A spingere gli indici le speranze su colloqui a più alto livello sull'Ucraina, con l'ipotesi anche di riunioni in un paese terzo per arrivare a una distensione. Resta chiusa la borsa di Mosca ma oggi ha riaperto il mercato dei cambi, con il rublo che allargato le perdite rispetto al dollaro
Giornata di forti recuperi per le principali borse europee e calo dei prezzi delle materie prime energetiche. Milano ha segnato un +6,9%, Francoforte ha guadagnato il 7,89%, Parigi il 7,13% e Madrid il 4,76%. A piazza Affari hanno guidato i rialzi Stellantis (+12%) e Unicredit (+11,6%) che ieri ha confermato dividendo e programma di riacquisto di azioni nonostante l’esposizione sulla Russia. A spingere gli indici le speranze su colloqui a più alto livello sull’Ucraina, con l’ipotesi anche di riunioni in un paese terzo per arrivare a una distensione. Resta chiusa la borsa di Mosca ma oggi ha riaperto il mercato dei cambi, con il rublo che allargato le perdite rispetto al dollaro: la moneta russa cede il 15% a quota 120,8. Nella serata di ieri l’agenzia di rating statunitense Fitch ha nuovamente ridotto il voto sull’affidabilità creditoria dalla Russia sottolineando il rischio di un imminente default.
Ha chiuso in lieve calo a 141 punti base per lo spread tra Btp e Bund tedesco, con il rendimento del decennale italiano all’1,60% sul mercato secondario. Per giovedì è in agenda la riunione della Banca centrale europea: si vedrà se i recenti sviluppi geopolitici indurranno Francoforte ad allungare i tempi per l’avvio della sua stretta monetaria.
In forte calo, dopo il rally dei giorni scorsi, anche le quotazioni del gas naturale sulla piazza di Amsterdam: il prezzo per megawattora è sceso del 27,35% a 155,88 euro, mentre a Londra il calo è stato pari al 26,96%. E sono orientati al ribasso i contratti petroliferi, con il greggio Wti poco sopra i 115 dollari al barile e il Brent che arretra a 120, -6%.
Il Bitcoin al contrario è volato del 9,2% oltre i 42mila dollari. Gli investitori guardano all’ordine esecutivo di Joe Biden che chiede alle agenzie governative di studiare i possibili rischi legati al boom delle criptovalute e di valutare la creazione di un dollaro digitale sostenuto dalla Fed, dopo che la Cina e altri Paesi hanno già adottato una valuta digitale. L’amministrazione Usa esaminerà anche come le criptovalute possono minare le sanzioni americane (in particolare quelle russe per l’invasione all’Ucraina) e gli sforzi per combattere contro il climate change. Circa il 16% degli americani adulti, pari a quasi 40 milioni di persone, hanno investito in questo comparto e usato o commercializzato valute digitali.