete l’Ermitage è un museo statale che dipende dal ministero della Cultura”. Quindi “dobbiamo riprendere gli oggetti dell’Ermitage che sono esposti a Palazzo Reale nella mostra Tiziano e l’immagine della donna“. La richiesta è di predisporre l’imballaggio e la spedizione. “Capisco perfettamente che questa decisione vi creerà grande dispiacere ed inconvenienti e spero nella vostra comprensione” ha aggiunto.

La questione dunque non riguarda solo Milano e non solo l’Ermitage. Proprio dalla Russia, più precisamente da Mosca, da poche settimane sono rientrati a Milano i 26 inestimabili capolavori della collezione Mattioli, dichiarata indivisibile e insostituibile dallo Stato italiano nel 1973. Capolavori di autori come Boccioni, Morandi, Balla, Severino che sono stati il nucleo centrale di due mostre organizzate in Russia per l’anno dei musei: prima al Museo Russo di San Pietroburgo dal 15 luglio al 4 ottobre per Futurismo Italiano Cubofuturismo russo e poi al museo Puskin di Mosca dove con la rassegna I capolavori futuristi della collezione Mattioli sono stati visibili fino al 16 gennaio scorso. Da lì le opere sono rientrare in camion a Milano. I proprietari le hanno date in comodato gratuito per cinque anni (rinnovabili) al museo del Novecento.

Nell’immagine in alto: Giovane donna con cappello piumato di Tiziano

Nella versione originale dell’articolo tra le mostre colpite dagli effetti delle richieste del ministero della Cultura russo compariva anche quella su Kandinskij in corso a Rovigo, così come riportato da alcune agenzie di stampa. Questa circostanza, tuttavia, è stata smentita dall’organizzazione della mostra.

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